cultura

L'amicizia oltre l'apparenza e i pregiudizi, l'attualità di "A spasso con Daisy" con Milena Vukotic

domenica 27 novembre 2022
di Livia Di Schino

Chi conosce l'amicizia, quella autentica, non può non essersi proiettato nella dolcissima e commovente scena finale della commedia "A spasso con Daisy", andata in scena sabato 26 novembre al Teatro Mancinelli di Orvieto. Una storia che molti conoscono grazie all’adattamento cinematografico del 1989 con Morgan Freeman e Jessica Tandy (diretto da Bruce Baresford), dopo che l’opera debuttò a News York nel 1987.

Una storia che non ha deluso l’aspettativa nel suo significato più profondo. Sì, perché ancora oggi, in una società individualista, nella quale l’apparenza gioca un ruolo importante, c’è chi crede ancora nel valore dell'amicizia. Quella vera, autentica, una sintonia improbabile eppure totalizzante. Un'amicizia che, come si è visto sul palco, può nascere e si può sviluppare - proprio come in natura le piante spontanee - quando e dove meno te lo aspetti.

Questo grazie ad un processo spontaneo e lento, ma inesorabile, che permette di superare quegli schemi mentali che intervengono nella semplificazione della conoscenza, influenzando le scelte, in una realtà che, però, rimane complessa. In altre parole i pregiudizi, figli di superficialità e mancato confronto. Così a contare non sono più il ceto sociale, le possibilità economiche e l’apparenza, ma l’autenticità, il modo di essere e il sentimento.

La forza e la fragilità di Milena Vukovic - sul palco insieme a Maximilian Nisi, nei panni dell’insofferente figlio di Daisy, e Salvatore Marino, in quelli dell’autista della signora con il quale nascerà una profonda amicizia - hanno fatto il resto, dando forma ad un percorso di vita che, riguardando tutti, rende questa storia un grande classico.

Proprio lei, da dietro le quinte del teatro, una volta dismessi i panni di Daisy e rindossati i suoi - cappotto scuro schiarito da un’elegante foulard che aggiunge luce al viso, soddisfatto e sorridente - ha sottolineato, dopo averle fatto notare che la conclusione potesse lasciare agli spettatori il sapore della commozione, "Così è la vita".

Un breve commento che, in un attimo, ha riavvolto la storia, appena andata in scena, e ripresentata con quel velo di realismo che, forse la spensieratezza del momento teatrale e di alcuni passaggi della narrazione vissuti con il giusto sorriso tra le labbra, aveva un po’ sopito, restituendo un significato certamente palesato, ma dalle tinte ancora più profonde.

Il sapersi lasciare andare veramente, senza paure per il giudizio altrui, all’affetto e all’ammissione dei sentimenti arriva da parte della protagonista solo verso la fine, quando si intravede il termine di tutto, solo quando si comprende di non avere più nulla da perdere.

E insieme alla conferma della dichiarazione dell’amicizia provata, ecco arrivare un vero regalo di Daisy per l’autista. Quel profumo, ormai introvabile della moglie, che lui amava portare ogni tanto al naso, con un fazzoletto, per riportare alla mente e al cuore il ricordo della donna amata. Pensiero ricambiato da lui con affetto umano: farle assaporare la torta del Ringraziamento con un gesto non di assistenza, ma come farebbe un amico che ti vuole bene e te lo vuole dimostrare.