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A pranzo per celebrare l'ingresso dell'Hosteria di Villalba nella guida di Slow Food

venerdì 17 novembre 2023

È entrata nel "Sussidiario del mangiar bene all’italiana" mettendo sui piatti di avventori e habituè quel cibo "buono, pulito e giusto" che, secondo Carlin Petrini, segna il passaggio dagli stereotipi d’una fraintesa modernità alla gastronomia (o ecogastronomia) del XXI secolo. Si tratta dell'Hosteria di Villalba, entrata a far parte del "club" delle Osterie d’Italia 2024 di Slow Food.

Un ingresso che, come anticipato, verrà celebrato insieme alla Condotta Slow Food Orvieto, con un pranzo in perfetto stile "adiano", sabato 18 novembre alle 13. Un riconoscimento importante, perché quella dell’Hosteria è una “Compagnia” che racconta il territorio, la ricerca, le espressioni dell’agricoltura locale e contadina che meritano attenzione, la passione per i sapori autentici ma anche la bellezza di un’umanità e di un’amicizia inclusiva.

L’Hosteria di Villalba è un’utopia concreta immaginata da Gianfranco Cuboni, presidente dell’Associazione "Il Ginepro", socio fondatore dell’AFCHO instancabile fabbricatore di mondi possibili. Più di dieci anni fa, Gianfranco rifletteva su come mettere a valore un patrimonio pubblico sottoutilizzato, creando occasioni di lavoro e percorsi di inserimento lavorativo. Con il bando “Fertilità”, del 2013, si presentò l’occasione per mettere dentro un’ipotesi di sviluppo locale gli immobili di Casanova e Acquaviva di proprietà regionale, da pochi anni completamente ristrutturati, e la Baita di Villalba.

Allo scopo venne costituito un Consorzio di cooperative sociali (Il Quadrifoglio, “Luigi Carli” OASI di Allerona), tuttora esistente e operativo, chiamato COESO. Nel 2016 l’Hosteria di Villalba viene inaugurata e sin da allora è rimasta fedele alla sua missione originaria: tenere insieme lavoro, inclusione sociale, valorizzazione delle filiere corte, qualità dell’offerta. La compagine dell’Hosteria di Villalba affianca alla triade costituita dal “buono, pulito e giusto” anche il “vero”. Termine impegnativo, per qualcuno esagerato, ma in questo caso necessario.

Nell’Hosteria non c’è finzione, non c’è infingimento o effetti di illusionisti. Il cibo che propone, come scrive Michael Pollan, è vero, così come è vera la ricerca, la conoscenza del territorio, l’inclusione sociale, l’attenzione all’ambiente, il piacere della socialità. Insomma: dentro l’Hosteria si allestiscono, seppur con la fatica e le asperità del quotidiano, prove di un’umanità diversa…