sociale

Giovani al bivio della scelta scolastica. E dopo le medie?

domenica 22 gennaio 2006
di Davide Pompei
Hanno tempo fino a mercoledì per decidere che ne sarà di loro. Entro il 25 gennaio i 383 studenti iscritti alla terza media del comprensorio orvietano (188 quelli di Orvieto) dovranno scegliere la strada da intraprendere dopo la scuola. Classico, Scientifico, Artistico, Geometri, Ragioneria e Professionale sono l’offerta più abbordabile nel nostro territorio, declinata secondo diversi indirizzi. La legge vincola i/le giovanissimi/e ad assolvere l’obbligo formativo attraverso un percorso di studi negli istituti scolastici superiori, l’apprendistato con un percorso di 240 ore o con la formazione professionale. Per coloro che compiranno 15 anni è anche possibile scegliere di proseguire gli studi presso il Centro Servizi Formativi della Provincia di Terni, con corsi di indirizzo turistico–alberghiero. In Umbria sono oltre 7 mila gli studenti che devono presentare il modulo per le pre-iscrizioni alle superiori. Il termine normativo del 25 gennaio fissato dal Ministero per la riconsegna delle domande nelle segreterie in molte scuole è stato anticipato di alcuni giorni, la pre-iscrizione però non è vincolante, la data non è perentoria e lascia aperta la strada a qualche ripensamento. Questo è anche quanto ha sostenuto il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Ugo Panetta, invitando gli studenti a scegliere con la massima serenità anche perché la Riforma Moratti entrerà a regime l’anno prossimo. Per poter intraprendere la strada più giusta vivendo serenamente e consapevolmente, senza affanni questa tappa iniziatica, le scuole si mettono in vetrina con le giornate a porte aperte, per far conoscere le proprie attività ai futuri iscritti e alle loro famiglie. Inoltre il Servizio Politiche Formative della Provincia va ad incontrare gli studenti nelle loro scuole per svolgere un’azione di orientamento. Anche quest’anno, secondo le valutazioni dell’Ufficio Scolastico Regionale, sembra che i licei siano preferiti agli istituti tecnici, ma è prematuro azzardare anticipazioni. Ad Orvieto, nei giorni scorsi alcuni consiglieri comunali hanno auspicato che le istituzioni cittadine si attivino creando maggiore consapevolezza intorno ai problemi della scuola, che a livello nazionale sembra circondata da una scarsa attenzione e sensibilità, mentre “il futuro economico passa proprio attraverso la scuola”, ha affermato il capogruppo dello SDI Prof. Franco Raimondo Barbabella. Il Vicepresidente del Consiglio Comunale, il Prof. Vergari, ha suggerito azioni più incisive finalizzate a promuovere incontri informativi e di aggiornamento rispetto ai contenuti della Riforma Moratti sia per gli operatori che per le famiglie, la possibilità di stringere rapporti con le istituzioni scolastiche per fare orientamento formativo ed orientamento verso le opportunità di lavoro e, infine, organizzare e monitorare più incisivamente l’orientamento sui percorsi universitari intrapresi dai ragazzi dopo il diploma, mettendoli in un circuito più ampio di conoscenze anche a favore dei giovanissimi, nell’ottica della non dispersione di conoscenze e saperi. Una proposta che non può non trovare d’accordo tanti giovani (1074 è la cifra della popolazione delle scuole medie inferiori del nostro territorio nell’anno scolastico in corso) e le rispettive famiglie che, già dal prossimo anno, non vedrebbero male un’offerta più ampia e consona alle vocazioni del territorio, perché anch’essi si troveranno fra un anno a doversi misurare con questo rituale d’iscrizione alle superiori. Nel novembre scorso a Roma si è tenuto un convegno sulla ricerca e l’azione riguardo al fenomeno dell’abbandono scolastico e formativo, ricerca che ha interessato 7 mila giovani e 840 famiglie su tutto il territorio nazionale. La sperimentazione ha consentito di condividere nuovi modelli di intervento e orientamento con più di 200 testimoni privilegiati in 8 province italiane, tra cui quella di Terni. Inoltre, secondo una recente indagine condotta dalla rivista “Le Scienze”, il 66% della nostra popolazione non possiede le nozioni necessarie per decifrare un messaggio scritto (per esempio l’editoriale di un quotidiano) e per capire un calcolo dove figurano un paio di frazioni. Il 25% dei giovani che finiscono le scuole medie ha problemi nell’uso corretto del congiuntivo. Produciamo un numero di diplomati, laureati e ricercatori pericolosamente inferiore agli standard europei. Sono elementi sui quali riflettere...

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