Dopo l'ennesima morte "bianca" che ha colpito l'Umbria, in particolare l'Orvietano con due tragedie in pochissimi giorni, arriva dalla segreteria della CGIL Regionale e Provinciale di Terni una lettera aperta che invita a riflettere e ad agire:
"Un altro grave lutto sul lavoro ha colpito nuovamente una famiglia nella nostra regione. Sabato 21 Giugno a Montecchio (Tr) è morto, affogato in un tombino, Angelo Quadraccia, operaio 51enne dell'Aman (Agenzia multiservizi Amerino Narnese).
E' presto per esprimere un qualsiasi giudizio sui fatti, certo è che anche in questa occasione la collettività non può limitarsi alle scontate ed indiscutibili condoglianze.
Anche per questa morte, - continua il comunicato, - come per tutte le morti sul lavoro, vorremmo che si levassero le coscienze a contro le abitudini, le pigrizie, le debolezze, le paure e i tentennamenti che spesso si impossessano di noi in nome di un "lavorare moderno" che si appropria anche di ciò che non ha prezzo: la vita.
Come Cgil dell'Umbria e di Terni valuteremo cosa e come fare quando sapremo con maggiore precisione quanto è accaduto. Nel frattempo però non ci stanchiamo di porre a tutti la domanda più scomoda: questa ennesima tragedia si poteva evitare?
Da parte nostra, - conclude la CGIL, - la risposta c'è ed è scontata: sì, tutto si può prevedere. Si può prevedere ad esempio che per alcune lavorazioni occorra essere in due. Si può prevedere che occorrano tempi più lunghi e non perché si è fannulloni, ma perché si tiene alla propria salute ed incolumità. Si può prevedere persino che esternalizzando alcune lavorazioni e riducendone i costi a scapito della sicurezza aumentino i rischi e dunque si può decidere che al contrario servano investimenti strutturali e tecnologici per mettere in sicurezza ambienti di lavoro e operai.
Noi non alziamo l'indice contro nessuno, ma molte cose si possono prevedere. Non farlo significa assumersene la responsabilità sempre, ancor di più quando si perde la vita di una persona."