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Orvieto dice addio a Mastro Paolo

lunedì 14 ottobre 2013
Orvieto dice addio a Mastro Paolo

Si è spento venerdì 11 ottobre l'artista Paolo Cosenza, decano dei ceramisti orvietani e noto da tutti come "Mastro Paolo". Così, lo ricordano il sindaco Antonio Concina e l'assessore alla cultura Marco Marino:

"Orvieto perde con Paolo Cosenza una persona di grande cultura e di grandi capacità artistiche. E' stato il primo a far uscire la ceramica di Orvieto dalla pura imitazione dell'antico per lanciarla verso la sperimentazione e il rinnovamento. Tutta la sua produzione è stata sempre orientata, pur nel rispetto della tradizione, a creare nuove forme e nuove decorazioni che fanno di lui un autentico caposcuola. Altri giovani prendendo esempio da lui si sono orientati verso una produzione ceramica coeva con il secolo che li ha visti protagonisti".

"Il rimpianto per me è ancora più grande - aggiunge il sindaco Concina - se penso che Paolo è stato uno dei miei più antichi e cari amici d'infanzia". Di qui, l'invito rivolto dal primo cittadino al consiglio comunale a "studiare tutti insieme il modo per onorare e ricordare questa persona che ha dato un contributo notevole alla cultura orvietana attraverso nuovi approcci alla tradizione ceramica della nostra città".

Così, lo ricorda la redazione di Orvietonews.it nel porgere alla famiglia affettuose condoglianze e riproporre ai lettori i contenuti di InOrvieto.it:

"La sua produzione è talmente originale che, a un primo sguardo, può risultare di difficile lettura quel nesso con la tradizione che invece, anche al di là della materia e della tecnica, esiste. Sono della tradizione, infatti, le eleganti forme dei suoi manufatti, che della ceramica orvietana classica mantengono, inoltre, le righe concentriche. Ma poi Mastro Paolo, alla ricerca di minimalismo e di filosofica semplicità - liberarsi dall'accumulo, prendere le distanze dalla confusione dell'eccesso, tendere al significativo e all'essenziale - libera gli oggetti da ogni orpello decorativo e li restituisce alla pura esaltazione della forma e del colore. Colori che non lasciano spazio al bianco e sembrano arditamente moderni, ma che attentamente osservati non solo rimandano alle tinte della ceramica medievale e rinascimentale orvietana - verde, ocra, giallo, blu, rosso - ma addirittura alle forti, vitali tinte usate da Luca Signorelli nella Cappella di San Brizio in Duomo".