"Indossare il camice fa parte del lavoro e va in busta paga". Sentenza rivoluzionaria del Tribunale di Orvieto

I minuti necessari ad indossare il camice prima di prendere servizio in ospedale ed il passaggio di consegne, sono da considerarsi tempo lavorativo e pertanto, vanno retribuiti. E' questo, in sostanza, il senso della sentenza n. 72 del 22 novembre 2011 emessa dalla sezione lavoro del Tribunale di Orvieto, sentenza che sembrerebbe destinata a far giurisprudenza grazie al concetto "rivoluzionato" di retribuzione del tempo lavorativo.
Il Tribunale di Orvieto ha infatti accolto il ricorso di cinque infermieri del "Santa Maria della Stella" contro la ASL4. I ricorrenti lamentavano il fatto che il cambio negli spogliatoi rappresentasse un tempo di lavoro aggiuntivo e straordinario rispetto a quello del turno. Il giudice ha anche quantificato l'effettivo tempo necessario alla vestizione, 15 minuti. Per ogni infermiere sarà quantificato un risarcimento che varia a seconda delle diverse richieste dei ricorrenti che avevano presentato documentazioni diverse. Si tratta di una sentenza importante che arriva dopo anni di richiesta da parte del personale sanitario delle asl umbre per il riconoscimento del "cambio turno".
Secondo l'avvocato che ha sostenuto la causa , gli infermieri, per senso di responsabilità e correttezza verso i propri colleghi giungevano al lavoro mediamente dieci, quindici minuti prima dell'inizio del turno lavorativo, proprio per indossare la divisa e raggiungere il reparto dove ricevere dai colleghi tutte le informazioni necessarie ad iniziare il turno.
Se è vero infatti che la cartella infermieristica registrando tutte le informazioni necessarie sulle condizioni dei pazienti poteva costituire da sola valido strumento di lavoro per gli infermieri, appare altresì innegabile che il passaparola di persona sulle problematiche di reparto resta un momento imprescindibile ad ogni inizio turno per migliorare l'assistenza. In busta paga però, questo lavoro non veniva riconosciuto e i dipendenti venivano retribuiti in base all'ora di presa di servizio programmata, "regalando" alla Asl minuti che, accumulati, arrivavano a diverse ore di tempo lavorativo alla fine del mese. Per questo motivo, il giudice del Tribunale di Orvieto ha ritenuto legittime le richieste dei cinque infermieri che hanno intentato la causa. La Asl provinciale, a quanto si apprende, avrebbe già fatto ricorso in appello.
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