A sorpresa spuntano Annunciazione e autografo di Giuseppina Anselmi Faina
Due oli su tela, ricevuti come dono di nozze nel 1967 dagli eredi della Famiglia Faina. Ritraggono rispettivamente il volto dell'Arcangelo Gabriele e quello di Maria. Dietro quest'ultimo, l'abbozzo di un campanile e un autografo, quello di Giuseppina Anselmi.
A sorpresa, la legittima proprietaria, Carla Franceschini, ha voluto condividere l'emozionante riscoperta – avvenuta martedì 21 marzo – delle tele dell'Annunciazione, dipinte con tutta probabilità in gioventù dalla moglie del Conte Claudio, "la torinese" passata dai salotti sabaudi alla realtà agreste di San Venanzo, nel pomeriggio di sabato 15 aprile in occasione dell'annunciata inaugurazione della retrospettiva a lei dedicata, lasciando aperta la possibilità che i due quadri possano trovare posto accanto ai 17 che danno vita al percorso espositivo.
Fresco di taglio del nastro, quest'ultimo propone il suo autoritratto datato 1847, una copia di quello di Raffaello, una donna velata e una testa femminile – entrambi risalenti alla metà del XIX secolo – e ancora "La curiosità", "Flora", "Ritratto di giovane donna con orecchino", quelli di Maria Ifigenia Carretti, Madame Rottari, Anna Rottari, Eugenia Anselmi e Angelo, Venanzo, Claudio, Clelia ed Eugenio, Gemma e Clelia Faina. Curato da Giuseppe Maria Della Fina, racconta della vita di una donna che, in un'epoca in cui non era scontato, cercò di affermare il diritto ad essere una pittrice, seguendo la propria vocazione.
Sullo sfondo, vicende familiari anche controverse, avvenimenti significativi del Risorgimento italiano e incontri con artisti di primo piano del suo tempo. "Giuseppina Anselmi Faina. Una pittrice dell'Ottocento tra Piemonte e Umbria" – questo il titolo della mostra promossa dal Comune di San Venanzo in collaborazione con la Fondazione per il Museo "Claudio Faina" di Orvieto, visitato ogni anno da 25.000 persone – è accompagnata da un omonimo catalogo, firmato dallo storico Luca Montecchi, autore già nel 2016 di una monografia sulla pittrice, e pubblicato da Intermedia Edizioni, che costituisce il secondo numero della Collana "Letture Fainiane".
Previsti, inoltre, una serie di eventi collaterali. Nel pomeriggio di domenica 16 aprile le stesse sale affrescate al secondo piano del Palazzo Comunale, che fu una delle residenze dei Faina sul Monte Peglia, zona legata alle origini della famiglia, dove la mostra sarà visitabile fino a domenica 21 maggio, hanno ospitato i passi di danza del ballerino Marco Toccaceli esibitosi sulle note del violinista Michele Tremamurro.
Venerdì 5 maggio alle 18 l'annesso Centro Congressi "La Serra" ospiterà la presentazione del libro "Zeffirino Faina. L'uomo, l'imprenditore, il politico" di Rita Rossetti edito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che restituisce nitidezza alla figura del possidente locale, ultimo di tre fratelli, assunto al ruolo di politico, prima agli albori della Provincia di Perugia fino ai seggi parlamentari del Regno.
Sabato 20 maggio, invece, alla stessa ora e nello stesso luogo, sarà la volta di "Una storia di brigantaggio. Il rapimento e l'uccisione del Conte Claudio Faina", primo volume della nuova collana editoriale Letture Fainiane, curato da Luca Montecchi e Giuseppe Maria Della Fina che ripercorre la vicenda che, nel 1874, vide coinvolto l'esponente della nobile famiglia e il brigante David Biscarini, originario di Marsciano.
"La storia di questa famiglia e del suo legame con il territorio – ha sottolineato il sindaco di San Venanzo, Marsilio Marinelli – non smette di suscitare fascino. Le iniziative che si stanno realizzando sono un attestamento pubblico di riconoscimento e riconoscenza. Aver dedicato una mostra ad una delle poche donne pittrici nell'Italia dell'Ottocento risponde non solo ad un intento storico-culturale, attrattivo da un punto di vista turistico, ma anche di memoria che ci consente di dare seguito all'accordo di collaborazione istituzionale sottoscritto alcuni mesi fa con la Fondazione per il Museo Claudio Faina di Orvieto".
"Questa seconda iniziativa – ha aggiunto il presidente, Daniele Di Loreto – nasce da un percorso avviato da un anno che si basa sul principio della reciprocità. La somma di più soggetti non è algebrica, ma crea valore esponenziale sul territorio. E la sinergia amplifica le potenzialità". Alla presenza del senatore Walter Verini, della deputata Emma Pavanelli e dei consiglieri regionali Simona Meloni e Michele Bettarelli, lo storico Luca Montecchi ha ripercorso rapidamente la biografia di "una donna ingiustamente dimenticata dalla storia dell'arte, oltre che dalla società e, in parte, perfino dalla stessa famiglia.
Una pittrice accademica che ha sfidato consuetudini e convenzioni dell'epoca e ha rivendicato la sua identità femminile, oltre la canonica vita borghese. La sua è stata una rivoluzione silenziosa, in casa e in atelier, in un ambiente anche artistico come quello torinese degli anni '30/'40 dell'Ottocento fortemente dominato dagli uomini".
"Dal difficile matrimonio con il Conte Claudio ai viaggi solitari per salotti – ha ribadito Giuseppe Maria Della Fina, direttore scientifico della Fondazione Faina – passando per il rapporto con il figlio Eugenio al quale il 6 agosto 1868 scrisse una lettera, quasi a giustificarsi di essere tornata a dipingere. Alla sua fama d'artista nacque, infatti, il pregiudizio di una famiglia che la volle dilettante di pittura e non pittrice. I suoi quadri ora sono finalmente tornati alla luce, per la prima volta a San Venanzo, risarcendo in qualche modo la sua memoria".

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