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Lorenzo Cantarini dei Dear Jack a Orvieto: "Social, ma in maniera consapevole"

mercoledì 4 marzo 2015
di Davide Pompei
Lorenzo Cantarini dei Dear Jack a Orvieto: "Social, ma in maniera consapevole"

"Sono nato là in fondo" dice, indicando l'ex ospedale. E sfodera un sorriso giovane ai giovani che hanno poco più della metà dei suoi 25 anni. Suo padre Giuseppe ha diretto per anni il Centro di Salute Mentale di Orvieto, suo fratello Giorgio invece ha impersonato, piccolissimo, Giosuè nel film premio Oscar "La vita è bella" di Roberto Benigni.

Chitarra elettrica e seconda voce della band tutta made in Tuscia dei Dear Jack che al 65esimo Festival di Sanremo ha portato il singolo "Il mondo esplode (Tranne noi)", Lorenzo Cantarini è nato a Orvieto nel 1990. Chiodo di pelle, anfibi e tre anelli su cinque dita a Orvieto torna mercoledì 3 marzo in veste di testimonial per la seconda edizione di "Una vita da social", la campagna itinerante della Polizia di Stato che educa ad un uso consapevole dei social network.

Il truck brandizzato, allestito ad aula multimediale, con gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni al seguito fa scalo in Piazza Duomo per mettere in guardia circa 150 studenti delle scuole medie e superiori della città dai pericoli del web come l'adescamento on-line, il cyberbullismo e il tema della tutela della privacy. Con i rappresentanti di tutte le forze dell'ordine, il saluto del sindaco Giuseppe Germani e il ringraziamento del questore Carmine Belfiore.

Obiettivo, fare del web una risorsa sicura, anziché un'insidia. Si sintonizza sulla stessa frequenza, Lorenzo che si rivolge spontaneo e comunicativo alla generazione degli iper-connessi, dal pensiero anestetizzato, il broncio da selfie e il pollice reso opponibile dagli smartphone, abituati a lavare i panni sporchi sui social utilizzando scaglie di hashtag.

"Ringrazio voi – dice subito agli studenti – perché se sono qui, probabilmente è anche merito vostro e sono veramente contento di questo. Come band utilizziamo tantissimo i social network perché ci danno la possibilità di pubblicare in ogni istante video e foto. Forse anche troppo ma ci consentono di farci leggere e comunicare con voi. Monitoriamo la nostra giornata così. Quello che abbiamo notato, però, è quante persone siano sempre presenti. Quante ore della vita, queste investano o meglio trascorrano sui social network.

È uno dei motivi per cui giriamo tantissimo e cerchiamo di incontrare dal vivo, la maggior parte dei nostri fan. Il primo disco 'Domani è un altro film' ha venduto quasi 150.000 copie. Penso di averle toccate con mano almeno 100.000. Quello che conta è il contatto fisico. Guardarsi negli occhi, di fronte a un gelato – qui, dietro lo fanno buonissimo! – è sicuramente migliore. Quanto è facile su Facebook far finta di essere qualcun altro e, sopratutto per le ragazze, aprire la chat e trovarsi di fronte al 'Ciao!' di uno sconosciuto che tenta di avvicinarsi?".

"Quando avevo la vostra età – prosegue – i social network non c'erano, ma c'era la socialità. La mia prima fidanzatina per così dire ce l'ho avuta in seconda media. Scrivevo dei bigliettini su un pezzo di carta strappato dai quaderni e glieli lanciavo. A forza di lanciarli, ci siamo messi insieme. Quando organizzavamo le feste, poi, si mettevano i nomi su un foglio di carta e poi si sbarravano. Ora si crea un evento su Facebook. È tutto molto più semplice, più veloce". Anche troppo. Una notifica fra mille.

"Tra i Dear Jack – confessa – io sono quello meno social, meno adatto ad utilizzare i social network. Un po' anche perché sono cresciuto qua vicino, in una casa che sta su una strada in mezzo al bosco verso Castel Giorgio e anche grazie a mio padre - in Piazza Duomo, c'è anche lui - il mio gioco da piccolo era quello di cercare i funghi, andare a pesca, conoscere le piante. Non sono mai stato uno che ha avuto Play Station e cose simili. E non sono nemmeno tanto portato ad utilizzare la tecnologia. Non ho Twitter, non possiedo Instagram. Gestisco poco in prima persona le pagine dei Dear Jack.

Ci vado, ma veramente poco, e allo stesso tempo la mia pagina Facebook è blindatissima mentre gli altri ragazzi – Alessio Bernabei (voce), Francesco Pierozzi (chitarra elettrica e acustica), Alessandro Presti (basso), Riccardo Ruio (batteria) – ci si dedicano molto. Anche su WhatsApp, ci sto molto poco. La mia migliore amica Giulia, quasi una sorella con cui sono cresciuto, che è qui può testimoniarlo.

Ci sentiamo poco e non ci mettiamo a scrivere. Ci vediamo ogni tre mesi, però quella volta che sono a Montefiascone prendo la macchina e la vado a trovare perché penso che sia giusto così. I social sono una risorsa grandiosa, ma anche molto dannosa fino ad infastidirmi. Immaginate di vedere sempre il mondo dietro lo schermo di un cellulare. Andate su Google e digitate 'Duomo di Orvieto'. Ma non è più bello dal vivo, in una giornata di sole?".