"L'Erbario Settecentesco di Montesanto" rivive in un volume e una mostra

Un erbario contenente 413 "exsiccata", piante raccolte nella fioritura, dalle proprietà medicinali, 38 anche esotiche, originariamente custodito nella Biblioteca del Convento Francescano di Montesanto, nei pressi di Todi, in quella campagna umbra punteggiata da antichi eremi e giganti verdi. È quello trovato dalla professoressa Romilda Saggini, che ne ha fatto subito oggetto di una lunga ricerca. La pubblicazione che ne è nata, concepita come base per ulteriori studi futuri, sarà dai lei presentata sabato 17 maggio alle 16.30 nella Sala del Consiglio del Palazzo del Capitano.
Ai saluti del sindaco Antonino Ruggiano e dell’assessore alla Cultura Alessia Marta, seguiranno gli interventi del paleografo Attilio Bartoli Langeli, docente presso l’Università degli Studi di Padova e Perugia e presidente del Centro Studi "Santa Rosa da Viterbo", del dottor Giancarlo Cassina, curatore dell’Orto Botanico di Padova, che insieme al compianto prefetto di quest’ultimo, Elsa Mariella Cappelletti, si è occupato della parte relativa allo studio botanico, e ancora di fra Mauro Botti, direttore della Biblioteca Porziuncola presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Qui, alle porte di Assisi, in un ambiente più idoneo alla sua conservazione è stato trasferito il prezioso manoscritto che, nel corso dei secoli, ha conosciuto una storia movimentata. L’anno di composizione, indicato nella prima pagina, è il 1746. Fra Giuseppe da Spello, il nome dell’autore. Si tratta di un reperto raro, frutto singolare del lavoro di “un infirmarius francescano che mise insieme le piante conservate essiccate nella farmacia e raccolte nell’Orto dei Semplici del convento francescano padovano in cui si trovò a soggiornare per un periodo di due anni nel corso della sua vita”.
Grande sotto i profili storico e filologico, oltre che botanico, il valore che riveste "L'Erbario di fra Giuseppe da Spello", al secolo Antonio Costantini. Questo il titolo del volume pubblicato da Il Formichiere, in cui si ricostruisce la sua vita, e che "rappresenta la base ed apre la via a un ulteriore approfondimento per collegare ciascuna pianta al suo uso effettivo a Padova e in Umbria nella metà del XVIII secolo, un periodo interessante in cui la medicina era già orientata dal metodo scientifico, ma ancora non aveva reciso il legame con l’antica teoria ippocratica degli umori".
Contestualmente alla presentazione, verrà inaugurata anche una mostra dedicata all’erbario settecentesco di Montesanto che rimarrà aperta fino a domenica 25 maggio dalle 17 alle 19. Obiettivi dichiarati: valorizzare un bene storico non ancora esplorato nelle sue potenzialità, offrire a ricercatori, studiosi o semplici curiosi la possibilità di ampliare le proprie conoscenze, grazie alla ricchezza del patrimonio storico-scientifico e dei dati floristici contenuti e studiati e, non ultimo, ammirare un’opera dedicata alle virtù farmacologiche rimasta celata nelle biblioteche per quasi trecento anni.

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