politica

Franco Raimondo Barbabella, in campo "per ricollocare la nostra realtà territoriale"

giovedì 14 marzo 2019
Franco Raimondo Barbabella, in campo "per ricollocare la nostra realtà territoriale"

Già sindaco di Orvieto dal 1980 al 1989, Franco Raimondo Barbabella è pronto a mettersi nuovamente a disposizione della città. "Il criterio - ha detto - è partire dall'analisi della realtà per far derivare le proposte. Con un gruppo di persone di vario orientamento abbiamo lavorato a lungo sui problemi della città e preso iniziative serie sul credito, sull'uso dei contenitori storici, sul rapporto centro-periferia. Il 7 dicembre 2018 abbiamo presentato un documento programmatico. Agli apprezzamenti formali non è seguita, però, alcuna proposta concreta. Abbiamo assistito alla presentazione di diverse candidature, l'unica proposta programmatica ad oggi è quella di 'Comunità in Movimento'.

È maturata, dunque, l'idea di una candidatura come progetto politico dalle esperienze che avevano preceduto queste proposte. La situazione è preoccupante. Rischiamo come Comune di andare sotto i 20.000 abitanti. Abbiamo una serie di strutture importanti – ex Ospedale ed ex Caserma Piave, su tutte – come metafore di una città in decadenza, senza speranze. Non ci sono progetti che mettano in gioco questa ricchezza. Dai servizi sanitari al sistema scolastico, dobbiamo ragionare in termini di territorio, riprenderci un ruolo. Siamo fuori dalle strutture decisionali. Dobbiamo ricollocarci. C'è un bisogno pazzesco di infrastrutture. E di riprenderci l'autonomia, anche le candidature si fanno fuori da Orvieto!

Mi candido per questo, come traghettatore, con l'intenzione di mettermi a disposizione della mia città. Non sono un 18enne, ma metto l'esperienza. Non ce l'ho con nessuno. Questa candidatura e l'operazione civica ad essa legata non nasce “contro”, ma dalla constatazione che manca un progetto politico. Abbiamo bisogno di una città che reagisca con serietà e disponibilità a dialogare". Barbabella definisce la sua "una decisione meditata, non strumentale". "Non abbiamo pregiudizi, abbiamo idee. Vale la comunità. È un problema di collocazione della nostra realtà territoriale. A fine 2014, abbiamo fatto una proposta di legge regionale per territorialità.

Stiamo lavorando per costituire una rete, giocare la partita con larga visione territoriale. La battaglia per le Comunali è la battaglia per le Regionali. Il tema dell'oggi è finito. Quello delle “Aree Interne” non si è tradotto in un progetto di sviluppo territoriale. Servono rapporti, negli ultimi anni niente di serio. Dare consistenza e durata nel tempo. Non c'è stata un'idea di città. Si è parlato solo della chiusura di una piazza, senza senso". Quanto al marchio "Progetto Orvieto", la posizione è chiara. "Non sono geloso, né invidioso. Quella è storia. Riappropriarsi di quel nome mette in una condizione impegnativa. Era una sfida in una realtà statica, i beni culturali come investimento produttivo. Allora partimmo da un dramma per farne un progetto, sfidando i poteri regionali. Oggi si deve fare di più per uscire dall'isolamento. Prima la sfida era valorizzare il centro storico, ora serve puntare su un territorio vasto interregionale".

Possibile nome della lista civica, "Orvieto verso nuovi orizzonti".