cronaca

"Ricordare la Shoah è un obbligo morale e un dovere istituzionale"

mercoledì 27 gennaio 2021
"Ricordare la Shoah è un obbligo morale e un dovere istituzionale"

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, dedicata al ricordo degli eventi della Shoah: anche l’Ateneo di Perugia ha inteso dare il proprio specifico contributo con il webinar pubblico intitolato “Dalla negazione dei diritti alla persecuzione. Percorsi della Memoria”. L’incontro, aperto dal saluto introduttivo del Magnifico Rettore, Professore Maurizio Oliviero, ha visto la partecipazione del Professore Mario Tosti, Delegato rettorale alle Umane Risorse, in qualità di relatore e coordinatore, e dei Professori Luca La Rovere, Ferdinando Treggiari ed Emanuela Costantini. 

“Il significato profondo di questa Giornata”, ha dichiarato il Magnifico Rettore – “credo sia splendidamente riassunto in una frase di Tullia Zevi: ‘non si può affidare il dovere di tramandare la memoria della Shoah soltanto ai sopravvissuti e ai discendenti delle vittime: siamo tutti coinvolti’.  Ecco perché – ha sottolineato il Professore Oliviero – abbiamo tutti la responsabilità di ricordare con determinazione che il futuro delle nostre democrazie richiede una costante e corretta lettura della storia. Quando, nel 2005, le Nazioni Unite hanno avvertito l’esigenza di ufficializzare con apposita Risoluzione il Giorno della Memoria, hanno voluto sottolineare il senso di una responsabilità collettiva nella custodia della memoria quale principale antidoto contro qualsiasi forma di violazione dei diritti umani.  

Le università sono campi fertili dove, grazie alla ricerca e al confronto critico, devono essere piantati i semi capaci di arginare le post-verità manipolatorie che sempre più frequentemente si diffondono sui social: la comunità accademica, fatta di studenti, ricercatori e docenti ha la capacità dialettica e il sapere necessari a riappropriarsi con coraggio e determinazione del senso della storia contro le intollerabili rimozioni delle atrocità commesse nel passato. Il nostro compito quindi”, ha concluso il Magnifico Rettore, “è far sì che la Shoah non sia mai archiviata come un ‘piccolo’ incidente della storia perché, come sottolineavano i Padri della Costituzione Italiana, in tutte le democrazie i diritti umani e la tutela di ogni minoranza e opinione non sono una acquisizione definitiva, ma piuttosto un patrimonio da garantire e rafforzare costantemente: per l’Università degli Studi di Perugia un obbligo morale e un dovere istituzionale”.   

Il Professore Tosti ha ringraziato il Rettore per la sensibilità espressa a sostegno dell’iniziativa, e ha sottolineato come: “La memoria della Shoah deve rappresentare un monito per tutta l'umanità contro l'odio razziale, etnico e religioso che ancora insanguina molte parti del mondo e, purtroppo, talora riaffiora anche nelle società più evolute. Non perdere la Memoria è un dovere verso un popolo che è stato vittima di un lucido disegno di sterminio, ma è anche un dovere verso le giovani generazioni, alle quali si deve trasmettere la consapevolezza e la conoscenza del passato. Spetta anche all’Università coltivare nei giovani il rispetto della dignità di ogni essere umano”. Tosti ha fatto eco alle parole del Magnifico evidenziando come il Giorno della Memoria costituisca: “Un’occasione per ricordare che cosa fu realmente la Shoah e che cosa essa significhi oggi non solo per gli ebrei ma per tutta l’umanità”. E’ un dovere collettivo fare memoria delle “leggi razziali, della persecuzione italiana dei cittadini ebrei, degli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché di coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.  

