sociale

San Francesco di Sales o della comunicazione attuale. Riflessioni in margine all'incontro dei giornalisti con Monsignor Tuzia

venerdì 25 gennaio 2013
di Laura Ricci
San Francesco di Sales o della comunicazione attuale. Riflessioni in margine all'incontro dei giornalisti con Monsignor Tuzia

Nell'incontro tra il vescovo e gli operatori dell'informazione che da qualche anno la Diocesi di Orvieto-Todi organizza il 24 gennaio in occasione della ricorrenza di San Francesco de Sales, patrono dei giornalisti, Monsignor Benedetto Tuzia ha offerto, con la sua riflessione, qualche spunto che vale la pena sottolineare.

Francesco di Sales, dottore della Chiesa, è un Santo a noi vicino, e non tanto e non solo per la sua funzione di patrono di una professione delicata e difficile, ma di certo per come ha esercitato una missione di predicazione e di comunicazione che, per molti versi, sembra precorrere i tempi. Quei suoi volantini o manifesti che dir si voglia, nati dal desiderio di comunicare in modo pervasivo e anche a distanza, con interlocutori noti e non noti, con chiunque si potesse raggiungere non necessariamente in presenza, sembrano anticipare proprio quella che sarà la funzione dei giornali e, date le ridotte dimensioni e la sintesi, quelle brevi recenti comunicazioni che sul web abbiamo chiamato post. Visse tra il 1567 e il 1622 e appare strabiliante, dunque, quanta "modernità ci fosse nella sua missione comunicativa. Ma nella storia trovare esempi di straordinaria anticipazione di pensiero accade, anzi noi moderni dovremmo guardare con molta più attenzione alle grandi figure del passato.

Ma c'è un qualcosa di ancor più profondo che il Vescovo ha evidenziato nella comunicazione di Francesco de Sales, poi raccolto, non a caso, da San Giovanni Bosco e dall'ordine dei salesiani, dedito all'insegnamento e alla formazione: il fatto che quella predicazione venisse dal cuore e al cuore si rivolgesse. È l'essenza di ogni missione educativa, perché si può trasmettere profondamente solo quello che si ama e a chi si ama: ogni vero Maestro, ogni vera Maestra lo sente e lo sa, in una comunione di amorosi intenti che di certo non esclude il rigore scientifico, la ragione, l'organizzazione delle conoscenze. Chiunque ha un po' di dimestichezza con la cultura francese, sa che in questa civiltà, a cui Francesco di Sales apparteneva, l'esprit de géométrie può non contrastare con l'esprit de finesse, e che passione e ragione possono ben riuscire a coniugarsi. Anche questo tratto salesiano, a lungo sottaciuto da anni di strutturalismo e razionalismo o, più in generale, da un atteggiamento sociale che è molto incline al disfattismo e alla critica ma ha difficoltà a nominare l'amore e i sentimenti, appare oggi molto moderno. Se è vero, come è vero, che nella comunicazione, e addirittura nel marketing, è sulle emozioni che appare oggi vincente fare perno, è dalle narrazioni emozionali che sembrano scaturire la motivazione e il coinvolgimento.

Un altro pensiero di Monsignor Tuzia è andato alla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, giunta alla sua 47^ ricorrenza, che sarà celebrata il 12 maggio 2013 ma che, come di consuetudine, è stata al centro del messaggio di Papa Benedetto XVI in occasione della festa di San Francesco de Sales. Sarà un tema attualissimo quello della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2013, che verterà su "Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione". E come ha evidenziato Mons.Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, "il Messaggio di questa Giornata Mondiale presenta una valutazione positiva dei social media, anche se non ingenua. Essi sono visti come opportunità di dialogo e di dibattito e con la riconosciuta capacità di rafforzare i legami di unità tra le persone e di promuovere efficacemente l'armonia della famiglia umana. Questa positività esige però che si agisca nel rispetto della privacy con responsabilità e dedizione alla verità, e con autenticità dato che non si condividono solo informazioni e conoscenze ma in sostanza si comunica una parte di noi stessi".

