economia

Che cosa è il virus della lingua blu

lunedì 3 febbraio 2003
Si chiama Blue tongue, lingua blu. E’ una terribile malattia emorragica che sta mettendo in ginocchio gli allevamenti di pecore sardi e rischia di fare altrettanto nel resto d’Italia. Sono già 150mila i capi morti nell’isola e il contagio sembra inarrestabile. Il nome del morbo viene dal colore cianotico che assume la bocca delle pecore ammalate. Il virus è micidiale: colpisce le vie respiratorie degli animali, impedisce loro di nutrirsi, poi di muoversi, infine blocca completamente l’apparato respiratorio, facendoli morire.

E’ un reo-virus, isolato per la prima volta nel 1988, che colpisce soprattutto ovini, ma anche altri ruminanti. Può essere presente persino nell’uomo, ma negli esseri umani non dà sintomi e non è assolutamente pericoloso. A portare il virus è la culicoides varripennis, una via di mezzo fra un moscerino ed una zanzara. Come sia arrivata in Sardegna nessuno è in grado di dirlo con certezza. Forse è arrivata insieme con alcuni montoni da riproduzione, portatori sani, provenienti da Israele. Da allora, secondo le ultime stime, ha spazzato via il 4% del totale dei capi dell’isola, colpendo innanzitutto il Sud-Ovest; poi ha invaso tutto il territorio, in particolare le zone costiere dove abbondano le lagune e le zone salmastre, habitat ideale per l’insetto.

I danni economici causati dall’epidemia sono impressionanti. Un calo della produzione di formaggi del 30%,forse anche del 40%, se si continua di questo passo il disastro avrà ripercussioni per anni, perché non basta sostituire una pecora malata con una sana, si deve attendere anche il tempo necessario perché il nuovo arrivato possa adattarsi e produrre latte, in genere due o tre anni.

Da alcun settimane la zanzara ha aggredito la Sicilia e la Calabria e il Ministro della Sanità, a metà Ottobre, ha ordinato di bloccare tutti i movimenti di capi dalla Calabria. Secondo alcune voci insistenti il virus si sarebbe propagato anche in Puglia.

"E’ un emergenza seria che stiamo monitorando da alcuni mesi - ammette il ministro dell’Agricoltura - e che mette in discussione il servizio sanitario, perché è chiaro che non siamo all’altezza di affrontare le nuove crisi che si stanno presentando nel nostro Paese".

In Basilicata gli allevatori si sentono in stato di assedio con il virus alle porte, a distanza di pochi chilometri, e nessuna garanzia che non possa presto varcare anche il confine Calabro, nonostante il blocco, e di lì risalire tutta la Penisola. A rendere anche più fosco il quadro futuro è anche l’assenza di strumenti concreti di difesa contro il virus poiché ha 24 sierotipi diversi ed è anche mutante: trovare un vaccino è difficilissimo, in Grecia si è ricorsi al "vuoto biologico", le pecore sono state isolate sulle montagne...un mezzo più efficace al momento non esiste!

Ma neanche l’isolamento risolve il problema, ci sono 2.000.000 e mezzo di agnelli che non potranno più essere esportati nel Continente, e che la Sardegna non è in grado né di macellare né di smaltire. Nel frattempo fra pecore abbattute per obblighi di legge e quelle morte per effetto del virus, siamo già a diverse decine di migliaia di animali da seppellire. In un paese, Sant’Anna degli Arresi, il 100% dei capi è malato. In questi casi la legge prevede la creazione di fosse comuni e si utilizza il Tanax, un potente veleno per sopprimere le pecore in agonia...auguriamoci che questo venga fatto con criterio (controllando che non comporti inquinamento delle falde acquifere in profondità)

Se queste sono le premesse ci si può solo augurare che la temibile zanzara non si trovi, nel resto d’Italia, così bene come in Sardegna, altrimenti potremo dire addio al pecorino...e i pastori dovranno cambiare tutti lavoro!!!

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