Esasperati dall'accattonaggio molesto, gruppo di commercianti scrive al Comune

Un gruppo di commercianti ha sottoscritto e presentato al sindaco di Orvieto Giuseppe Germani e al comandate della Polizia Municipale Mauro Vinciotti una lettera in cui si sollecitano interventi sul fronte del cosidetto "accattonaggio molesto". Di seguito il testo della missiva in forma integrale:
Ci permettiamo di disturbare le autorità cittadine per segnalare una problematica, quella dell'accattonaggio "di massa" nel centro storico di Orvieto, che sta crescendo di giorno in giorno, mettendo a dura prova la nostra capacità di sopportazione, come persone, come cittadini e come imprenditori. Si tratta di una questione che riguarda ormai (almeno) tutta l'area di Corso Cavour compresa tra il Teatro Mancinelli e Piazza della Repubblica: da diversi mesi siamo costretti a tollerare che una persona (o meglio più persone che si avvicendano in tale "attività") stazioni stabilmente davanti all'ingresso del negozi chiedendo insistentemente l'elemosina a tutti i passanti e gli avventori.
Non intendiamo in alcun modo infierire nei confronti di persone in difficoltà, che anzi abbiamo sempre aiutato per quanto possiamo, né esprimere alcun giudizio xenofobo o razzista, ma crediamo che il problema degli immigrati ridotti alla mendicità sia un problema di rilevanza sociale, che interroga tutta la città, a cominciare delle istituzioni locali, al quale anche noi non vogliamo sottrarci. A tale proposito desideriamo sottolineare come l'atteggiamento finora tenuto rispetto a tale questione, che si è limitato in sostanza a far finta di non vedere il fenomeno, sia invece assolutamente insufficiente e nocivo, se non addirittura ipocrita:
1) è nocivo perché finisce per dare un'immagine della città ancora più degradata di quanto non sia;
2) è insufficiente in quanto non tiene conto delle esigenze di un'ordinata convivenza civile e di coloro che svolgono la loro attività lavorativa al pubblico nel centro storico;
3) è ipocrita in quanto non salvaguarda la dignità delle stesse persone costrette a mendicare, che probabilmente sono anche assoggettate a forme di vero e proprio racket.
Ci rivolgiamo quindi a voi per sollecitare un'assunzione di responsabilità e, soprattutto, risposte chiare a un problema delicato, che riteniamo debba essere risolto al più presto nel rispetto di tutti, riguardo al quale dichiariamo fin d'ora la nostra disponibilità a collaborare. Nel ringraziarvi fin d'ora per l'attenzione e in attesa di un vostro cortese cenno di concreto e tempestivo riscontro, formuliamo i nostri rispettosi saluti.
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