cultura

Fatimah Hossaini tra i premiati a Orvieto del Premio Internazionale "Hypatia"

domenica 17 ottobre 2021

Si è svolta domenica 17 ottobre, come annunciato, nella Sala dei Quattrocento del Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto la prima edizione del Premio Internazionale "Hypatia" promosso dalla quinta Biennale del Restauro Architettonico ed Urban Brau5. Dieci le statuette consegnate ad altrettanti i professionisti scelti, dopo un'attenta procedura selettiva basata su criteri scientifici, dal Comitato internazionale dei fondatori composto da 15 personalità di vari Paesi europei ed extraeuropei.

Tra i premiati anche Fatimah Hossaini, 28 anni, fotografa afghana, fuggita nell'agosto scorso dal suo Paese dopo il ritorno dei talebani. "Non vedo alcuna speranza per il futuro delle donne in Afghanistan" ha dichiarato all'Ansa l'artista fuggita da Kabul lo scorso agosto dopo l'avvento dei talebani. "Le donne - ha aggiunto - sono sempre la parte più vulnerabile della società in una zona di guerra e ora sono davvero preoccupata per il futuro della nuova generazione dell'Afghanistan.

"Sappiamo tutti di essere tornati in Afghanistan a 20 anni fa e a quei giorni bui. Vediamo che i talebani hanno vietato alle donne di tornare a scuola e lavorare. Non permettono loro nemmeno di indossare ciò che vogliono. L'arte e la cultura possono aiutare sicuramente il popolo afghano perché così può difendere la sua identità, ma in una zona di guerra come l'Afghanistan, quando tutti parlano del potere delle armi e della politica, l'arte e la cultura dovranno faticare molto per trovare il loro spazio".

Tra i premiati anche l'orvietano Alberto Satolli, architetto, archivista, designer, noto studioso orvietano, fondatore e segretario generale del Cicop Italia dal 1994-2008 e già presidente dell'Istituto Storico Artistico Orvietano. E ancora Assia Harbi, algerina, esperta in sismologia e geofisica; Hasnaa Chennaoui Aoudjehane, del Marocco, per i suoi lavori in geologia planetaria; il francese Thi Duong Chi Nguyen per la medicina e la salute pubblica; Amado Gustavo Ayala Milian, messicano, per la sismologia; la giapponese Teruko Kawabata per l'educazione nutrizionale, l'italiana Irma Della Giovanpaola per l'archeologia; il brasiliano Niède Guidon ancora per l'archeologia e l'egiziana Inas Oma per la tutela ambientale.

 

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