Tommaso Ubaldini & Giulio Basili, cercasi sponsor urgentemente...

Negli anni ’50 rappresentare Orvieto nel motociclismo agonistico toccava a Piero Carletti. C’era un Moto Club, organizzatore del circuito cittadino disegnato con partenza e arrivo a Piazza Cahen, transito per la Confaloniera, Piazza del Popolo, Via della Costituente, Piazza Duomo e giù per Via Postierla fino alla piazza. Più tardi iniziò a brillare la stella di Tommaso Campanari, Consigliere Federale della FMI, sostenitore del crossodromo di Salviano, promotore della Castellana Motociclistica, arrivata a prova per l’Europeo della Montagna e, più in particolare, punto di riferimento per alcuni piloti orvietani, con testa Massimo Mocetti e Fausto Paradiso.
Tempi d’oro, caratterizzati dalle sfide, extra gara, con gli aquesiani, capitanati da Libertario Cerrini, sui lunghi rettilinei della Via Cassia. Di seguito, il regresso, con attività dettate più che altro dalla passione, protagonisti, tra gli altri, in ruoli diversi, Giorgio Bianchini, Luca Giovannoni, Massimo Frustalupi e altri, con l’emergente Maurizio Gambarau, oggi ai vertici di team importanti nel mondiale piloti. Adesso si parte dal basso e le speranze di una rinascita sono affidate a Giulio Basili e Tommaso Ubaldini. Tredici anni il primo, di cui sappiamo già molto e che proprio in questi giorni propone la brochure personale quale veicolo pro sponsor, dieci le primavere di Tommaso che ha già un tricolore all’attivo.
Non c’è il Moto Club a supportarli e il lavoro sporco lo portano avanti Roberto e Luca, padri dei due ragazzi. Che sarebbe bello vedere in un team unico, magari con gli stessi colori, volesse il cielo di uno o più sostenitori locali. Tommaso, nipote di Pierino, conosciutissimo alimentarista del centro storico, nasce, in sostanza, a cavallo di una moto. Luca ha provato anche lui, anni prima, assieme al fratello, ma l’avventura non ebbe grandi sbocchi. Il ragazzino, frequenta la quinta elementare, a sei anni sale sulla prima mini moto. Si dimostra entusiasta e ha il verso giusto. Bisogna attrezzarsi meglio e la scelta cade sul mezzo già guidato da Giulio. Ma oggi il tempo corre veloce e serve di meglio.
Il papà ne parla con Massimo Mocetti e scatta il progetto. Si parte da un vecchio telaio, i dopo cena di lavoro non si contano, ma arriva il risultato. Il primo impatto è datato 2018, con la partecipazione alla fase selettiva del Campionato Italiano MLK, categoria junior, una serie B d’Eccellenza, nel motorismo giovanile, propedeutica farsi le ossa. E’ un anno di studio, non arrivano risultati clamorosi, ma il ragazzo cresce. Secondo step, l’iscrizione alla SMC, scuola di motociclismo con base a Orte. Tommaso la frequenta due volte la settimana, accompagnato dalla madre la quale, per la passione che anima gli uomini di casa, abdica l’iniziale dissenso. I maestri intravedono in Tommy la stoffa per andare più lontano.
Alle prove sul pistino, si alterna la guida su sterrato per migliorare equilibrio e forza. C’è anche un po’ di stretching, abbastanza noioso, sentenzia il ragazzo. Inizia il campionato, lo stesso dell’anno precedente e, a Giulianova, con l’ultima delle sei gare stagionali, si aggiudica la fase centro sud. La moto è dotata di motore da 40 c.c., dispone di due regolatori d’altezza, anteriore e posteriore, può raggiungere velocità prossime ai 100 Km/h. E’ fatta in casa, Luca e Massimo temono non possa reggere il confronto con quelli del nord, alle finali interzonali dalle quali uscirà il Campione Italiano.
Tommaso, cui piace dare gas, senza preoccuparsi troppo di assetti ecc., sconfessa subito le preoccupazioni dei più grandi, infila una serie di successi re approda sul gradino più alto del podio. Il capitolo potrebbe chiudersi qui, se fosse mancata la gita premio alla Pista Internazionale di Viterbo. C’è una gara, tipo club e sono disponibili due moto per prendervi parte. Una rapida occhiata tra padre e figlio, la decisione è presa. Il 26 Kg, tanto pesa il biondino, non manifesta timori reverenziali. Secondo in gara uno, si aggiudica la seconda. Adesso, e siamo all’oggi, c’è da risolvere un doppio salto di categoria. Il pilota c’è, lo dicono gli esperti, per la moto, e torniamo al problema, che è anche di Giulio, è solo, si fa per dire, la materia prima. Chissà se qualche buon cuore, orvietano o no, raccoglierà l’appello.

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