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In Umbria si fuma di più. Sigarette in aumento soprattutto tra le donne

martedì 20 dicembre 2016
In Umbria si fuma di più. Sigarette in aumento soprattutto tra le donne

Sono stati resi noti, in questi giorni, i dati epidemiologici relativi all’abitudine al fumo di sigaretta nel territorio dell’Azienda Usl Umbria 2 riferibili al quadriennio 2012-2015. Lo studio, inserito nell’indagine nazionale Passi, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, è stato realizzato dagli esperti delle strutture semplici dipartimentali di Sorveglianza e Promozione della Salute e di Epidemiologia e Calcolo Biostatico.

Secondo i dati del sistema di sorveglianza PASSI, in Umbria il 30% degli adulti di 18-69 anni fuma sigarette. Il 21% è invece ex fumatore e il 49% non ha mai fumato. Per il quadriennio considerato, il confronto con il dato nazionale evidenzia per l’Umbria percentuali significativamente superiori di fumatori.

L’84% degli intervistati ha riferito che il divieto di fumo nei luoghi pubblici è sempre/quasi sempre rispettato (conformemente alla legge).
Tra i lavoratori intervistati, la percentuale sale all’89%.

Il 29% degli intervistati dichiara che nella propria abitazione è permesso fumare (nel 23% limitatamente ad alcune stanze o situazioni e nel 6% ovunque). Il divieto assoluto di fumare in casa è maggiore in presenza di minori di 15 anni (82%): l’astensione dal fumo infatti è più alta nelle case in cui vive un bambino fino a 14 anni compresi. Tuttavia in circa un quinto di queste case il fumo non è ancora stato completamente bandito.

Tra chi fumava nei 12 mesi precedenti l’intervista, il 41% ha tentato di smettere e, di questi, l’83% ha fallito (fumava al momento dell’intervista), l’11% stava ancora tentando di smettere (non fumava al momento dell’intervista, ma aveva smesso da meno di 6 mesi), mentre il 6% è riuscito a smettere (non fumava al momento dell’intervista e aveva smesso da oltre 6 mesi e meno di un anno).

Tra le persone che hanno tentato di smettere di fumare nell’ultimo anno, indipendentemente dall’esito del tentativo, il 96% l’ha fatto da solo, il 2% ha fatto uso di farmaci e l’1% ha partecipato a incontri o corsi organizzati dalle Aziende Sanitarie. L’abitudine al fumo è significativamente più alta negli uomini che nelle donne (35% versus 26%). Tra le persone che non hanno mai fumato prevalgono le donne (59% versus 40%). Il fenomeno è però in aumento nel genere femminile.

L’abitudine al fumo aumenta al diminuire del livello di istruzione, con il diminuire delle capacità economiche ed è più diffusa tra i giovani. I fumatori abituali hanno dichiarato di fumare in media 12 sigarette al giorno. Tra questi, il 22% ne fuma più di 20 (forte fumatore). In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni.

Il fumo, oltre ad essere responsabile di tumori, rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, fra cui la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore. Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni.

Fonte: Usl Umbria 2