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50 anni di Autostrada. Ad Orvieto confronto tra generazioni guardando sempre al futuro

sabato 15 novembre 2014
 50 anni di Autostrada. Ad Orvieto confronto tra generazioni guardando sempre al futuro

Sullo sfondo delle immagini dell'Istituto Luce e di alcuni frammenti della recente fiction di Raiuni “La strada dritta”, l'incontro al Palazzo del Popolo indetto dal Comune di Orvieto sul tema: Autostrada del Sole – Orvieto – 50 - La via dritta per il futuro è andato oltre la celebrazione (che non voleva essere) ed è subito diventato un vero e proprio dialogo, un focus su temi di stringente attualità che inevitabilmente marcano la differenza tra il passato e il presente. Ad animarlo giovani studenti e vecchie maestranze che hanno lavorato ai cantieri dell'Autostrada e i rappresentanti delle Istituzioni.

“Questa giornata - ha esordito il Sindaco, Giuseppe Germani - apre una settimana di riflessione sulla presenza dell'Autostrada del Sole nel nostro territorio, una infrastruttura che lo ha segnato profondamente concorrendo al suo sviluppo. E' anche l'occasione per favorire un dialogo fra le generazioni soprattutto per i ragazzi che in questo momento difficile sono chiamati a misurarsi con la contemporaneità e a guardare al loro futuro. Abbiamo con noi alcuni dei rappresentanti delle maestranze che realizzarono quest'opera e figure come l'Ing. Lodigiani e l'Ing. Carta che negli anni successivi, per molte persone, sono stati un punto di riferimento per il lavoro nel nostro territorio. Proviamo ad interrogarci su cosa vuol dire, ai fini dello sviluppo, avere l'autostrada e come trarre da essa ancora benefici per il futuro. Con questa giornata vogliamo lanciare dunque un ponte anche su altre tematiche. E naturalmente alla Regione diciamo, quali altri passi per il nostro territorio, quali possibilità di finanziare almeno il completamento della Complanare?”.

“Io ringrazio il Comune di Orvieto – ha detto il Sindaco di Fabro, Maurizio Terzino – per aver creato questa occasione di dialogo. Lo scorso anno a Fabro abbiamo celebrato i 150 anni della stazione, l'anno prossimo saranno i 150 della stazione di Orvieto. La Ferrovia e poi l'Autostrada del Sole e ancora la Direttissima hanno indubbiamente segnato il nostro territorio. Fabro scalo è nato intorno alla stazione ferrovia e intorno alle infrastrutture è cresciuto un intero paese, intorno all'Autostrada sono nate strutture ricettive, officine meccaniche, e non solo, che hanno rappresentato una notevole opportuna di sviluppo. Certamente oggi opere di quel livello sono irripetibili, basta pensare che fu costruita in soli otto anni, mentre oggi il vero problema del nostro Paese è a burocrazia, un sistema ci uccide”.

Sulle immagini tratte da alcuni filmati dell'Istituto Luce, il giornalista Guido Barlozzetti ha compiuto una prima analisi socio-culturale ed economica di quegli anni. “Orvieto/Chiusi – ha detto - fu l'ultimo tratto dell'Autostrada del Sole ad essere inaugurato, quindi l'inizio della storia parte da qui. Le immagini che ci rimandano i cinegiornali dell'epoca con l'inaugurazione da parte di Aldo Moro, mostrano un'Italia diversa da quella che, anni dopo, avrebbe visto la morte di questo importante statista per mano delle Brigate Rosse. Negli anni 60 addirittura si pensò di chiamare quest'opera ‘Autostrada del Sole', mentre oggi sarebbe difficile intitolare qualcosa al sole. Prima era arrivata la televisione che metteva l'Italia in connessione, poi con l'Autostrada, l'Italia veniva connessa fisicamente. L'Autostrada accorciò il Paese. Anche io ricordo quegli anno, quando su questa strada correva l'Italia. Ben presto l'Autostrada del Sole divenne per tanti paesi una porta aperta. Quattro corsie mettevano in comunicazione il Paese, e poi le aree di servizio che imposero l'immediatezza dei consumi. Cambiava il modo di vivere, non solo di viaggiare. Le immagini della recente fiction di Raiuno ‘La strada dritta' ci stimolano altre considerazioni. Una le riassume tutte: è la chiesa dell'Architetto Giovanni Michelucci sull'Autostrada Firenze Nord, un capolavoro dell'arte che ci fa dire che oggi abbiamo smarrito il senso del bello”.

