Abbazia di Sant'Eutizio, come era. Per ricordare e per avere un obiettivo.

Sono un parrocchiano di Sant'Andrea ed ho avuto la grazia di poter stare, in più occasioni e per alcuni giorni in quel luogo meraviglioso che è l'Abbazia di Sant'Eutizio, ospite dell'eccezionale don Luciano Avenati. Oggi, osserviamo con grande dolore quanto la chiesa parrocchiale di Preci sia rimasta gravemente danneggiata.
Grazie al cielo non ci sono state ulteriori vittime nell'ultimo terremoto ed ora è alle persone che si deve pensare, prima che alle pietre. Queste persone, però, sono orgogliosamente e fieramente legate alla loro terra, alla loro identità e alla loro storia. Che è poi la nostra storia, le cui radici affondano in luoghi impregnati di memoria come l'Abbazia di Sant'Eutizio, a Preci. Luoghi che non devono essere dimenticati o abbandonati anche per rispetto del futuro chi oggi soffre delle ferite del terremoto.
Questa Abbazia, fondata nel 470 e definita la culla del movimento monastico occidentale, fu il luogo dove San Benedetto ricevette da Santo Spes la formazione umana e cristiana e da cui partì per diffondere in Italia e nel mondo occidentale il monachesimo e la sua regola. Il campanile, dell'architetto Giovanni Battista crescenti (1600), arroccato sullo sperone roccioso soprastante la chiesa è rovinato al suolo.
La facciata della chiesa fu costruita da Teodino I nel 1190. Il rosone fu eseguito eseguito ai tempi di Teodino II: oggi non ci sono più. E' giusto, quindi affidarsi alla memoria nella speranza che questo luogo, come altri importanti, non vengano dimenticati. Le foto mostrano come era l'Abbazia fino ad alcuni mesi fa. Per ricordare e per avere un obiettivo.
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