Corteo Storico, verso lo spostamento dei costumi a Palazzo dei Sette

Elmi, corazze, alabarde. Mantelli e calzari, stendardi e bandiere. Beni che costituiscono pezzi di valore inestimabile dell’artigianato storico locale. Sono circa 400 i costumi del Corteo Storico di Orvieto, ideati da Lea Pacini in quella sua colorata e personalissima idea di Medioevo. Un sogno, il suo, a cui 26 anni fa si è aggiunto quello degli oltre 150 abiti del Corteo delle Dame, disegnati dall'estro di Nicoletta De Angelis.
Tanto splendore che, almeno una volta all'anno, inorgoglisce la città si avvia a lasciare i fatiscenti locali dell'ex Caserma Piave alla volta di un immobile più prestigioso e centrale come Palazzo dei Sette. Proprio in questi giorni, infatti, il Comune ha avviato le verifiche tecniche per predisporre lo spostamento della sede dell'Associazione "Lea Pacini". "Una soluzione che – spiega il sindaco, Roberta Tardani – abbiamo condiviso all’interno della maggioranza.
E che ho partecipato agli stessi rappresentanti dell’associazione che si sono dimostrati favorevoli. Si tratta, infatti, di un luogo prestigioso per un tesoro della città che intendiamo promuovere e valorizzare adeguatamente, anche trovando una soluzione per la musealizzazione dei costumi". Almeno di quelli più antichi, meritevoli di apposite teche. Se ne parla da tempo, ma ora la progettualità si fa più concreta e scarta la ventilata opzione della Chiesa di San Francesco.
Un'ipotesi, suggestiva ma fattibile, già c’è anche se, secondo il primo cittadino, è ancora prematuro parlarne nel dettaglio. L'ambizione, comunque, è quella di poter spostare i costumi del Corteo Storico e del Corteo delle Dame già in vista delle prossime uscite, particolarmente attese dopo l'ultima non-edizione. Ridotto a pochi figuranti, a causa dell'emergenza sanitaria, e non risparmiato dalla pioggia, a metà giugno 2020 il corteo non ha attraversato per le vie della città.
Prima volta in 69 anni di sfilate. Una rappresentanza simbolica aveva, comunque, fatto ingresso in Cattedrale con quattro chiarine, quattro tamburi, i quattro Anterioni dei Quartieri e due dame. Dal balcone del Palazzo dell'Opera del Duomo si era affacciato il Podestà con due valletti del Comune, mentre all'ingresso erano presenti due tamburini. Dal balcone del Museo Claudio Faina erano comparsi, invece, il Capitano del Popolo e due scudieri.
Un omaggio alla città dove la solennità cristiana del Corpus Domini fu istituita da Papa Urbano IV, nel 1264 con la Bolla Transiturus de Hoc Mundo. All'edizione 2021 della festa che, più di tutte e malgrado tutto, è sentita dagli orvietani come momento identitario, mancano poco meno di cinque mesi. Un tempo, questo, ritenuto sufficiente ad individuare in via definitiva lo spazio da destinare all'Associazione "Lea Pacini", così come la via o la piazza del centro storico da intitolare alla creatrice dei costumi del Corteo Storico, venuta a mancare nel 1992.
In questo senso a luglio 2018 il Consiglio Comunale aveva approvato all'unanimità una mozione bipartisan e indicato come zona opportuna quella di Via dei Magoni, legata alla vita e alla storia del corteo e della sua ideatrice. L'ingresso dell'Associazione "Lea Pacini" implicherà una riorganizzazione degli spazi e la convivenza con Cittaslow International situata all'ultimo piano. Al riguardo, in seno alla maggioranza è in atto un confronto serrato. I costumi, intanto, aspettano solo di poter uscire da quegli armadi dove restano ingiustamente confinanti per un intero anni.
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