Nel portare il saluto della Presidente della Regione Marini, impegnata sulla vicenda AST di Terni, l'Assessore regionale alle Infrastrutture, Silvano Rometti ha detto “dalle immagini che abbiamo visto emerge l'orgoglio del Paese e di un'Italia che guardava al futuro con maggiore speranza rispetto ad ora. Questo ci deve far riflettere quando, talvolta, una pseudo cultura ambientalista nega sviluppo di alcune infrastrutture. In questo caso, l'Autostrada del Sole ha dimostrato quanto le infrastrutture sono indispensabili per il Paese e quanto questa arteria nazionale abbia rappresentato per Orvieto. Sicuramente è stata il mezzo per far conoscere il grande patrimonio artistico e culturale di questa città, quindi per molti aspetti è stata ed è la fortuna di Orvieto. Guardando all'oggi, il CIPE ha dato il via libera all'adeguamento della E45 che significa l'allargamento per renderla più sicura. Spesso si affronta la questione delle infrastrutture in modo distorto. Per fare l'Autostrada del Sole ci vollero solo 8 anni che sono un miracolo irripetibile. Le infrastrutture vanno fatte perché sono indispensabili alla crescita. L'A1, come la Ferrovia, ha contribuito a far conoscere Orvieto e Orvieto fa bene a ricordalo. Oggi credo che il problema principale di Orvieto sia la circolazione al suo interno. Il secondo stralcio della Complanare è uno degli impegni fondamentali che sarà dentro la programmazione triennale dei prossimi anni dell'Umbria relativamente alle risorse strutturali assegnate per questo tipo di opere. Concludo dicendo solo che, forse tutta l'A1 poteva essere usata meno per il traffico delle merci, in questo caso non ci sarebbe stato bisogno dell'ampliamento della terza corsia”.

A nome degli studenti del Liceo Scientifico/Tecnico Majorana, il rappresentante d'istituto Mirko Schiavo ha ringraziato il Sindaco per l'occasione di riflessione proposta intorno ai 50 anni dell'Autostrada ma ha posto l'attenzione su “un tema importante per noi studenti: viviamo in un Paese che negli ultimi è diventato geologicamente più fragile. Nello specifico della valle del Paglia sappiamo tutti che c'è un problema di messa in sicurezza delle arginature del fiume e di manutenzione. Quindi colgo l'occasione per fare una semplice domanda: la nostra scuola e sicura?! Vorremmo delle sicurezze perché l'attività didattica nella palestra è compromessa dopo l'alluvione. Allora ci chiediamo: se negli Anni 60 ci sono voluti solo 8 anni per fare 750 km di Autostrada, perché oggi non si riesce a fare 5 km di Complanare?”.

Domande molto semplici ma di sostanza alle quali il Sindaco Germani ha risposto facendo la fotografia esatta della realtà attuale: “l'altro giorno – ha detto - abbiamo avuto con il Prefetto di Terni un incontro con tutti i soggetti titolati alla realizzazione delle opere di messa in sicurezza del Paglia, ebbene: dopo un anno non c'è ancora il progetto definitivo delle arginature. I Comuni hanno un ruolo fondamentale e, come dimostrano i fatti drammatici di questi giorni in altre zone d'Italia, i cittadini addossano la responsabilità ai Sindaci. Per lunedì la Presidente Marini ha convocato un ulteriore incontro a Perugia. I fondi per fare le opere ci sono il vero problema è la burocrazia. Per la Complanare, l'Assessore garantisce che ci sono i fondi nella programmazione 2015/2020. Al termine di questo incontro, in Comune firmeremo con il Sindaco Terzino e le associazioni il ‘Manifesto di Intenti' finalizzato a un ‘Contratto di Fiume'”.

Alla sollecitazione del rappresentante degli studenti anche il Sindaco di Fabro, Terzino ha risposto ribadendo che “il vero problema è la burocrazia. Mentre il Consorzio di Bonifica ha uno staff di tecnici, la Provincia ne ha uno part time. La burocrazia ci sta uccidendo. Ci incartiamo da soli. Proprio i giovani devono essere consapevoli che se in questo Paese non togliamo tanti lacci e laccioli, l'Italia non si salva”.

Significative poi le testimonianze di quelli che l'Autostrada del Sole l'hanno costruita come il Sig. Cesaretti di Ponte del Sole, tra i più anziani, e l'Ing. Lodigiani che ha ricordato l'Italia del dopoguerra e la sua vita iniziata facendo la gavetta a metà degli anni 50 come operaio in Inghilterra alla catena di montaggio. Lodigiani ha parlato dell'Università del Muratore “una specie di apprendistato dei muratori – ha detto - che si concretizzava nell'assunzione di un certo numero di giovani in sovra numero, con contratti da operai che si formavano sui cantieri e che assicuravano la continuità degli stessi. Una esperienza di lavoro che ha fatto sì che molti di essi diventassero capocantiere o direttore e che poi hanno lavorato anche all'estero con risultati brillanti. La scuola non deve essere solo illustrazione in aula, ma occasione per avere un ruolo immediato. Se oggi occorrono 22 anni per buttare giù un diaframma della variante di valico, significa che qualcosa non va: si deve uscire dal caos legislativo”.