Proponiamo ai nostri lettori digitali, noi che digitali siamo e di questo abbiamo fatto il nostro lavoro, la riflessione condivisa oggi dal Pontefice. Che si sia credenti o che non lo si sia, in un tempo in cui assistiamo giornalmente alla paura o alla demonizzazione spicciola di un mezzo e di un habitat anche da parte di chi dovrebbe invece impegnarsi in un diverso approccio e in una migliore conoscenza, bisognerà riconoscere alla Chiesa di avere inquadrato, sociologicamente e culturalmente, molto bene l'argomento. Il punto di vista, ovviamente, è quello dell'evangelizzazione cattolica, ma l'analisi comunicativa è perfettamente centrata e può applicarsi a ogni altra forma di divulgazione.

Rimandando in correlata per l'intera lettura del messaggio papale, ci piace concludere riportando alcuni passaggi:

"Vorrei soffermarmi a considerare lo sviluppo delle reti sociali digitali che stanno contribuendo a far emergere una nuova «agorà» - riflette papa Benedetto XVI - una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità.
Questi spazi, quando sono valorizzati bene e con equilibrio, contribuiscono a favorire forme di dialogo e di dibattito che, se realizzate con rispetto, attenzione per la privacy, responsabilità e dedizione alla verità, possono rafforzare i legami di unità tra le persone e promuovere efficacemente l'armonia della famiglia umana. Lo scambio di informazioni può diventare vera comunicazione, i collegamenti possono maturare in amicizia, le connessioni agevolare la comunione. Se i network sono chiamati a mettere in atto questa grande potenzialità, le persone che vi partecipano devono sforzarsi di essere autentiche, perché in questi spazi non si condividono solamente idee e informazioni, ma in ultima istanza si comunica se stessi. Lo sviluppo delle reti sociali richiede impegno: le persone sono coinvolte nel costruire relazioni e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro domande, nel divertirsi, ma anche nell'essere stimolati intellettualmente e nel condividere competenze e conoscenze. I network diventano così, sempre di più, parte del tessuto stesso della società in quanto uniscono le persone sulla base di questi bisogni fondamentali. Le reti sociali sono dunque alimentate da aspirazioni radicate nel cuore dell'uomo.
La cultura dei social network e i cambiamenti nelle forme e negli stili della comunicazione, pongono sfide impegnative a coloro che vogliono parlare di verità e di valori. Spesso, come avviene anche per altri mezzi di comunicazione sociale, il significato e l'efficacia delle differenti forme di espressione sembrano determinati più dalla loro popolarità che dalla loro intrinseca importanza e validità. La popolarità è poi frequentemente connessa alla celebrità o a strategie persuasive piuttosto che alla logica dell'argomentazione. A volte, la voce discreta della ragione può essere sovrastata dal rumore delle eccessive informazioni, e non riesce a destare l'attenzione, che invece viene riservata a quanti si esprimono in maniera più suadente. I social media hanno bisogno, quindi, dell'impegno di tutti coloro che sono consapevoli del valore del dialogo, del dibattito ragionato, dell'argomentazione logica; di persone che cercano di coltivare forme di discorso e di espressione che fanno appello alle più nobili aspirazioni di chi è coinvolto nel processo comunicativo. Dialogo e dibattito possono fiorire e crescere anche quando si conversa e si prendono sul serio coloro che hanno idee diverse dalle nostre...

L'ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani. I network sociali sono il frutto dell'interazione umana, ma essi, a loro volta, danno forme nuove alle dinamiche della comunicazione che crea rapporti: una comprensione attenta di questo ambiente è dunque il prerequisito per una significativa presenza all'interno di esso".

"Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione": il messaggio di Benedetto XVI sulla 47^ Giornata delle Comunicazioni Sociali