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Un progetto di formazione per operatori del sociale porta "attimi di resilienza" a Parrano

mercoledì 18 ottobre 2017
Un progetto di formazione per operatori del sociale porta "attimi di resilienza" a Parrano

"C'è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce: attimi di resilienza". Questo il titolo del progetto di formazione, che si svolgerà ad ottobre, per operatori del sociale coinvolti nelle relazioni di aiuto, che operano in Palestina nel campo profughi Deheisheh a Betlemme West Bank, in Libano nel campo di Shatila, con paesi partner attraversati dagli attuali fenomeni migratori che si occupano di migranti e profughi e ancora Albania, Macedonia e Montenegro e con gli operatori che lavorano in paesi europei riceventi flussi di migranti e profughi: Turchia, Bulgaria, Italia e Germania.

A seguire come follow up della formazione, due scambi internazionali con gli stessi partner. I partecipanti alla formazione, tornati nei loro paesi, prepareranno gruppi di giovani per gli scambi che avverranno a febbraio 2018 e marzo 2018. La tempistica è studiata per formare i gruppi e mettere immediatamente in campo gli strumenti acquisiti e le metodologie dell’educazione non formale in relazione al concetto di resilienza.

L'obiettivo è fornire ai giovani operatori, che si trovano ad accogliere e operare con chi ha lasciato i propri paesi, nuovi strumenti per affrontare efficacemente la relazione di aiuto. Metodologia: combinazione tra educazione non formale, teatro, workshop sul riconoscimento delle risorse personali, storytelling. Temi fondanti del processo di Resilienza: la ri-significazione, ri-narrazione, l’acquisizione di risorse interne, acquisizione di competenze che contribuiscono ad accrescere stima di sé, la curiosità, il senso critico, la creatività, capacità di adattamento, mitigazione e evoluzione.

Competenze attese: una migliore comprensione delle dinamiche che stanno dietro i comportamenti discriminanti, come identificare l’escalation di violenza, sviluppare l'ascolto e un atteggiamento aperto alla diversità, condividere le diverse metodologie di lavoro adottate in ciascun paese per facilitare l’equilibrio tra generazione migrante e non- migrante, dare valore se stessi, affrontare la realtà, conoscere i propri limiti (per superarli) assaporare il senso di responsabilità, confrontarsi con gli altri, comprendere la fertilità dell’errore, apprendere dall’esperienza, non aver paura di cambiare, non aver paura di tentare.

"Lunedì 23 ottobre - spiega Barbara Colombo, presidente dell'Associazione Artemide a.p.s. - il progetto sarà ospite del Comune di Parrano, esempio concreto del territorio di come una comunità di cittadini autoctoni e non, si può incontrare esplorando idee e progetti condivisi per creare una comunità educante. Parrano è un esempio di cooperativa di comunità, abbiamo pensato che è fondamentale, visto il target dei partecipanti alla formazione, visitare questo piccolo borgo e comprendere, anche in questo caso facendo, cosa e come una piccola comunità mette in campo per vivere con uno stile cooperativo.

Con le cittadine e i cittadini accenderemo il forno comune del paese e inforneremo pane e pizze. Tutto il paese ci porterà a toccare, vedere sentire e assaporare gli antichi sapori che caratterizzano le tradizioni di questi luoghi. Il progetto dal canto suo porterà nel paese di Parrano ventidue giovani operatori del sociale che arrivano da ogni parte d’Europa e del mediterraneo, offriremo le nostre storie, le nostre aspettative, e tipicità dei paesi ospiti. Riteniamo che questo incontro sia un input per tutte e due le comunità, incontrarsi per divenire una grande comunità educante. Questo è il senso del nostro lavoro: far nascere comunità educanti attraverso incontri e condivisioni semplici ma autentiche".