“La nostra città deve orgogliosamente ricordare il ruolo fondamentale avuto dal Sen. Romolo Tiberi, un politico con la ‘P' maiuscola che ha avuto un ruolo notevole nel passaggio dell'Autostrada del Sole ad Orvieto. La politica dovrebbe prendere esempio da questi uomini” ha detto il Presidente del Consiglio comunale, Angelo Pettinacci. “La mia generazione è figlia dell'Autostrada del Sole e della Direttissima. Le infrastrutture sono importanti per la Nazione e per il territorio. Quello che più mi preoccupa è il lassismo della burocrazia. Per la Complanare i tempi sono stati rispettati, ma la burocrazia fa sì che ogni soggetto prenda i suoi sei mesi di tempo per decidere. Se non ripartono le opere pubbliche non si potrà mai rigenerare la ripresa del ciclo virtuoso dell'economia”.

“Mi complimento con il Sindaco – ha detto il geometra Remo Ranchino che fu topografo del cantiere dell'Autostrada - per questa iniziativa che ha voluto riportare l'attenzione su una grande opera che si è conclusa proprio ad Orvieto. Io ho avuto l'opportunità di collaborare alla realizzazione di questa opera, la mia impresa era relativamente piccola e confinava con quella dell'Ing. Lodigiani. In appena un anno e mezzo realizzammo 6 km. Le vicissitudini sono state tante, e mentre costruivamo questo grande pista ci chiedevamo: chi ci dovrà passare su questa strada!?”.

“Parlo come orvietano prima che come rappresentante istituzionale in Regione – ha detto Fausto Galanello, consigliere regionale – queste testimonianze fanno tornare indietro con la memoria, a quando il Paese, e il nostro territorio in particolare, si basava sul lavoro dei campi e sul tessuto sociale di estrazione contadina. Mi ricordo come la costruzione dell'Autostrada era vissuta dalle famiglie, compresa la mia, come una opportunità per genitori e figli. Il senso di questa impresa memorabile è proprio lo spirito dei cittadini che vivendo in condizioni di arretratezza sentivano l'occasione del riscatto. Credo che la velocità nei lavori dell'Autostrada stava in una minore burocrazia. Orvieto fu molto partecipe di quel processo di sviluppo. Questo stesso processo di partecipazione vera che oggi dovrebbe essere delle nuove generazioni chele quali guardano alla politica affinché dia speranze nel futuro”.

“Ringrazio il Comune – ha detto la Dirigente del Liceo Scientifico/Tecnico Elvira Busà – che ci ha dato la possibilità di fare una riflessione con i nostri giovani su una esperienza del passato che ha trasformato il Paese. Una esperienza basata su valori che sono di importanza nazionale e che si alimentano solo se sostenuti da una grande partecipazione e dalla capacità di ragionare rispetto al futuro. Di ragionare fra vecchio e nuovo. La realizzazione di un'opera come l'A1 è il simbolo del riscatto da una profonda arretratezza, attraverso l'evoluzione e il progresso umano e tecnologico che sono la base di qualsiasi visione di futuro”.

“Un incontro molto commosso, non celebrativo che stimola altre riflessioni, non conclusioni” ha chiosato infine il giornalista, Guido Barlozzetti. “Anche questo è un valore di per sé ed è un contributo importante su cui tornare a riflettere. E' vero, i Sindaci sono in prima linea e nessuno ormai si può nascondere! E' una prima certezza, come il fatto che deve crescere la consapevolezza che la gente non è più disponibile ai simulacri astratti! Il percorso Orvieto-Chiusi è stato l'ultimo tratto dell'Autostrada del Sole, ma per questa ragione il tracciato definitivo che collegava nord e sud d'Italia fu al centro di una questione politica e non tecnica. Finché si decise che dovesse passare per Orvieto”.

“Ci fu, infatti, una lunga discussione su dove passare: per Perugia o Arezzo? Per motivazioni diversi alla fine prevalse questo tratto. Ad Arezzo c'era Amintore Fanfani segretario della DC di quegli anni e, in quella decisione finale, pesò molto il ruolo esercitato dal Senatore Romolo Tiberi, figura importante della politica locale. L'inserimento di Orvieto ha anche un che di ‘ambiguo', nel senso che in questo modo Orvieto si separò dall'Umbria. Inevitabilmente la centralità assunta da Perugia comportava una nostra paradossale marginalizzazione che impone una riflessione. Orvieto non è mai stata proiettata verso l'Umbria, semmai più verso l'alto Lazio e a la bassa Toscana. Un problema che è ancora aperto. Il recupero dell'importanza della città, passa dunque anche attraverso un ripensamento della sua collocazione. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro destino sta nelle nostre mani. Pensare oggi il futuro dell'Autostrada del Sole - che è una impresa irripetibile, al massimo possiamo avere pochi chilometri di Complanare - deve significare interrogarsi su come si arriva ad Orvieto una volta usciti dal casello, di come si è accolti. Dopo il casello comincia la storia. Ed Orvieto è ricchissima di storia. E la sua ricchezza è la storia e il turismo. Duomo, Pozzo di San Patrizio e Autostrada del Sole sono la nostra ricchezza”.

 

Fonte: Ufficio Stampa Comune