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Sergio Brio apre "La Rimpatriata". Credo bianconero e un libro per dare un calcio al cancro

martedì 8 agosto 2017
di Davide Pompei
Sergio Brio apre "La Rimpatriata". Credo bianconero e un libro per dare un calcio al cancro

Sabato 19 agosto compirà 61 anni. Sedici, quelli trascorsi indossando e sudando, orgoglioso, dentro la maglia bianconera. Tredici da stopper e tre da assistente di Giovanni Trapattoni. Uno, da solo in Belgio. Difensore, a 18, Fiorentina, Juventus, Cesena e Milan già se lo contendevano. Ex allenatore, oggi opinionista sportivo per Rai Radio1 – "un mondo nuovo, che mi sta dando grandi soddisfazioni" – Sergio Brio è stato uno dei protagonisti di quello che viene considerato "il blocco difensivo migliore della storia del calcio".

Quello vero, fisico. Dal Lecce, dove ha mosso i primi passi, alla Pistoiese dove si è fatto le ossa, è con la Vecchia Signora – di cui è stato anche capitano – che ha disputato 379 partite, mettendo a rete 24 goal. Quattro, gli scudetti vinti. Con Scirea-Cabrini-Tacconi-Tardelli-Vialli-Blind-Baia-Muhren condivide il titolo di vincitore di Coppa dei Campioni – Champions League, Coppa delle Coppe e Coppa UEFA.

E ancora di tutte le competizioni calcistiche, riconosciute dalla UEFA e dalla FIFA, a livello internazionale. Nel 2011, la Juventus lo ha omaggiato di una stella celebrativa nella Walk of Fame bianconera alla Stadium di Torino. Nel pomeriggio di lunedì 7 agosto, invece, lo applaude il Campo della Fiera di Monteleone d'Orvieto.

Il fischio d'inizio è quello dell'edizione 2017, la 52esima, de "La Rimpatriata" - i tradizionali festeggiamenti della Pro Loco ai quali collaborano Comune, Ente Corteo Storico, Nobile Casato Conti di Montemarte e Casato dei Conti di Marsciano - che andrà avanti fino a mercoledì 16 agosto. L'occasione, l'annunciata e attesa presentazione delle 160 pagine corredate di foto – bianconere anch'esse, oltre che storiche – del libro "Sergio Brio. L'Ultimo 5topper" (GrausEditore) dedicato alla nipote Elisa, nel quale con la mano narrativa della coautrice Luigia Casertano che non ha potuto partecipare all'incontro monteleonese, la prefazione di Allegra Agnelli e la presentazione di Giampiero Boniperti "accompagna nell'avvincente viaggio di una vita che ha dell'inimmaginabile".

Senza intenti auto-celebrativi, ma scegliendo di condividere la sua storia e destinare il ricavato del libro alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Con l'acquisto – alcune copie autografate sono tuttora disponibili presso la sede dell'Associazione Turistica Pro Loco di Monteleone d'Orvieto, al civico 27 di Via Vittorio Emanuele – si contribuisce, infatti, alla crescita dell'Istituto di Candiolo. A condividere il tavolo con lui, il neo-presidente Stefano Cappelloni, il sindaco Angelo Larocca, l'amico Andrea Petrangeli e poi i giornalisti Livia Di Schino ed Ercole Fragasso. A loro e a un pubblico – non solo zebrato, ma composito e vivace nell'interazione – il "gigante buono" si racconta in un clima informale, da bar dello sport.

Rivelandosi dall'alto dei suoi 190 centimetri, entusiasta ed umile, sebbene consapevole di una carriera stellata. E co-stellata di consensi e critiche, infortuni e abbracci di una squadra percepita davvero come comunità. "Una società seria – ribadisce – una famiglia". Passando per aneddoti e ricordi, dal morso del cane-poliziotto giallorosso all'Olimpico alla delusione di Atene, dalla storica rivalità tra Juventus e Roma alla tragedia dell'Heysel. La prima e sola espulsione, a Napoli. La felicità del rigore di Tokyo – "con il consiglio, seguito, del Trap entrato nel mio stato d'animo, nella mia psicologia" – fino alla partita di addio.

Senza dimenticare le lezioni di Attilio Adamo, l'immancabile omaggio alla famiglia Agnelli, all'Avvocato "super tifoso che non hai mai rimproverato un giocatore, che seguiva le partite anche dall'America, in bassa frequenza e che si informava di tutto". Il ricordo di Gaetano Scirea, "fuoriclasse, anche fuori dal campo". E ancora il legame con il concittadino Franco Causio, la potenza di Marcel van Basten. La pazienza della moglie che, fra trasferte e ritiri, spesso lo ha visto solo "nella foto sul comodino". Il rapporto corretto con i tifosi corretti, senza voltare loro le spalle.

Bonucci? "Non neghiamocelo. L'errore è stato prendere in giro i tifosi, non assicurarsi quella cifra da capogiro". La tessera del tifoso? "In Italia, non vengono applicate le leggi. In Inghilterra sì. Senza scomodare Calciopoli, le società investono poco nel settore giovanile, pensano solo alla prima squadra, io metterei ad insegnare ex calciatori, non preparatori atletici. Il calciomercato dovrebbe chiudere prima. Delle squadre, però, parlo dopo il 31 agosto".

Il tour promozionale del libro – "nato da un'idea, in una cena tra amici, come racconto di una storia sportiva da cui emerge il profilo umano" – proseguirà, intanto, in tutti gli Juventus Club di Italia. A Monteleone d'Orvieto che ha dimostrato la sua accoglienza facendo dono al suo ospite di una stampa con la Torre dell'Orologio che scandisce il tempo nel municipio dell'Alto Orvietano, un portapenne tascabile con lo stemma comunale "da portare nel taschino, vicino al cuore, e utile per firmare gli autografi per gli ancora numerosi fan" e una copia del libro "La Rimpatriata" curato per Intermedia Edizioni nel 2015 da Livia Di Schino e dall'ispettore archivistico onorario Sergio Giovannini, resterà il ricordo di un gradevole pomeriggio di mezza estate, a colloquio con un campione che non ha dimenticato il bambino che è stato. Quello che giocava con le figurine dei grandi calciatori, ignaro che li avrebbe conosciuti, una volta diventato uno di loro.