politica

Il perché del no alle primarie Pd

sabato 8 febbraio 2014
di Roberto Nativi
Il perché del no alle primarie Pd

Riceviamo e pubblichiamo da Roberto Nativi, del PD Orvieto:

"Quando ho dato la mia disponibilità circa 3 settimane fa, la mia intenzione e quella di coloro che collaboravano con me era quella di cercare di aprire un dibattito sul rinnovamento, e su una visione della città per i prossimi 20 anni. Pensavo, ed oggi ancora di più credo che il confronto sia l'unica via per Orvieto per sorpassare la criticità che 5 anni fa ha portato la città a far vincere Concina con una maggioranza iniziale di centrosinistra.

Queste 3 settimane mi hanno dimostrato invece che una certa parte della classe dirigente del PD e altri personaggi che gravitano intorno atteggiandosi da piccoli leader, non è pronta al confronto democratico, ovvero una competizione che poi riconosce a colui che vince il ruolo di capofila.

Unendosi, una volta svolte per il bene della città, ma anzi sempre più si sono creati piccoli nuclei che invece di dialogare su proposte e idee per una città che è allo stremo, hanno preferito concentrarsi sulla denigrazione di chi ha dato la disponibilità, oppure creando azioni di disturbo verso la difficile ricerca di un candidato unitario.

Il bene della città sembra davvero interessare a pochi. Specialmente a coloro che hanno fatto queste azioni, interessati molto più a comandare o a cercare soluzioni vincenti per piazzarsi, piuttosto che interessarsi a cosa si intende fare per sorpassare la crisi, con proposte critiche o azioni anche contrarie, ma fatte alla luce del sole.  Queste primarie stavano diventando, purtroppo, l'ennesima resa dei conti oppure un gioco di potere interno, con il rischio di riconsegnare la città a Concina, che giustamente se la ride.

In questa situazione, non c'erano le condizioni perché io mantenessi la mia disponibilità, perché accettando quella logica chiunque fosse uscito vincente dalla lotta delle primarie, non sarebbe stato in grado di unire intorno a se le altre parti, per colpa di personalismi o giuste ambizioni, ma che in una situazione come questa di pre-dissesto, poco hanno a che vedere con quello che serve per questa città.

Consultandomi con i miei sostenitori abbiamo preferito appoggiare un candidato più condiviso, che però rispettasse i canoni di rinnovamento e discontinuità. Andrea Taddei secondo noi rappresenta queste caratteristiche, giovane, orvietano e al di fuori dei giochi politici degli ultimi 15 anni.

La mia intenzione era quella di creare un dibattito generazionale, spronando una nuova classe dirigente a prendersi la responsabilità della propria città, progettando un futuro nuovo INSIEME, al di là di tutto soprattutto delle appartenenze e delle rispettive collocazioni, ma con un unico intento il bene di Orvieto.

Ritengo che la scelta di appoggiare Andrea Taddei vada in questa direzione per questo sono il firmatario della sua candidatura insieme a tanti altri che condividono le ragioni e l'esigenza di sostenere il vero cambiamento. Le possibilità di questa città sono enormi, ma bisogna volerle evidenziare. Continuo a crederlo e resto a servizio della città a cui rimarrò legato sempre.

Ringrazio i tanti folli che si sono schierati, invitandoli a schierarsi con Andrea, nell'ottica di sorpassare battaglie personali, e con l'unico obiettivo il bene della città. Viva Orvieto! Continueremo a lottare per il cambiamento e il rinnovamento della città..."


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