politica

"Se il ricordo è 'smemorato', noi ricordiamo tutto!"

sabato 9 febbraio 2019
"Se il ricordo è 'smemorato', noi ricordiamo tutto!"

Le associazioni Artemide, Centro di Documentazione Popolare, Aned, Val di Paglia Bene Comune con il patrocinio del Comune di Orvieto, invitano a visitare la mostra fotografica e documentaria "Testa per dente. Crimini fascisti in Jugoslavia 1941 / 1945”.  La mostra sarà visitabile da lunedì 11 a sabato 16 febbraio, presso il chiostro della Biblioteca Comunale "L. Fumi" in Piazza Ippolito Scalza n. 1, anche con l’ausilio degli operatori delle associazioni proponenti. Orari: 10:00 / 13:00 – 15:00 / 18:00

Si tratta della prima di una serie di iniziative, promosse in Umbria da una serie di realtà associative e di base, per l’approfondimento storico e culturale sulle vicende che interessarono il confine orientale d’Italia e le atrocità commesse dalle truppe nazi-fasciste durante l’occupazione dei territori della ex Jugoslavia.

La Legge 92/2004 istitutiva del “Giorno del ricordo”, fin dalla sua genesi parlamentare e successivamente nei suoi articoli, si proponeva - citiamo testualmente – di “ (…) conservare e rinnovare la memoria, della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra (…) ma anche “(…) della più complessa vicenda del confine orientale (…).

Si tende infatti a dimenticare che a Trieste, nella Venezia Giulia e nei territori confinanti, la storia non comincia il  1° Maggio 1945, giorno della Liberazione della città per mano Partigiana. Nel 1920, ad esempio, Mussolini nel suo discorso al teatro di Pola affermava: (…) per realizzare il sogno mediterraneo bisogna che l’Adriatico, che è un nostro golfo, sia in mani nostre; di fronte ad una razza come la slava, inferiore e barbara, io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani (…). 

Fin dai primi anni ’20 gli squadristi ebbero quindi mano libera e solidi appoggi economici per le loro infami incursioni; nel ’22 iniziò poi la campagna di italianizzazione vera e propria: divieto di parlare in sloveno, chiusura di scuole “non italianizzate”, devastazioni di sedi associative, modifiche alla toponomastica e anche ai nomi e cognomi delle persone. 

Furono la violenza fascista e l’annullamento dell’autonomia culturale e linguistica delle popolazioni slave, ad esasperare inevitabilmente i sentimenti di inimicizia nei confronti dell’Italia. Con l’occupazione nazi-fascista di Dalmazia, Slovenia e Croazia nel 1941 vennero attuati stupri, massacri, bombardamenti e deportazioni di massa, specialmente a danno delle minoranze.

Gli italiani, tutt'altro che “brava gente”, contribuirono attivamente con la creazione dei campi di concentramento/sterminio o di luoghi di internamento, anche in Umbria: secondo dati accertati, gli sloveni e i croati deportati dalla primavera del 1942 al 8 settembre 1943 furono non meno di 25.000. Tra i più terribili quello sull’isola di Arbe (ex provincia di Fiume, oggi Croazia): su circa 7500 internati i morti furono almeno 1435, tra cui oltre 100 bambini di età inferiore ai 10 anni; il tasso medio di mortalità superava quello del campo di concentramento di Buchenwald. 

Alla fine della guerra la Jugoslavia conterà circa 1 milione di vittime di cui 300.000 direttamente attribuibili alle truppe d’occupazione italiane. Dopo l’8 settembre ’43 e fino al ’45, con le sorti della guerra rovesciate, le popolazioni slave e l’esercito popolare della nascente Jugoslavia intensificarono la lotta contro i simboli della dittatura, gerarchi fascisti e camicie nere, anche con una serie di “infoibamenti”, il cui numero aumenta di anno in anno soltanto nella propaganda della destra e dei neofascisti, salvo però trovare difficilmente riscontri documentabili.

Pensiamo che nel prendere in considerazione oggi la questione delle foibe non si possa non tener conto del contesto che fu: non per negarle o per ridurne l’importanza, ma per contestualizzarle. La storia non si cancella e ogni altro uso della stessa che non abbia riscontri tangibili, nella migliore delle ipotesi appartiene al peggior revisionismo. E’ importante ricordare, magari senza retorica e onestà vorrebbe ricordare tutto!

Prossimo evento. Orvieto, 21 Febbraio 2019. Claudia Cernigoi presenterà il suo ultimo libro: “Operazione Plutone. Le inchieste sulle foibe triestine”.  Maggiori informazioni: orvieto.cdp@gmail.com

Fonte: Associazione "Centro di Documentazione Popolare" - Orvieto (TR) - Via Magalotti, 20 - 05018
https://www.facebook.com/centrodidocumentazionepopolarediorvieto/