Turismo e ricettività, Orvieto tiene nonostante crisi e sisma. "Momento difficile, ma numeri positivi"

"La polemica di questi giorni sulla chiusura di un'attività, che spiace sempre quando si verifica, non tiene conto di vari altri elementi a cominciare dalla mancanza di rigenerazione che, nel corso degli anni, non è stata fatta all’interno del comparto". Così il sindaco Giuseppe Germani ridimensiona l'allarme. "L’obiettivo per la nostra città - dice - è intercettare un mercato medio-alto ma, se poi mancano le strutture adeguate, è difficile da essere realizzato.
Sappiamo che, spesso, l’extralberghiero esibisce un’alta qualità quindi proveremo ad aiutare le imprese creando le condizioni e cercando di destinare delle risorse regionali. Anche in funzione del progetto messo in campo sul nostro Centro Congressi dove siamo in attesa di chiudere la gara di affidamento sperando di trovare un soggetto idoneo".
La situazione del turismo, per una città che solo di questo potrebbe vivere, sembra insomma nelle priorità dell'amministrazione. Vero è che tutta l’Umbria, per effetto del terremoto, ha subìto delle flessioni sensibili. "Guardando i numeri - sottolinea Germani - non siamo in un momento facile ma vedendo i dati degli ultimi 2 mesi di tutte le principali città della regione, vediamo che ad Orvieto tra il 2013/2016 i dati della tassa di soggiorno sono tutti in aumento, siamo passati da 207 mila presenze del 2013 al 224 mila del 2016.
In relazione al rapporto apertura/chiusura delle attività registriamo il –1 del 2013, contro il +17 del 2015 e più +21 del 2016. Il Pozzo di San Patrizio passa dai 450 mila euro di incasso del 2013 a quasi 600 mila del 2016. Possiamo certo migliorare, ma Orvieto non è la città in costante regressione che alcuni dipingono. Ha grosse difficoltà ma sui servizi sta dando delle risposte. Può crescere moltissimo ma ha un suo potenziale economico importante".
"E' vero - conviene l'assessore al turismo Andrea Vincenti - c’è una notevole proliferazione di strutture extra alberghiere, qui come altrove, che a loro volta si dividono in strutture operanti alla luce del sole e strutture più o meno sommerse che erodono la quota di mercato in danno di chi esercita la propria attività regolarmente. Un tema sicuramente da affrontare e da monitorare. Dovremo fotografare lo stato dell’arte, locale e regionale, rispetto agli scenari nazionali. Occorre anche tenere conto, che l’extralberghiero da noi talvolta sopperisce alle carenze strutturali di altre tipologie di strutture, quindi in questo senso la nostra situazione è piuttosto peculiare.
Dobbiamo tenere conto che il turismo si sta trasformando sia in termini di approccio del turista al viaggio, sia in termini di offerta. Entro la fine di questo mese convocheremo una importante riunione aperta agli operatori e alla cittadinanza, alla luce dei risultati del lavoro realizzato dagli esperti di Economia dell’Università di Perugia che ci consegneranno la fotografia della situazione attuale, ampiamente documentata.
Il terremoto è un problema reale rispetto al problema che ha provocato. Ho partecipato alla consulta ANCI sui temi del turismo, che riguarda anche la questione mediatica. Fino ad agosto, Orvieto cresceva di oltre il 18%, poi dal 24 agosto è iniziata una flessione di arrivi e presenze che a novembre ha toccato picchi compresi tra l’8% e il 15%. Teniamo presente che realtà come Assisi a fine anno 2016 hanno dovuto constatare una flessione su base annua del -46%. Siamo molto lontani dalle zone del sisma ma per il fatto di trovarci comunque in Umbria, seppure al confine, ne abbiamo subito anche noi le conseguenze dal punto di vista dell’impatto mediatico”.
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