cultura

Le destinazioni del San Francesco nel corso dei secoli

domenica 1 marzo 2009
di Ufficio Stampa Comune di Orvieto
Le destinazioni del San Francesco nel corso dei secoli

Prima di oggi, le destinazioni d'uso dell'ex complesso conventuale di San Francesco sono state diverse: venne occupato ininterrottamente dal 1240 fino al periodo napoleonico dai frati francescani; poi, con le soppressioni napoleoniche delle congregazioni e degli ordini religiosi la comunità francescana lasciò la città (così come altre comunità, ad esempio gli agostiniani).

Dopo il periodo napoleonico, nel 1826 i frati francescani tornarono nuovamente ad Orvieto, ma occuparono il convento di sant'Agostino (lasciato definitivamente dagli agostiniani che non ritornarono più) poiché il San Francesco era adibito in parte a seminario, in parte a scuole. Successivamente con Regio Decreto del 6 Dicembre 1877 venne istituito il Distretto Militare di Orvieto con giurisdizione sui circondari di Orvieto e Viterbo che fu acquartierato proprio all'ex convento di San Francesco (di proprietà municipale). La struttura conventuale venne perciò restaurata e trasformata per le finalità di caserma militare presidiata da uno stato maggiore al comando di un tenente colonnello e da una compagnia permanente. Le funzioni del Distretto Militare si protrassero in quella sede fino al 1956 e furono molteplici, sia in tempo di pace che in tempo di guerra e spaziavano dal servizio di guardia delle carceri civili alla gestione della leva annuale, al richiamo alle armi, ecc. (Fonte: Archivio di Stato di Orvieto).

Le destinazioni successive del San Francesco si intrecciano con la nascita e lo sviluppo dell'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri. Infatti, nel 1948/49 nasceva ad Orvieto la sezione Ragioneria ad indirizzo amministrativo. Le vicende legate alla scuola sono piuttosto complesse e si ricollegano alla gestione del lascito di Francesco Vivona finalizzato all'istruzione dei ragazzi. L'istituto, al tempo parificato, veniva chiamato il "Vivona", ubicato presso il Palazzo dei Sette, insieme all'Ufficio annonario in via di chiusura. Ma per il territorio, si avvertiva l'esigenza di una scuola di indirizzo commerciale in considerazione del fatto che in città si stavano aprendo numerosi sportelli bancari e gran parte degli assunti venivano da fuori della Rupe.

Nel 1960/61, l'Istituito divenne statale - insieme all'indirizzo per Geometri - come sezione distaccata dell'Istituto Tecnico Statale "Federico Cesi" di Terni (riferimento provinciale per questi istituti), con sede in Via Pecorelli, nel complesso ex "Zitelle Sperse", ma dal 1963/64 ottenne l'autonomia; tuttavia sino al 1965/66 convisse con l'indirizzo per Geometri sempre in via Pecorelli per poi trasferirsi all'ex Distretto Militare nel complesso di San Francesco con la denominazione "Lorenzo Maitani". Nel 1979 gli Istituti si separarono: la sezione Geometri venne trasferita presso il polo scolastico di Ciconia con la denominazione "Angelo da Orvieto", mentre la sezione Ragionieri restò fino al 1997 nel complesso di San Francesco, lasciato dall'anno 1998/'99 per trovare anch'essa spazio nel polo di Ciconia. Nel 2000 è avvenuto il nuovo accorpamento tra le due Scuole e l'unione tra gli indirizzi professionali sotto la denominazione di Istituto d'Istruzione Superiore Tecnica e Professionale di Orvieto. (Fonte: Archivio Istituto di istruzione Superiore Tecnica e Professionale di Orvieto).

La storia più recente del complesso conventuale di San Francesco incontra l'esigenza di trasferimento e di un rinnovato sviluppo della Biblioteca Comunale. Infatti, da parte del Comune di Orvieto è del 1996 l'approvazione del progetto per la gestione integrale dei servizi di biblioteca, del ‘98 l'approvazione del progetto preliminare della Nuova Biblioteca e del 2001 l'approvazione del progetto definitivo a cui ha fatto seguito l'inizio dei lavori di ristrutturazione e restauro (Fonte: Archivi Comunali).

Oggi 28 febbraio 2009, la Nuova Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi" inizia la sua storia nell'ex convento di San Francesco in Piazza Febei. Un intervento imponente e accurato su un complesso architettonico di pregio, destinato ad assolvere ad una funzione significativa come è quella di una biblio-mediateca dotata di servizi all'avanguardia, tra le più importanti del Centro Italia con una considerevole disponibilità di spazi per la custodia, la consultazione e il deposito. L'intervento di consolidamento del complesso ha riguardato tutta la struttura pur nella conservazione degli elementi originari della stessa. Dal punto di vista degli impianti, la nuova Biblioteca è stata attrezzata, infatti, con: impianto elettrico a zone con gestione centralizzata e computerizzata, impianto di climatizzazione con corpi scaldanti a pavimento ed aria primaria per garantire i ricambi in funzione dell'affluenza; impianto antintrusione e di videosorveglianza per il controllo degli accessi, impianto antitaccheggio, impianto di rilevazione fumi e antincendio.

Attigua alla sede della Nuova Biblioteca c'è la chiesa di San Francesco (di proprietà comunale) che costituisce uno dei più significativi monumenti medievali orvietani. Iniziata già nella prima metà del Duecento (1240) fu ampliata nel 1262 per volere di San Bonaventura e consacrata da Clemente IV nel 1266. Durante i secoli la chiesa ha subito molti interventi e rifacimenti: i più significativi nella seconda metà del ‘500 e nella seconda metà del ‘700 (1768-1773) che ci hanno restituito la chiesa così come oggi la vediamo. I lavori hanno interessato tutto il complesso, ne è testimonianza il puteale della cisterna posto nel chiostro del convento di san Francesco scolpito da uno scalpellino: Curzio Testasecca nel 1580. Inoltre, in un documento dell'aprile del 1586, Ippolito Scalza compare nel contratto d'appalto per la ristrutturazione del convento, è quindi probabile che il chiostro attuale derivi da un disegno dello stesso Scalza.


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