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Crisi in Regione: Sì alla fiducia su Marini, ma Barberini non rientra in giunta

mercoledì 9 marzo 2016
Crisi in Regione: Sì alla fiducia su Marini, ma Barberini non rientra in giunta

Il Pd ha chiesto e ottenuto la fiducia sulla presidente Marini (13 voti a favore, otto contrari), per evitare la frattura in consiglio regionale e scongiurare così la fine anticipata della legislatura. L’atto è stato votato anche dai cinque Pd ex popolari, l’ex assessore Barberini in testa, che però non è rientrato in giunta. La crisi quindi non è risolta.

Marini ha chiesto a più riprese e invano il rientro di Barberini; su metodo, trasparenza e ricambio degli apicali quest’ultimo ha ribadito la necessità di modificare l’approccio, dimostrando che “non c’è un uomo solo al comando ma si lavora in squadra”. Così come la vittoria alle elezioni, ha chiuso Barberini, è stata una vittoria “di tutti e non solo di alcuni”. E menare colpi di ascia “a destra e a manca”, ha detto Barberini, non serve, se poi gli alberi non si abbattono. Ossia stop a prove muscolari sterili. Marini dalla sua ha invitato Barberini e non solo a non buttare la palla in tribuna ma a condurla in campo, che non ci sono innovatori e conservatori nel Pd, che non ci sta a “governare l’esistente in condizioni di instabilità”. Ossia niente emendamenti o tranelli “non solo su Defr e bilancio, ma anche su tutti gli atti futuri della legislatura”.

A questa situazione non ha mancato di fare la sua pesante considerazione il consigliere regionale, Claudio Ricci, sottolineando che: “La maggioranza conferma la presidente della Regione ma le fratture rimangono evidenti. Una fattura politica che non è stata ricomposta e permangono evidenti le differenze nella maggioranza soprattutto in merito alla nomina del dirigente principale sulla sanità che, secondo quanto emerso, non risponde ai criteri di cambiamento e merito”.

“La X legislatura regionale – osserva Ricci – prosegue, vista la mozione di fiducia approvata, ma la discesa è iniziata e la sanità, considerato che non è stato reintegrato l'assessore alla sanità dimissionario, come il governo regionale, è ormai incerto e poco incisivo. La risoluzione di opposizione presentata da Centrodestra e liste civiche è stata respinta anche se certi obiettivi sono urgenti ed essenziali: cambiamento e merito nella scelta di dirigenti/direttori, meno tempi di attesa per gli esami clinici, più acquisti centralizzati per risparmiare, più tecnologia e informatizzazione per risparmiare, maggiore integrazione fra territorio, ospedali e aziende sanitarie/ospedaliere. La crisi – conclude - non è risolta ed anzi dal dibattito è destinata ad aggravarsi visto che la fiducia appare solo labile e temporanea”. 

 


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