Palazzetto dello Sport, Pd e M5S: "Quando la partecipazione vince sull'inerzia"

La vicenda del Palazzetto dello Sport di Orvieto è, per molti versi, un caso esemplare. Non solo perché riguarda una struttura importante per la vita sportiva, educativa e sociale della città, ma perché dimostra come il buon senso, la concretezza e una visione libera da pregiudizi e attenta al coinvolgimento dei cittadini possano, finalmente, orientare le scelte nella direzione giusta.
La notizia della partecipazione del Comune di Orvieto al bando ministeriale è una buona notizia, frutto di una mobilitazione popolare che ha saputo richiamare l’amministrazione alle proprie responsabilità. Ma la vera domanda da porsi è: perché è servita una raccolta firme, perché è stato necessario l’intervento delle opposizioni per far sì che una giunta decidesse di aderire a un’opportunità così evidente, in perfetta sintonia con i bisogni della comunità?
È un interrogativo che rivela qualcosa di più profondo, e di più preoccupante. Da tempo Orvieto appare senza una rotta chiara, affidata a una gestione ordinaria che si muove a tentoni, con lentezza, spesso per reazione piuttosto che per visione. Non si comprendono le priorità, non si intuiscono i programmi, non si riconoscono i progetti. Si procede giorno per giorno, dentro una campagna elettorale permanente che forse fa bene alla carriera politica personale della sindaca Tardani, ma certo non al benessere collettivo degli orvietani.
Siamo lontani da quell’Orvieto che fu laboratorio di innovazioni amministrative, esempio per l’Italia e per il mondo. Oggi ci si ritrova a sollecitare interventi ordinari (dal taglio dell’erba alla manutenzione delle strutture, dalla pubblica illuminazione alla gestione dei servizi essenziali) come se si trattasse di eccezioni e non della quotidiana responsabilità di un governo locale.
Per un intero mandato si è coltivata l’illusione della “regione amica”, a cui si sarebbe voluto demandare ogni scelta strategica, salvo poi scoprire –per manifesta inconcludenza che l’unico piano d’azione era quello dell’attesa. Ora si guarda ai Ministeri, nella speranza che qualche uomo della provvidenza cali dall’alto con promesse di sviluppo e salvezza. Ma l’uomo della provvidenza, lo sappiamo, raramente è generoso con chi aspetta. Serve ben altro: studio, lavoro, dialogo, confronto con le esperienze virtuose, ascolto dei cittadini, attenzione ai segnali del territorio.
Non è un programma complicato. È una pratica concreta di buona amministrazione e gentilezza civile. È la consapevolezza che le città non si governano con gli annunci, ma con le scelte. E che le scelte devono rispondere a bisogni reali, sentiti, condivisi.
Il caso del Palazzetto è la dimostrazione che un’altra politica è possibile, che le cittadine e i cittadini non sono spettatori ma protagonisti. È da qui che ripartiamo.
Federico Giovannini, consigliere comunale del Partito Democratico di Orvieto, ha commentato:
«Siamo soddisfatti del risultato ottenuto, frutto di un lavoro collettivo, serio e costante. Questa è la dimostrazione che quando si ascoltano i territori e si costruiscono proposte con le persone, i risultati arrivano. Continueremo su questa strada, con determinazione e spirito di servizio».
Roberto Selvaggini, esponente del Movimento Cinque Stelle del comprensorio orvietano, aggiunge:
«È una vittoria di tutti i cittadini orvietani. La loro mobilitazione ha fatto la differenza. Come Movimento 5 Stelle ci dà forza e motivazione per continuare su questa strada: quella della politica attiva, fatta nelle piazze, tra la gente, con l’ascolto e la partecipazione come strumenti principali di cambiamento».
Il nostro impegno non si esaurisce qui. Anzi, riparte da qui, con più forza e più convinzione. Perché crediamo in un’idea di città che cammina insieme ai suoi cittadini, non un passo avanti né un passo indietro, ma fianco a fianco, verso il futuro.
Partito Democratico di Orvieto
Movimento Cinque Stelle Media Valle del Tevere e Comprensorio Orvieto
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