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Casa: per l'assessore Vinti le disposizioni del "decreto del fare" sono insufficienti ad arginare l'emergenza

martedì 18 giugno 2013
Casa: per l'assessore Vinti le disposizioni del "decreto del fare" sono insufficienti ad arginare l'emergenza

"Le disposizioni contenute nel ‘Decreto del Fare', varato dal Consiglio dei Ministri il 15 giugno scorso, che stabiliscono l'impignorabilità della prima casa, sono assolutamente deludenti e insufficienti a tutelare le famiglie colpite dalla crisi": è quanto afferma l'assessore regionale alle Politiche della casa, Stefano Vinti, sottolineando che "chi pensava che il Governo rendesse la prima casa impignorabile sempre e comunque è stato costretto a ricredersi".
"La prima casa, cioè la casa di abitazione, - precisa Vinti - non potrà essere pignorata esclusivamente dall'agente di riscossione (Equitalia fra tutte) quando sussistono particolari condizioni e cioè, se si tratta dell'unico immobile di proprietà del debitore ed è adibito ad abitazione principale, ad eccezione dei casi in cui l'immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli). Per tutti gli altri immobili invece, il valore minimo del debito che autorizza il riscossore a procedere con l'esproprio dell'immobile, è stato innalzato da 20mila a 120mila euro".

"Il decreto quindi - continua Vinti - non esclude affatto che per debiti nettamente inferiori altri soggetti, per esempio le banche, ma anche i privati, possano procedere comunque al pignoramento immobiliare. Alla perdita di posti di lavoro si accompagna, in molti casi, lo sfratto o il pignoramento delle abitazioni delle famiglie. Spesso, sono gli stessi istituti di credito, per il mancato pagamento delle rate del mutuo a procedere, eventualità quest'ultima, che il decreto non prende minimamente in considerazione. Per questo - conclude l'assessore - riteniamo le misure del Governo assolutamente insufficienti a rispondere all'emergenza determinata dalla crisi e a tutelare un diritto, quello alla casa, sancito dalla stessa Carta Costituzionale".