"Tardani liquida con sconcertante leggerezza il programma di eutanasia dei territori varato dal Governo"

Anche sulla vicenda del "suicidio-omicidio programmato" dei territori segnati dal declino demografico, chiaramente sancito nella Nuova Strategia Nazionale per le Aree Interne 2020-2027, la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha scelto di non far mancare il proprio contributo. Un intervento, il suo, che brilla di quella particolare lungimiranza che, nei giorni di maggior ispirazione, riesce a spingersi persino fino al dopodomani.
Per la sindaca, infatti, il problema non sarebbe annidato nelle "quattro righe" di pagina 45 in cui si suggella la condanna di intere comunità, giudicate ormai “irrecuperabili” sotto il profilo demografico, vale a dire la gran parte dei 59 comuni delle aree interne umbre e praticamente la totalità di quelli dell’Orvietano sud-occidentale. No, il vero nodo, a suo dire, risiederebbe nella "flessibilità".
Una posizione che evoca, con tragicomica puntualità, la celebre arringa dell’avvocato di Johnny Stecchino, per il quale "il problema di Palermo è il traffico". A Orvieto, come si dice, "l'ha capita anche il gatto": quando la Sindaca viene colta in flagrante debolezza amministrativa, ricorre alla minimizzazione. Oggi riduce a poco più che una postilla le "quattro righe" di pagina 45; ieri bollava come un "refuso" le imbarazzanti discrepanze sulle mappe dei defibrillatori; l’altro ieri sponsorizzava il fantasmagorico “metaverso” come panacea dei mali locali. Un copione ormai tanto rodato da risultare persino prevedibile.
Ma il vero nodo che attraversa la politica della sindaca è lo stesso che finisce per impigliare molti amministratori locali: la necessità di garantirsi un “dopo”, un approdo quando le stagioni elettorali cambieranno vento. È un istinto comprensibile, quasi umano, quello di costruirsi un futuro che assicuri riconoscimenti e premialità.
Solo che, di fronte a un governo che richiede adesione senza troppe domande, questo istinto diventa facilmente una spinta a conformarsi, ad allinearsi senza esitazioni. E allora capita che il coraggio delle idee si ritiri in buon ordine, mentre si resta in attesa, che qualcuno, nei corridoi di Roma, annoti con favore una fedeltà tanto premurosa.
Eppure, ironia vuole che proprio Tardani ricopra la carica di delegata ANCI per le Aree Interne: un ruolo che dovrebbe richiedere sensibilità istituzionale e sincera sollecitudine verso i territori fragili, ma che risulta invece affidato a chi non fa mistero della propria disattenzione per i destini di queste comunità. Una disattenzione ribadita con stupefacente serenità anche in questa circostanza.
Viene allora da chiedersi se tale postura sia figlia di un’inadeguata comprensione delle complesse dinamiche che la Strategia prova a governare, o piuttosto di un fastidioso pregiudizio verso la cultura politica di chi quella Strategia ha concepito. In ogni caso, dopo un’uscita simile, dovrebbe essere proprio la sindaca, per dignità personale prima ancora che per opportunità istituzionale, a domandare all’ANCI di sollevarla da un incarico che appare sempre più estraneo alle sue reali inclinazioni.
Perché c’è un tempo per minimizzare, ma c’è anche un tempo in cui il rispetto delle istituzioni e dei cittadini esige un gesto di consapevolezza. E se questo tempo non è oggi, è difficile immaginare quando potrà mai arrivare.
Partito Democratico Orvieto

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