sociale

Qualità e formazione nella Dirigenza infermieristica: 500 dirigenti infermieri del CID in convegno a Orvieto

giovedì 22 febbraio 2007
di laura
Sono cinquecento i dirigenti infermieri e le ostetriche presenti a Orvieto dal 22 al 24 febbraio per il loro XVII Convegno Nazionale che si sta svolgendo a Palazzo del Popolo: tre intense giornate di sessioni scientifiche nelle quali verranno affrontate tematiche che vanno dall'aggiornamento e dall'accreditamento professionale ai sistemi di sviluppo della qualità delle cure, ai bisogni della salute della comunità multietnica, per finire nella mattinata di sabato 24 con una tavola rotonda sulla valorizzazione delle competenze e la contrattazione, che vedrà presenti i segretari nazionali di CGIL, CISL, UIL, la Presidente Nazionale Collegi IPASVI ed il Sottosegretario al Ministero della Salute Gianpaolo Patta. Al convegno, che è una delle più importanti ed attese manifestazioni nazionali nell'ambito della sanità, è affiancata nella Sala expo la presenza degli stand di importanti aziende leader nel settore sanitario e del mondo editoriale del settore. “Sono sette anni ormai che questo importante convegno si svolge a Orvieto – afferma Mauro Petrangeli, presidente del CID (Comitato Infermieri Dirigenti) – ed è indubbio che oltre a svolgere nella città un prestigioso momento formativo, vi porta anche un buon indotto economico”. Nonostante le ben note difficoltà di reperire posti letto nel centro storico per i convegni più numerosi, infatti, Orvieto è risultata talmente apprezzata dai partecipanti al meeting del CID che il consiglio direttivo ha continuato a sceglierla nonostante qualche disagio logistico. Questo di Orvieto costituisce, per gli infermieri dirigenti, l'evento di formazione più importante tra quelli che vengono annualmente svolti dal CID che è, per statuto, una società scientifica avente come scopo la promozione della ricerca e della cultura scientifica con particolare attenzione ai problemi della programmazione, della gestione, della valutazione della qualità delle cure, dei servizi sanitari e della formazione infermieristica in Italia e all'estero. Al centro del meeting, che promette di essere un'importante occasione di approfondimento sia per i temi affrontati sia per la presenza di relatori particolarmente qualificati a livello nazionale, sono quest'anno la qualità e la formazione, come ben si evince dal titolo stesso del Convegno: “La Dirigenza Infermieristica, qualità e formazione”. “Noi siamo un organismo scientifico – afferma ancora il Presidente del CID Mauro Petrangeli – è dunque inevitabile che i nostri convegni siano articolati per sessioni scientifiche. Dalle nostre sessioni di lavoro, che non sono mai ripetitive e guardano ai temi attuali e agli sviluppi futuri, si deve uscire arricchiti e con le idee chiare su come coniugare alla pratica concreta quanto è stato dibattuto. L'ultima giornata del Convegno ha invece una valenza politica – aggiunge Petrangeli – e mira a legare le doverose competenze al perfezionamento di alcune misure normative. A tutt'oggi la Dirigenza viene attribuita, nel nostro ambito, in modo precario e provvisorio, in stretta connessione alla figura del Direttore Generale. Vogliamo dunque maggiori garanzie, che dovrebbero essere imminenti. A questo proposito è importante dire che il CID è un interlocutore riconosciuto del Ministero della Sanità e dei Sindacati, e che ha dunque un ruolo significativo sia nel settore legislativo che in quello contrattuale”. Sull'onda della qualità e della formazione, sfide essenziali per garantire nel futuro livelli sanitari adeguati a tutti i cittadini in una società sempre più stratificata dal punto di vista identitario anche per il vasto fenomeno della migrazione da Stati extra UE, il Convegno del CID si è aperto questa mattina con quella che è forse la sessione più innovativa dell'appuntamento di Orvieto, se non altro perché ha riguardato un tema urgente ed estremamente interessante molto poco affrontato, quello de "I bisogni di salute della comunità multietnica". A scandire lo stacco tra i diversi interventi il cymbalus di un suonatore tzigano. Attraverso le relazioni di Alessandro Stievano, Università Tor Vergata, Marcella Gostinelli, Azienda sanitaria Firenze, Sandra Bombardi, responsabile dell'Ufficio accoglienza e mediazione dell' Azienda sanitaria di Ferrara, e la testimonianza di Antun Blazevic, mediatore culturale Rom, è emerso il panorama di una società multietnica stratificata e complessa – la coesistenza, in Italia, di ben 190 diverse etnie – in cui i migranti sono affetti da patologie che non sono state contratte nel loro paese di origine, ma piuttosto nel nostro, per le pesanti condizioni psicologiche e logistiche che spesso si trovano a vivere e di cui fanno le spese soprattutto i bambini e le giovani madri. Una società, dunque, dove talvolta anche nel personale medico e infermieristico si rende necessario sgombrare il campo dagli schemi mentali e dagli stereotipi per capire, in un terreno ormai molto ibrido, la cultura e i bisogni dell'utente, “per umanizzare ed accogliere – come ha affermato Marcella Gostinelli riportando la sua esperienza di un progetto svolto con i Rom – per agire equità e universalismo in sanità, per arrivare, se non all'affetto, almeno al rispetto”. Compito ormai imprescindibile per chi è preposto a prevenire e curare, secondo la bella e sempre attuale massima del poeta latino Persio Aulo Flacco scelta dalla stessa Gostinelli come incipit del suo intervento: ”Conosci chi Dio ti ha comandato di essere e in quale posto nelle cose umane sei stato collocato.” Nell'ultima foto Antun Blazevic e Mauro Petrangeli.