E’ quindi seguito l’intervento del Professore Luca La Rovere (Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne) sul tema “La società italiana di fronte alle leggi razziali”, che ha tracciato un ampio excursusstorico su come, in Italia, si giunse alla promulgazione delle leggi contro gli ebrei e sul ruolo anche della Chiesa. “Con le norme emanate nel 1938 – ha spiegato La Rovere - lo Stato italiano discrimina ufficialmente i propri cittadini sulla base di un criterio razziale: un tema a lungo rimosso dalla coscienza collettiva e dal discorso pubblico del Paese. Da diversi decenni, ormai” – ha sottolineato il ricercatore – “la storiografia ha ricostruito la varietà degli atteggiamenti degli italiani di fronte alla persecuzione dei concittadini ebrei, facendo emergere, nel complesso, il largo coinvolgimento della società nelle politiche antisemite del fascismo”.  

Il Professor Ferdinando Treggiari (Dipartimento di Giurisprudenza) si è occupato di approfondire il tema  “Le leggi razziali e l’Università di Perugia”, ovvero di come il razzismo antiebraico si sia abbattuto sullo Studium generalecon l’adesione al regime fascista e di come ciò si sia riverberato sulla sua storia accademica. “Dal 1935 al 1944 l’Ateneo di Perugia venne guidato dal rettore Paolo Orano, fascista e profondo razzista, un esponente di punta dell’ideologia antisemita - ha sottolineato il Professor Treggiari -. E la mannaia delle leggi razziali scese anche sul corpo accademico perugino, colpendo sei suoi docenti: Cesare Finzi, Quinto Micheletti, Leonardo Viviani, Bernardo Dessau, Gino De Rossi e Giorgio Todesco”. 

“La Shoah nell’Europa dell’Est” è stato quindi argomento trattato dalla Professoressa Emanuela Costantini (Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne). L’attenzione della studiosa si è focalizzata sui luoghi dove l’olocausto si è consumato, mettendo in evidenza la dislocazione, in terra polacca, dei cosiddetti campi della morte più grandi. ”L'Europa orientale, infatti,” – ha argomentato la Professoressa Costantini – “aveva ospitato fino ad allora comunità ebraiche numerose, socialmente diversificate, culturalmente eterogenee. Questo mondo venne cancellato dalla Shoah, che, oltre a rendersi responsabile della morte di milioni di esseri umani, determinò la scomparsa di realtà culturali dinamiche, che per secoli avevano abitato e arricchito il continente europeo. Con la Shoah – ha concluso la storica - scomparvero persone, scomparvero comunità culturalmente dinamiche, parte integrante della cultura europea: venne cancellato un mondo estremamente ricco e la cultura europea ne è uscita profondamente impoverita”. 

Il webinar è stato suggellato dall’intervento del Professore Mario Tosti (Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne), con un intervento su un tema sovente dimenticato, “La Shoah dei bambini”, proponendo una lettura, ricca di testimonianze, di quegli anni riattraversati anche con occhi di bambino e collocando al centro della narrazione il punto di vista dell'infanzia con i suoi percorsi di una memoria specifica, segnata da esperienze e traumi in parte diversi rispetto a quelli vissuti dai genitori. “La storia della persecuzione degli ebrei attuata dal fascismo tra il 1938 e il 1945 ci è ormai ben nota”, ha sottolineato Tosti – “ma raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici sette anni per i bambini italiani. Spero che questo tema – ha concluso – venga trattato in modo più approfondito: lo faremo anche con l’intento di raccogliere l’eredità scientifica della collega, scomparsa prematuramente, Professoressa Maria Cristina Giuntella, il cui padre fu prigioniero ad Auschwitz, la quale per prima ha iniziato a indagare su queste tematiche”. 

L'incontro è stato concluso dal Magnifico Rettore, Prof. Maurizio Oliviero, il quale ha espresso i suoi rallegramenti per l’iniziativa e formulato l’invito ai colleghi presenti affinché vengano create ulteriori occasioni di approfondimento, durante l’anno, sul tema della Shoah, per coinvolgere la comunità accademica ed in particolare i giovani e stimolarli a misurarsi con questa drammatica pagina di memoria collettiva.  


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