politica

"Una rosa per Norma Cossetto", le considerazioni della Confederazione Cobas

venerdì 4 ottobre 2019
"Una rosa per Norma Cossetto", le considerazioni della Confederazione Cobas

"Apprendiamo in questi giorni dalla stampa, anche locale, dell'iniziativa denominata "Una rosa per Norma Cossetto" in programma in diverse città italiane e promossa dal Comitato 10 Febbraio. Pur nel rispetto della tragica vicenda della giovane istriana, la cui salma fu recuperata da una foiba nel novembre 1943, e che è diventata, suo malgrado, un “simbolo” per gli anticomunisti ed i neoirredentisti, è incredibile leggere come ancora oggi tali eventi vengano narrati evidentemente senza conoscerli, citando persino particolari raccapriccianti, visto che non hanno alcun riscontro storico e documentato.

Per maggiori approfondimenti, invitiamo a scaricare dal seguente link il dossier "Il caso Norma Cossetto" di Claudia Cernigoi, giornalista e ricercatrice storica. Riteniamo inoltre che, ammessa e non concessa la buona fede del Comitato 10 Febbraio, questo tipo di approccio non renda onore alla verità storica dei fatti né tanto meno, dal nostro punto di vista, rende nemmeno omaggio alle memoria di Norma Cossetto.

Nel 2018 è inoltre uscito il film "Red Land - Rosso Istria" nel quale (cit.) (...) la vicenda di Norma Cossetto, con il ben conosciuto metodo della “demonizzazione del nemico” viene isolata da tutto il contesto precedente (oppressione fascista) e da ciò che stava avvenendo in quei giorni nella penisola istriana, invasione tedesca e riconquista fascista, facendole assumere una valenza quasi mitologica, se non agiografica, presentandola come un'eroina, buona per definizione, sospesa in una sorta di suo mondo fatto di giovinezza, studi, amore, amicizia, fede, bontà, e preda, improvvisamente, del “male assoluto”, rappresentato qui non dalla strega cattiva, ma dagli slavi e per di più comunisti.

Fuori dal mito, la storia personale di Norma Cossetto è quella di una delle tante donne che furono travolte dalle atrocità della guerra, atrocità che non furono certo iniziate dai partigiani jugoslavi. La versione filmica della sua sorte viene presentata come verità storica, mentre sulle circostanze, i modi e i responsabili non c'è documentazione e i particolari dello stupro, dell'infoibamento e tutte le scene raccapriccianti su cui il film si sofferma lungamente sono stati, se non del tutto inventati, basati su labili dicerie, ben usate nella guerra psicologica antipartigiana (...). 

(...)  L'episodio viene ancora presentato come se nessuno ne avesse mai parlato prima. In realtà lo sciaccallaggio politico sulla figura di Norma Cossetto era già iniziato da parte dei repubblichini nel 1943; era uno dei tasselli di quella enorme operazione propagandistica messa in piedi dai servizi disinformativi della Xa Mas, continuata poi nel dopoguerra con un'infinità di libri, come ricordava anche Roberto Spazzali nel testo citato all'inizio di questa recensione. Le versioni del fatto sono innumerevoli e tra loro contrastanti, e chi ha analizzato i documenti dimostrandone l'inconsistenza e contraddittorietà, è stato minacciato e pesantemente diffamato da personaggi e ambienti (neo)fascisti (...).

Per maggiori approfondimenti, vi invitiamo a leggere la recensione del film, scaricandola dal seguente link dell'autrice Alessandra Kersevan, ricercatrice e storica, che alcuni forse ricorderanno anche per aver sbugiardato (cit.) (...) le strategie del revisionismo storico (...) in diretta TV nella trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, video al seguente link".
 
Fonte: Confederazione COBAS - Comitati di Base dell'Orvietano