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Sì alla riattivazione del protocollo per l'impiego dei detenuti nei lavori socialmente utili

venerdì 12 aprile 2019
Sì alla riattivazione del protocollo per l'impiego dei detenuti nei lavori socialmente utili

Nella seduta di mercoledì 10 aprile il Consiglio Comunale ha approvato (7 favorevoli, 1 astenuto: Timperi) la mozione proposta dal Cons. Andrea Sacripanti (Capogruppo “Gruppo Misto”) inerente la riattivazione protocollo del 2014 per l’impiego dei detenuti nei lavori socialmente utili.  Secondo la mozione “il Consiglio Comunale, riconoscendo il valore sociale dell’impiego di detenuti nei lavori di pubblica utilità, impegna il Sindaco di Orvieto a: riattivare, o nel caso rinnovare, la convenzione già stipulata nel corso del 2014 tra il Comune, l’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto e la Casa di Reclusione di Orvieto, al fine di predisporre progetti che prevedano l’impiego, a titolo di volontariato, di persone detenute nel carcere di Orvieto nei lavori di pubblica utilità riguardanti la manutenzione dei Cimiteri, la cura delle aree verdi e di tutto il patrimonio ambientale cittadino; e a considerare l’opportunità, alla luce di quanto realizzato da Roma Capitale, di stipulare ulteriori convenzioni con altri Enti, quali i proprietari/gestori delle strade statali, regionali e comunali, al fine di poter utilizzare, sempre in forma di volontariato e successivamente ad un loro adeguato periodo di formazione, le persone detenute per la manutenzione delle strade insistenti sul nostro territorio comunale”.
 
Le premesse del documento sono state illustrate dal Cons. Sacripanti che ha ricordato “nel 2014 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Comune di Orvieto, l’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto e la Casa di Reclusione di Orvieto che prevedeva l’impiego dei detenuti per le attività inerenti ai cosiddetti lavori socialmente utili. Da quella data ad oggi, sono stati impiegati per un breve lasso di tempo pochi detenuti in attività socialmente utili, nonostante i problemi legati alla tutela ambientale come: pulizia e restituzione al decoro di, cimiteri, parchi pubblici e aree verdi, siano particolarmente stringenti nel Centro Storico e nei quartieri del nostro Comune.

E’ evidente che l’utilizzo delle persone detenute nella Casa di Reclusione di Orvieto, oltre a rappresentare una concreta opportunità per l’intera Comunità, stanti le esigue risorse, economiche e umane, di cui dispone l’Amministrazione, tenderebbe a favorire la loro reintegrazione sociale e lavorativa attraverso la partecipazione a progetti di utilità sociale dando attuazione al principio sancito dall’articolo 27 della Costituzione secondo il quale il trattamento rieducativo dei soggetti privati della libertà personale deve tendere al reinserimento sociale degli stessi. L’idea dell’accordo stipulato nel 2014, in buona sostanza, era che lo svolgimento di un’attività lavorativa a beneficio della Comunità potesse costituire un efficace strumento di ‘reintegrazione’ per le persone detenute che potevano così essere impiegate in progetti utili per la Città.

Proprio in questi giorni il progetto ‘Mi riscatto per Roma’ finalizzato al reinserimento socio-lavorativo portato avanti da ‘Roma Capitale’ e dal Ministero della Giustizia con il coinvolgimento dei 15 detenuti individuati tra quelli a bassa pericolosità e pene ridotte della casa circondariale di Rebibbia sta dando i primi risultati. Queste persone hanno svolto per due mesi e mezzo un percorso di reinserimento e di formazione in carcere e da Autostrade per l’Italia ottenendo un attestato professionale per poi potersi mettere al lavoro per la manutenzione delle strade dove svolgono interventi di pulizia delle caditoie, riparazione delle buche a caldo e ripasso delle strisce pedonali. Dopo aver sperimentato con successo l’utilizzo di persone detenute per attività riguardanti la tutela del patrimonio ambientale, il Comune di Roma si è spinto oltre sottoscrivendo un nuovo protocollo con Autostrade per l’Italia.

Ciò sta a significare come questi progetti, se sostenuti in modo serio ed efficace, possano riguardare vari settori di competenza del Comune così da perseguire il duplice obiettivo di curare gli interessi collettivi legati alla custodia dei beni pubblici e quelli più strettamente privati relativi al verosimile reinserimento nella Società di ogni singolo detenuto che, sentendosi valorizzato durante la detenzione ed anche attraverso una adeguata formazione, potrà più facilmente trovare un riscatto personale al di fuori del carcere. La validità di questi progetti è stata testimoniata dal Ministro della Giustizia che ha dichiarato di voler estendere questo tipo di iniziative anche in altri Comuni italiani.

Vale la pena sottolineare, infine, come un rinnovato impulso di accordi che prevedano il coinvolgimento di detenuti in lavori socialmente utili, favorendone il reinserimento nella Società, sia del tutto coerente con la tipologia del carcere di Orvieto che è un Istituto a Custodia Attenuata, peraltro l’unico presente nella Regione Umbria, che già di per sé prevede un regime penitenziario differenziato dove la funzione rieducativa della pena assume maggiore importanza rispetto a quella retributiva. La custodia attenuata, infatti, offre maggiori opportunità al detenuto di riabilitarsi”.
 
Dibattito:

Maria Flavia Timperi (Pd): “la convenzione è stata già rinnovata a marzo 2019 e vi sono contenute parte delle richieste espresse nella mozione. Personalmente ho qualche perplessità perché penso che il lavoro debba essere sempre retribuito, quindi mi asterrò”.

Assessore alle Politiche Sociali, Cristina Croce: “il protocollo è stato riattivato dal Comune un mese fa. Attualmente, nell’ambito del verde pubblico, viene impiegato un detenuto che ha sostenuto apposito corso di formazione”.

Sindaco, Giuseppe Germani: “il lavoro va remunerato giustamente. Il protocollo è stato messo in piedi con l’Istituto a custodia attenuata di Orvieto dove il reinserimento delle persone che vi si trovano è la condizione essenziale per il loro pieno reinserimento sociale. La mozione ha tardato ad essere discussa essendo cambiate, nel frattempo anche alcune norme”.

Claudio Di Bartolomeo (Psi): “sono d’accordo sulla mozione. Queste persone hanno bisogno di formazione che va fatta dall’Istituto e dagli enti preposti per quelle mansioni alle quali sono chiamate. Giusto anche che ci sia una remunerazione simbolica”. 
 
Andrea Sacripanti (Gm): “bene che l’Amministrazione si sia mossa ed è giusto che lo abbia fatto intravedendo gli aspetti positivi della proposta. Per andare nella direzione della formazione, nella mozione si parla di andare oltre il ruolo del Comune aprendo il ruolo delle associazioni di categoria private. La mozione quindi può essere ulteriormente rafforzata dall’Amministrazione che verrà dopo la scadenza elettorale”.  

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto