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Amo presenta il Festival del Dialogo "CuriosaMente". Tre giorni per sapere, conoscere, capire

sabato 18 ottobre 2014
di Davide Pompei
Amo presenta il Festival del Dialogo "CuriosaMente". Tre giorni per sapere, conoscere, capire

"Semina un pensiero e raccoglierai un'azione". Fa suo l'antico assioma attribuito a Charles Reade, l'associazione culturale ApertaMenteOrvieto, composta com'è da "persone che si mettono in gioco, gocce in un mare fatto di gocce", ormai da tempo alle prese con l'organizzazione della prima edizione di "CuriosaMente", il Festival del Dialogo per sapere, conoscere, capire. Tre infiniti tutti da declinare, in bilico tra l'inafferrabilità della filosofia e le più terrene necessità proprie della sfera sociale, per vivere il presente con maggiore consapevolezza e il futuro con la giusta dose di speranza. Tre, le giornate del festival. Tre, i macro temi individuati.

Ovvero, dialogo tra associazioni e istituzioni. Dialogo con e tra immigrati. Dialogo tra genitori e figli. L'appuntamento, previsto con cadenza annuale e affiancato da una serie di iniziative collaterali, è stato illustrato sabato 18 ottobre nella Sala delle Quattro Virtù del Palazzo Comunale. Saranno, invece, la Sala Etrusca e la Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo ad ospitare incontri aperti e gratuiti, proiezioni e momenti conviviali.

"Un laboratorio di idee – lo ha definito la vicesindaco Cristina Croce, sue le deleghe a servizi sociali, politiche per l'immigrazione e politiche giovanili – dove, ciascuno con le proprie competenze, cercherà di approfondire fenomeni e mutamenti che caratterizzano un momento così complesso come quello moderno. Un momento dove c'è la necessità di mantenere vivi i rapporti tra le associazioni esistenti, creando la più volte invocata rete territoriale come risorsa preziosa da mettere a sistema".

E sarà dedicata proprio al rapporto tra associazioni di volontariato e istituzioni, la giornata di apertura, venerdì 24 ottobre. "Si parlerà – ha anticipato Massimo Marchinodel dialogo e del confronto tra le diverse forme di partecipazione alla vita sociale che prolificano nel nostro territorio, sia tra loro che con le istituzioni locali e nazionali, per valorizzare l'attività volontaria di quanti si dedicano alla vita di comunità". Il pomeriggio vedrà gli interventi dei rappresentanti del mondo associativo orvietano, già coinvolto da gennaio nell'iniziativa "Tutti insieme per cambiare: prove tecniche di dialogo", sull'organizzazione di una forma idonea di coordinamento. In serata, invece, la scena è delle associazioni nazionali, con le loro esperienze e le loro proposte. Sono attesi rappresentanti di Emergency e Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti.

Integrazione, dialogo e valori dell'incontro sono al centro dei lavori della giornata di sabato 25 ottobre "che - ha sottolineato Stefano Talamoni - ha come scopo quello di creare un'occasione di confronto e dibattito sulle principali problematiche che investono l’immigrazione, non solo relativamente ai processi economici ma soprattutto in merito ai diritti umani e alle opportunità da cogliere per una riflessione sul cambiamento del nostro modello culturale. 'Ripartire da Lampedusa', non a caso, è il sottotitolo della giornata". Sotto la lente, il fenomeno dell'immigrazione a Orvieto e in Umbria, il progetto di integrazione sociale "Asylon" promosso dalla Caritas che prevede la produzione di vino da parte dei rifugiati e poi l'esperienza del centro di accoglienza Villanova Don Bosco, che attualmente dà ospitalità a una ventina di ragazze nigeriane.

In programma, la tavola rotonda moderata da Stefano Corradino (Articolo 21) con Alberto Barbieri (coordinatore nazionale di "Medici per i diritti umani") che farà luce sui centri di identificazione ed espulsione, Alessio Fasulo ("Save the children") che affronterà il tema dei profughi bambini, e poi Luca Mario Masera (docente di diritto penale internazionale presso l'Università degli Studi di Brescia), Massimo Ghirelli (autore di "Nonsolonero"), Marco Pacciotti (coordinatore del Forum nazionae immigrazione). A seguire nella Sala Expo, cena etnica - per le prenotazioni c'è tempo ancora fino a domenica 19 ottobre al numero 333.6655046 - realizzata dai ragazzi dell’Istituto Professionale Alberghiero di Orvieto e animata dalla musica e dalle danze degli Etoilenguewel, provenienti dal Balletto Nazionale del Senegal.

Il confronto generazionale, che passa per l'incontro-scontro tra genitori e figli e le sempre più delicate dinamiche familiari, è al centro della giornata conclusiva, domenica 26 ottobre. "La famiglia – ha spiegato Francesca Spadacciacome radice dell'essere umano assorbe nelle relazioni tutti gli stimoli negativi. Per questo tentiamo di analizzare se e come una relazione sia nutritiva da un punto di vista emotivo, relazionale, in una società come quella in cui viviamo. Nonostante pericoli, sfide e stimoli tecnologici che bombardano, è opportuno equilibrare un rapporto tra permissività e disciplina per costruire un sistema dove il figlio si senta protetto ma anche libero di esplorare un mondo sempre meno autoritario e sempre più liquido, per dirla con Bauman".

All'intervento di Ulisse Mariani, psicologo e psicoterapeuta, seguirà la presentazione dell'indagine qualitativa condotta nella quotidianeità delle famiglie dei ragazzi del Liceo delle Scienze Umane di Orvieto, guidati dalle docenti Silvia Michelangeli e Lorena Frustagatti, "da cui - hanno anticipato tre studenti della III - emerge una famiglia troppo permissiva, dove si fatica a gestire stati d'animo come la rabbia". Il pomeriggio ruoterà, invece, sulla didattica delle emozioni, alla base di relazioni empatiche ed emotivamente nutrienti, con un workshop esperienziale rivolto a genitori e figli, ma aperto a tutti, per riflettere sul conflitto attraverso i "C'era una volta..." tipici delle favole.

Musica, infine, con il concerto tra generazioni di Ambrogio Sparagna - noto ormai per il recupero delle tradizioni musicali italiani, qui affiancato da Raffaello Simeoni, Alessia Salvucci e Sandro Paradisi - e i giovanissimi "Ultimo Secondo Live Band". "Con l'auspicio - ha confidato il presidente di ApertaMenteOrvieto Erasmo Bracaletti - di lasciare ai giovani un mondo migliore di quello che abbiamo consegnato loro".