Dal Veneto al Friuli: Fattorini, Pelorosso e Ferretti proseguono nella caccia al tricolore

Sono 586 i km che separano Orvieto da Verzegnis, paesino dell’est friulano, dove è in programma una nuova sfida valida per il campionato italiano della montagna. Sono i soliti, Fattorini, Pelorosso, Ferretti, gli orvietani a caccia di punti tricolori sui 5640 mt. del percorso, da ripetere due volte. Tutti conoscono il tracciato, Fattorini è già nell’albo d’oro per aver fatto l’assoluto nel 2015 precedendo Cristian Merli e Domenico Scola, Pelorosso ne ha un ricordo poco piacevole risalente al 2018, Ferretti è già salito sul podio nell’edizione dello scorso anno. La concorrenza e non poteva essere altrimenti, è di primissima fascia.
Le macchine iscritte, comprese le storiche, sono 271, con larga rappresentanza straniera, stante la validità della corsa per i campionati della montagna austriaco e sloveno. Particolarmente affollata la classe E1 2000, con Daniele che si avvierà quale ultimo dei sedici piloti iscritti. Una parata che non spaventa l’orvietano, stimolato dalla possibilità di misurarsi con i migliori, la cui unica preoccupazione è data dai pneumatici, già usati, con l’impossibilità di montarne nuovi, in quanto il produttore ha interrotto la produzione della mescola. Le scarpe nuove vestiranno la Clio dalla gara successiva, dopo un indispensabile pre rodaggio, per capirne l’adattabilità di una mescola diversa alla vettura firmata Kedda. Che avrà nel suo box anche l’Osella di Denny Molinaro, giovanissimo calabrese molto forte, già vincitore in due prove del campionato prototipi al volante della Wolf motorizzata Aprilia.
Filippo Ferretti troverà la Radical come l’aveva lasciata dopo l’Alpe del Nevegal, ferma in un garage bellunese. Il ragazzo, che incrocerà di nuovo Torrente e Venturi, è su di giri e punta al gradino più alto del podio. “Proverò a vincere” il suo proclama, nonostante conosca il valore degli avversari e, per chi lo conosce, va interpretato come segnale di crescita. Michele Fattorini, di cui le immagini audio visive hanno confermato come a provocare l’impatto con il guard rail al Nevegal non sia stato un errore del pilota ma un guasto all’elettronica del cambio, ha impegnato papà Fabrizio nella riparazione della vettura danneggiata. I danni non erano esagerati ma la riparazione si è rivelata lunga e laboriosa. Tutto dovrebbe essere a posto, anche se, quando si parla di Michele, gli imprevisti sono all’ordine del giorno, per cui il condizionale è d’obbligo. E’ un tracciato sul quale il pilota si trova a proprio agio, dove ha già battuto l’attuale numero uno delle cronoscalate nazionali e internazionali, evento rarissimo. Avrà, ad ogni modo, il suo bel da fare. Zardo, Magliona e molti altri non staranno certo a guardare.

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