"Il Canto dell'Eroe", nuove sfide e nuovi linguaggi per il 34° Presepe nel Pozzo della Cava

Inaugurato lo scorso anno da Artaban, "Il Quarto Saggio", il ciclo de "Gli Esclusi" – in cui la Natività è raccontata da personaggi che, per vari motivi, non hanno potuto vederla dal vivo – prosegue con "Il Canto dell'Eroe". Questo, secondo la scuola greca, il significato del nome Erode conosciuto anche come Ascalonita o "Il Grande" che, stando alla tradizione letteraria, fu il mandante della strage degli innocenti. La prima della storia, purtroppo non l'ultima. E questo anche il tema del 34esimo Presepe nel Pozzo che accende i riflettori su una figura insolita, a dir poco impopolare, per raccontare il Mistero della Notte Santa. "Ma cosa sappiamo davvero di questo sovrano, dei suoi pensieri, dei suoi progetti, dei complotti orditi per sottrargli il potere? E soprattutto dei timori per le voci che volevano Gesù suo nipote illegittimo?".
Se lo è chiesto l'ideatore, Marco Sciarra, gestore del Pozzo della Cava di Orvieto, che ogni anno propone un nuovo, visionario allestimento con un tema conduttore sempre diverso, mescolando testi sacri e tradizioni, verità storiche e miti senza tempo. Ennesima scommessa, la sua, per un evento che non ha mai smesso di rinnovarsi pur confermando la presenza di personaggi semoventi a grandezza naturale realizzati da esperti artisti degli effetti speciali come Andrea Giomaro che quest'anno ha curato alcuni volti e un realistico serpente di oltre due metri. A calarsi nel Pozzo della Cava, appeso ad una corda, per collocare Erode sospeso ad oltre 30 metri dalla sorgente, lo speleologo Filippo Baldini, del Gruppo Speleologico CAI Orvieto, figlio di Francesco Baldini, ideatore del primo Presepe nel Pozzo, ormai 34 anni fa. Voce narrante scelta, dunque, quella di colui che regnava in Giudea al tempo della nascita di Gesù.
Il nuovo ciclo narrativo rappresenta un punto di svolta anche nell’allestimento e nella concezione del Presepe nel Pozzo. Le scene allestite nei sotterranei tra i ritrovamenti etruschi, medievali e rinascimentali del complesso archeologico entrato a far parte della Rete Mondiale dei Musei dell'Acqua dell'Unesco sono arricchite da installazioni moderne – occhi puntati su "una colonna trasparente cosparsa di icone affiancata ad una antica, retaggio di un modo diverso di conquistare la fama, attraverso opere durature" – per sottolineare l’attualità di storie e temi insoliti, ma decisamente coinvolgenti. "L'edizione 2022/2023, molto sperimentale con una grotta vuota e contaminazioni contemporanee, in cui giocava molto l'immedesimazione – spiega il curatore – è stata quella più visitata di sempre. Dopo quel successo insperato, cambiamo rotta: dal cuore alla testa.
Per questa nuova edizione, ricca di sorprese sotto diversi aspetti, l'idea iniziale era liberamente ispirata al romanzo, bello e fantasioso, 'Io, Gesù' di Robert Graves in cui Erode, strumento di una missione di potere autoproclamato, è cultore della Dea Madre. Tra i vari rituali è raccontato il sacrificio del primogenito. Si sostiene, inoltre, che il padre naturale di Gesù sarebbe figlio di Erode. Un padre che, pur di garantire la giusta discendenza, scatena una strage. In fase di scrittura dei testi che accompagnano il visitatore, però, mi sono accorto che l'immedesimazione con un personaggio così disturbato era davvero difficile. È uscita fuori, dunque, l'idea di un doppio dialogo. Anche con il XXI secolo, la contemporaneità e dopo lo smartphone sì, anche i social, come provocatoria alternativa alla costruzione di città e al combattimento di guerre.
Ogni didascalia sarà divisa in due parti, con tanto di "visioni" contenute in buchi circolari in pannelli di iuta – il sogno di indossare la corona, la minaccia di una presunta gravidanza causata dal figlio Antipatro e la nascita di Gesù annunciata dai Magi – e risposte legittime a possibili obiezioni. Tra presente e passato, tra cronaca e storia, tra positivo e negativo. La Natività sarà ancora una volta irreale, anche visivamente. Non può essere andata in quel modo. Lungo il percorso ci saranno degli elementi contemporanei, a voler gettare un ponte con i tempi moderni. Paradossalmente Erode conosce più i nostri difetti che i suoi. Un viaggio in nove tappe, raccontate da un folle spregiudicato che voleva essere il più noto dei re di Israele, ossessionato dal dubbio che Gesù fosse suo nipote, fino al sorprendente finale che si rivela in tutta la sua potenza solo alla fine: l'assenza dell’amore, contro cui irrompe il messaggio di un Gesù inerme ribaltando la lettura della storia".
Evocativa la musica scelta per impreziosire l'evento natalizio con personaggi animati a grandezza naturale. È "Senza voce", brano di Enzo Gragnaniello interpretato da Pietra Montecorvino, "onorata per la secelta", già sentito nel film "Napoli Velata" di Ferzan Özpetek che parla di un amore incomprensibile, straziante e straziato. Il Presepe nel Pozzo sarà visitabile da sabato 23 dicembre a domenica 7 gennaio, dalle 10 alle 20 – ultimo ingresso alle 19.45 – consentendo anche di ammirare agevolmente i ritrovamenti archeologici senza alcuna maggiorazione sui biglietti di ingresso al monumento di Via della Cava 28. Ovvero 4 euro intero, 2,50 euro ridotto per bambini, studenti, anziani, soci TCI o FAI, possessori dei biglietti di funicolare, parcheggio di Campo della Fiera, Pozzo di San Patrizio, Orvieto Underground o del presepio degli anni passati, gratuito sotto i 5 anni di età. L’evento rientra nei programmi "A Natale regalati Orvieto" del Comune, "Natale alla Cava" dell’Associazione Culturale "La Cava e i Cavajoli" e "Musei in Rete per il Territorio", realizzato con il contributo della Regione Umbria.
Per ulteriori informazioni:
0763.342373 – presepe@pozzodellacava.it
www.pozzodellacava.it/presepe

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