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Trappolino: "Percorso di partecipazione e ascolto, centrodestra diviso e senza progetto"

martedì 20 dicembre 2016
Trappolino: "Percorso di partecipazione e ascolto, centrodestra diviso e senza progetto"

 “Abbiamo dato a questo passaggio un senso tutto istituzionale, ascoltato sindaci e consiglieri comunali, raccolto spunti e proposte e sostenuto le soluzioni avanzate dai territori. La lista che abbiamo presentato è, dunque, il punto di arrivo di un percorso di larga condivisione e di confronto sulle prospettive dei comuni ternani”.

Così, in una nota, il segretario provinciale del Pd di Terni Carlo Emanuele Trappolino, in riferimento alla presentazione della lista dei candidati dem per il rinnovo del consiglio provinciale. “Preziosi, in questo percorso – aggiunge Trappolino - il lavoro e l'impegno di Leonardo Grimani, capogruppo in consiglio e sindaco di San Gemini, a cui l'assemblea provinciale ha dato mandato di guidare questo passaggio, che abbiamo voluto partecipato e fortemente calato nella realtà istituzionale dei territori della provincia.

Del resto, a votare, il prossimo 8 gennaio, saranno i sindaci e i consiglieri comunali ed è evidente che la loro rappresentanza in seno al consiglio è di tipo territoriale piuttosto che politico”. “Rimane, rispetto al tema delle candidature, il rammarico per alcune rinunce che hanno portato a uno squilibrio di genere all'interno della lista e al mancato inserimento della Valnerina, ma resta la convinzione di aver saputo contrapporre un progetto istituzionale serio, orientato alla tenuta dei bilanci e alla salvaguardia dei servizi, alle lotte intestine di un centrodestra diviso e irresponsabile – definizione che ne ha dato il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale”.

“Sento il dovere di ringraziare, infine – conclude Trappolino – Leopoldo Di Girolamo e Giampiero Lattanzi per aver guidato la Provincia in una fase delicata e di forte incertezza dal punto di vista politico oltre che istituzionale. Ora sarà necessario moltiplicare gli sforzi per restituire agli enti provinciali, soprattutto in considerazione della mancata cancellazione all'esito della bocciatura della riforma costituzionale, l'autorevolezza e l'autonomia necessarie a svolgere il proprio ruolo”.


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