cultura

"A spasso con Daisy" da Orvieto a Magione, Maximilian Nisi: "Spero che il 2023 sia un anno galantuomo"

domenica 1 gennaio 2023
di Livia Di Schino

"Che sia un anno galantuomo". Questo l’augurio di Maximilian Nisi ai lettori di Orvietonews.it e a tutti coloro che lo seguono come attore. Una professione che per lui è una scelta e che, solo nel tempo, con tanta, tantissima determinazione, può diventare una vocazione che deve essere perseguita con studio e attenta e costante cura nei dettagli. "Sono i dettagli che fanno la differenza".

"Per me la ripresa è stata possibile, ma per tanti miei colleghi e colleghe, anche molto bravi - racconta l’attore - non è stato così". Il riferimento di Nisi è al periodo di restrizioni che ha subito il mondo del teatro e della cultura più in generale a causa del Covid.

Per lui la ripartenza è stata repentina, prima con "Giuda", testo di Raffaella Bonsignori, e poi con "A spasso con Daisy" di Alfred Uhry, per la regia di Guglielmo Ferro, la splendida commedia portata in scena sabato 26 novembre ad Orvieto che, nei prossimi giorni, esattamente giovedì 5 gennaio tornerà in Umbria per fare tappa al Teatro Mengoni di Magione.

"Lo spettacolo nell’appena trascorso 2022 - precisa con un pizzico d’orgoglio - è stato rappresentato un centinaio di volte. A pensare che il clima di incertezza ci aveva portato a pensare che dopo il debutto non saremmo riusciti a farlo molte volte prima di essere nuovamente bloccati".

In scena ancora una volta con Milena Vukotic (nei panni di Daisy Werthan) e Salvatore Marino (l’autista Hoke Colburn)…
Il nostro è stato un vero e proprio incontro tra persone: una frequentazione a 360 gradi basata sulla conoscenza, sull'ascolto e sul rispetto delle reciproche diversità. Con Milena avevo già lavorato nel 2018 in "Un autunno di fuoco" di Eric Coble, per la regia di Marcello Cotugno. Confermo che è un’ attrice straordinaria che può arricchire chi lavora con lei sia professionalmente che umanamente. Per Milena il teatro è una vera e propria missione. Salvatore è stata una piacevolissima scoperta. Un attore con una formazione e un percorso molto differenti dai miei, estremamente incisivo, sincero e privo di tutte quelle infrastrutture che molto spesso attanagliamo le persone che fanno il teatro.

Perché riportare in scena un’opera teatrale che debuttò a New York nel 1987?
Perché, nei temi trattati, è ancora moto attuale: come la necessità, ancora non superata, di omologazione delle persone, il razzismo che è una piaga irrisolta, il rapporto tra generazioni che troppo spesso viene vissuto come un peso e il bisogno di amicizia e di empatia che è in ognuno di noi.

Una volta tolta la maschera del burbero figlio di Daisy, Boolie, com’è stato riabbracciare Orvieto?
Come può immaginare io solo molto legato ad Orvieto, ci sono venuto spessissimo in tournée: una delle prime volte, avevo poco più di vent'anni, fu, al Teatro Mancinelli con l'"Edipo Re - Edipo a Colono" di Sofocle per la regia di Glauco Mauri, e dieci anni dopo sono tornato per interpretare il ruolo di Adriano Aiesi, nella serie televisiva "Il Bello delle Donne".


Con il regista Maurizio Ponzi e l'attrice Antonella Ponziani

Erano gli anni nei quali il Teatro Mancinelli era stato da poco restaurato?
Esatto e non potrò mai dimenticare di quella notte che mi scordai una candela accesa nel mio camerino. Sarebbe potuto succedere un disastro se non fosse scattato l’antincendio e non fossero intervenuti, all'alba, i vigili del fuoco. Il giorno dopo Glauco Mauri (regista, ma anche protagonista dello spettacolo, ndr) fu, a ragione, molto severo con me".

Non solo in Italia: il suo lavoro l’ha portata anche in Grecia, Cina, Giappone, Corea…
Sì, con l'Antigone di Sofocle, per la regia del greco Teodoros Terzopoulos, siamo partiti dal Teatro Olimpico di Vicenza e siamo approdati in luoghi lontani e in meravigliosi teatri.

In Paesi così diversi non si rischia di non essere compresi appieno? A partire proprio dalla barriera del linguaggio?
Il teatro, quando è fatto bene, è un linguaggio universale, che va oltre la parola: corpo, situazioni, relazioni. Comunque a Pechino, Epidauro, Olimpia, Dodoni, Preveza e Seul sono stati utilizzati dei display che riportavano, in parte, le battute dei nostri personaggi, mentre a Tokyo una voce narrante fuori campo, durante degli stop recitativi, informava il pubblico di ciò che stava accadendo in scena. Un'esperienza indimenticabile per un ruolo, quello di Emone, che mi è valso il Lauro Olimpico nel 1995.

Dal passato al futuro. Quali progetti?
Molti. Uno fra tutti quello che andrà in scena a marzo. Saremo due attori: io e Maria Letizia Gorga. Porteremo in scena "Mathilde" di Véronique Olmi, diretti da Daniele Falleri, prodotti dal Centro Mediterraneo delle Arti e accompagnati dalle musiche di Stefano De Meo. Il testo parla del rapporto di una coppia borghese, che improvvisamente, dopo anni, perde il suo equilibrio. La moglie finisce in carcere per tre mesi per aver tradito il marito con un suo allievo di quattordici anni. Lo spettacolo racconta l' incontro notturno dei due subito dopo la detenzione di lei. Sarà un’occasione per riflettere su dinamiche di coppia, su fatti di attualità, ma anche su meccanismi mentali che è facile che si inneschino raggiunta la mezza età.

Abbiamo festeggiato l’arrivo dell’anno nuovo. Un 2023 ricco di…
Quest' anno non ho aspettative particolari. Sono curioso di vedere cosa capiterà, augurandomi, ovviamente, il meglio. Spero che il 2023 sia un anno galantuomo, nel suo significato archetipo, nel suo significato vero. Buon anno a tutti!

Foto in apertura di Azzurra Primavera e foto successiva di Maximilian Nisi