"Un vero e proprio progetto di smantellamento della sanità pubblica"

"Più che un aggiornamento del ‘Piano di efficientamento e riqualificazione del sistema sanitario regionale 2022-2024’, quello approvato dalla Giunta regionale lo scorso 13 settembre, è un vero e proprio progetto di smantellamento della sanità pubblica. Attraverso un atto di programmazione, e non una mera deliberazione, la Giunta Tesei decide di tagliare circa 30 milioni alla spesa sanitaria, riduce da 12 a 4 i distretti sanitari e impone d’ufficio il ridimensionamento di servizi territoriali, reparti e addirittura di interi ospedali".
E’ quanto dichiarano in una nota congiunta i consiglieri Tommaso Bori (vice presidente della Commissione Sanità - Pd) e Simona Meloni (capogruppo regionale Pd). “Riteniamo inaccettabile – spiegano gli esponenti dell’opposizione - che l’intero impianto della sanità regionale venga ridisegnato con atti amministrativi. In assenza di un nuovo Piano sanitario, annunciato e mai approvato, vengono adottati dei provvedimenti, lacrime e sangue, che rifuggono dal confronto democratico ed eludono norme e regolamenti regionali.
Per questo motivo intendiamo sottoporre questi atti alla verifica della Commissione di garanzia statutaria istituita presso l’Assemblea legislativa. Gli atti di programmazione sanitaria dovrebbero infatti essere quanto meno discussi e condivisi in Consiglio regionale. La Giunta Tesei ha scelto invece la via dell’autoreferenzialità, forse nella speranza che, così facendo, il programma di tagli imposti dalla montagna di debiti accumulati, passi in sordina.
Ma tagliare oltre 13 milioni alla spesa farmaceutica, come è stato deciso, significa far gravare gran parte di quei costi sulle tasche dei cittadini. E ben presto se ne renderanno conto da soli. Ridurre di 4 milioni all’anno la spesa per l’acquisto di dispositivi medici e, altrettanti, per beni e servizi sanitari e non sanitari, significherà, in molti casi, non poter mettere a disposizione delle strutture sanitarie quanto è necessario e urgente ad una corretta presa in carico dei pazienti. Inoltre, decidere un taglio di 8 milioni di collaborazioni, consulenze e lavoratori interinali, in assenza di nuove assunzioni, significa ingessare le strutture sanitarie per mancanza di personale”.
“L’atto 943 approvato recentemente dalla Giunta, per come è stato scritto, tenta maldestramente – rilevano Bori e Meloni - di dissimulare la tragica situazione che andrà a determinare. Nell’allegato al Piano si arriva addirittura a definire ‘potenziamento delle attività distrettuali’ la riduzione dei distretti sanitari. Siamo agli ossimori. Ma ciò che appare ancor più grave è che le scelte compiute, specie nell’ambito della riconfigurazione della rete ospedaliera, siano state fatte senza il coinvolgimento degli operatori del settore e delle comunità locali”.
“A dispetto di quanto si aspettano i cittadini umbri - aggiungono Bori e Meloni - prosegue senza sosta il processo di smantellamento di quel sistema sanitario locale che avevamo conosciuto fino al 2019, e che, seppur non esente da critiche e mancanze, era stato un modello di efficienza riconosciuto per anni dal ministero della Sanità. Stentiamo ancora a comprendere fino in fondo come sia stato possibile, in soli quattro anni, distruggere questo grande patrimonio pubblico e dissipare un capitale di competenze e professionalità che oggi guarda spesso altrove.
Per tutti questi motivi continueremo a denunciare questo stato di cose, e, in particolare, ci batteremo affinché l’Assemblea legislativa torni ad occuparsi di questi temi fondamentali per la vita e per il futuro degli umbri. Il principale organo di rappresentanza regionale deve riacquistare la centralità che merita, così da svolgere appieno sia la sua funzione legislativa che di indirizzo e controllo. Lo faremo - concludono - promuovendo occasioni di mobilitazione in tutti i territori e di dibattito, fuori e dentro il Palazzo, cosicché i cittadini siano messi nelle condizioni di conoscere la realtà dei fatti e possano farsi un’opinione in maniera consapevole così da adottare le contromisure del caso”.

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