cultura

Il progetto scultoreo del maestro Paternesi

lunedì 22 ottobre 2007
“…ed è rimasta un attimo così… contro quello sfondo balenante di scrimi bianchi e di abissi paurosi, come se la bellezza di un viso di donna che scende nel cuore di un uomo sia veramente una delle cose più dure a morire in questa breve fuggevole vita…” E’ stata questa frase di Bonaventura Tecchi, tratta dal racconto Il paese che muore, scritto nel ’47, a ispirare l’omaggio del maestro Alessio Paternesi al grande scrittore viterbese, a quarant’anni dalla morte. Il progetto di Paternesi prevede il recupero della Piazza in Contrada Mercato, luogo dal quale parte la lunga passerella che s’inerpica fino al borgo di Civita, il paese che muore del Tecchi. Tra l’altro, il progetto ha previsto la riqualificazione della fontana e la sistemazione appunto del monumento - in bronzo dorato – raffigurante una ragazza che cammina verso Civita. L’intervento proposto da Alessio Paternesi prevede anche la sistemazione dell’intera piazza, uno dei luoghi più suggestivi della Tuscia intera. Il monumento, la fontana, la barriera verde, la sistemazione generale – dunque – trasformeranno l’ultima propaggine di Bagnoregio a picco sullo sfondo balenante di scrimi bianchi e di abissi paurosi in un luogo d’incontro, di sosta, di meditazione per quanti vanno o tornano da Civita. La scultura della fanciulla, che tiene in mano – vicino alla testa – un uccello in procinto di liberarsi in volo, è posta a sinistra della piazza e darà l’impressione di recarsi al borgo camminando sospesa in aria, appena sopra il lungo ponte. “Non ha un grande avvenire una terra che non custodisce gelosamente la memoria dei suoi uomini di cultura. E la Tuscia li ha dimenticati quasi tutti: scrittori, poeti, pittori e musicisti. E, tra questi, c’è anche Bonaventura Tecchi”. Così, con quest’amara considerazione del maestro Alessio Paternesi si spiegano i motivi che hanno indotto l’Associazione Culturale il Leone a presentare un progetto che vuol essere insieme un omaggio allo scrittore viterbese e un’operazione di recupero ambientale e urbanistico dell’area dalla quale parte il “cordone ombelicale” che lega Civita alla “terra ferma”. Il Comune di Bagnoregio già un lustro addietro, nel trentesimo anniversario della scomparsa di Tecchi, fece sforzi per commemorare lo scrittore, ma – purtroppo – ciò ebbe poca visibilità e cassa di risonanza, anche perché poco fu l’apporto da parte delle istituzioni italiane. La Germania, ad esempio, lo ricordò molto di più e molto meglio, cioè più degnamente: dopo la morte di Bonaventura Tecchi, l’Accademia di Belle Arti di Berlino ha fondato l’Archivio Bonaventura Tecchi. In Italia non si è riusciti nemmeno a ristampare le sue opere più celebri e significative. Sono anni che i familiari tentano, vanamente, di far riportare in libreria Gli Egoisti, il romanzo con cui ha vinto – nel 1960 – il Bagutta d’argento e il Bancarella.

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Una fontana in bronzo dedicata a Bonaventura Tecchi a Civita di Bagnoregio

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