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"Ogni vocazione è un seme che ha la sua stagione di crescita nel terreno senza confini dei cuori"

lunedì 22 aprile 2024

Si è svolta sabato 20 aprile, nella Chiesa Parrocchiale di Ammeto, l'annunciata veglia diocesana di preghiera in occasione della 61esima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Tanti i fedeli, giunti dalle varie Unità pastorali, riunitisi intorno al Vescovo Gualtiero Sigismondi, che ha presieduto l’incontro. In un clima familiare e gioioso, dinanzi al Santissimo Sacramento, è stata innalzata una corale supplica, perché ì giovani comprendano ciò a cui Dio li chiama e abbiano il coraggio di farlo, e perché chi ha già detto il suo “sì” sia fedele alle promesse fatte.

I canti, i segni, la Parola e le parole del Vescovo hanno aiutato i presenti a immergersi in un profondo clima di preghiera.
Mons. Gualtiero ha iniziato la sua riflessione con la similitudine del buon Pastore, presentata dalla liturgia della IV Domenica di Pasqua, sottolineando la melodia e la bellezza dell’insegnamento del pastore. Ha, poi, aiutato a contemplare la bellezza sponsale della “metropoli celeste”, la città santa, la Gerusalemme nuova, che scende “dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,2).

A seguire, si è soffermato sull’importanza dell’ascolto: “Il volto di Gesù ‘gronda luce’ ma la voce del Padre, che esce dalla nube, non dice di contemplare lo splendore di bellezza del Figlio suo, ma invita ad ascoltarlo (cf. Lc 9,35). L’ascolto è, in effetti, la forma più alta di contemplazione, quella più efficace e incisiva”, il cui frutto maturo è la conversione, che coinvolge la mente e raggiunge il cuore; “un processo di riforma interiore suscitato dallo Spirito, che inaugura il cammino della sequela”, le cui pietre miliari sono la libertà, la gratuità, la fedeltà e la letizia. Un itinerario che “nella varietà dei percorsi – ha aggiunto – ha una radicale ‘forma comunitaria’ e può essere assolto solo come ‘un’opera collettiva'”, con fiducia e attenzione alle sorprese dell’amore di Dio.

“Ogni percorso vocazionale – ha, quindi, detto, volgendo al termine – è sempre una sorpresa, un’opera d’arte della fantasia di Dio che, con il ‘dito della Sua mano’, lo Spirito santo, modella la creta, l’argilla dell’uomo … Ogni vocazione è come una sorgente di vita nuova: non è un disegno già compiuto nei minimi particolari, ma, al contrario, è un seme che ha la sua stagione di crescita nel terreno senza confini dei cuori”. L’incontro si è concluso con l’Atto di consacrazione alla Beata Vergine Maria, altro momento molto significativo ed intenso, in cui il vescovo ha affidato ognuno, e in particolare i giovani della Diocesi, a Maria Santissima.