politica

Consiglio regionale, respinta la mozione sul "sostegno alla famiglia naturale"

giovedì 21 gennaio 2016
Consiglio regionale, respinta la mozione sul "sostegno alla famiglia naturale"

L'Aula ha respinto, con 8 voti contrari e 6 favorevoli, la mozione presentata dai consiglieri di centro destra e liste civiche (Ricci, De Vincenzi, Squarta, Nevi, Mancini, Fiorini) per il “riconoscimento dei valori della famiglia naturale, con l'impegno di prevederne adeguati sostegni, secondo quanto previsto dal Codice civile italiano che definisce la famiglia costituita da moglie e marito con il dovere di istruire e educare la prole”. Hanno votato a favore solo i consiglieri proponenti. Il Movimento 5 stelle non ha partecipato al voto. Hanno espresso voto contrario la presidente Marini, l'assessore Paparelli e i consiglieri Rometti (Ser), Chiacchieroni, Solinas, Casciari, Leonelli, Guasticchi (Pd).

Con l'atto si chiedeva l'impegno della Giunta affinché si attivasse, “stante il rispetto per ogni idea sul modo di vivere e la tutela dei diritti di tutte le persone, per riconoscere nel quadro regionale la famiglia come quella definita, in modo chiaro, dal Codice civile italiano, inserendo quindi nella programmazione finanziaria della Regione adeguate risorse per il sostegno della famiglia, attraverso politiche per la casa, il lavoro, sgravi fiscali e educazione dei figli; infine, attivando le procedure per rimodulare, nello Statuto della Regione Umbria, l'articolo 9, inserendo la dizione di famiglia come definita dal Codice civile”.
Sia gli esponenti della maggioranza presenti in Aula che i consiglieri del Movimento 5 stelle hanno ritenuto la mozione “discriminante” per le persone che non sono ricomprese negli articoli del Codice civile che definiscono la famiglia ed hanno sottolineato come ci si riferisca a un testo del 1942 e quindi a una situazione che è radicalmente mutata.

INTERVENTI

CLAUDIO RICCI: “LA MOZIONE GUARDA LA FAMIGLIA DA UNA PROSPETTIVA SOSTANZIALMENTE LAICA in quanto afferisce semplicemente agli attuali articoli 143, 144 e 147 del Codice civile, che prevede uomo, donna, figli e obbligo di educare la prole. Non vi sono altre implicazioni valoriali. Il 75 per cento del Pil del Paese viene dalle imprese familiari, che apportano con il loro lavoro anche i valori della famiglia. Necessario che i temi della casa, del lavoro, dell'educazione e del tempo libero siano inclusi nel quadro finanziario della Regione Umbria. Anche le tasse andrebbero viste e adeguate al cardine della famiglia. Infine, rimodulare l'articolo 9 dello Statuto inserendo la dizione di famiglia”.

ANDREA LIBERATI: “QUESTA MOZIONE È LIMITANTE, DISCRIMINANTE NEI CONFRONTI DEI NON SPOSATI, di chi convive, delle coppie che non hanno figli, di chi ha figli in orfanotrofio, tutte situazioni non comprese nell'atto ma altrettanto dignitose. La Costituzione si rifa a normative internazionali entro le quali dobbiamo stare. Diritti uguali quindi anche alle forme di convivenza che non sono di natura matrimoniale. Il mondo è cambiato dal 1942, non possiamo basarci solo sul Codice civile. Siamo dentro un ordinamento europeo e non possiamo cristallizzare la società al 1942. La risposta corretta che la politica deve dare è fare in modo che coloro che stanno insieme recepiscano vicinanza concreta dalla classe dirigente, dare loro un reddito di cittadinanza. Un giovane oggi quale famiglia farebbe? Evitiamo ghettizzazioni di chi farebbe scelte diverse. Non parteciperemo al voto”.

GIACOMO LEONELLI (PD): “NON LA VOTEREMO. DOBBIAMO VOTARE MOZIONI CHE AGGIUNGONO QUALCOSA ALLA COMUNITÀ REGIONALE, QUESTA NON AGGIUNGE NULLA MA, ANZI, TOGLIE QUALCOSA, DISCRIMINA. Non è la base di una tutela delle imprese familiari, possono esserci figli avuti fuori dal matrimonio che ne fanno comunque parte. Questo atto rischia di essere discriminante per chi è fuori da quanto indicato nel Codice civile, ma la società è cambiata. Soprattutto è un dibattito di mero posizionamento, non dà un atto di indirizzo alla Giunta, segue il trend di un dibattito nazionale in atto con tanto di manifestazioni. Il contenuto è preclusivo di ogni ragionamento possibile e utile in quest'Aula. Un tatticismo per piantare la propria bandierina”.

VALERIO MANCINI (Lega nord): “CHIEDIAMO SOLO IL RISPETTO DEL CODICE CIVILE E IL SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE - Dispiace che i consiglieri del gruppo 5 Stelle stiano prendendo una posizione mille miglia lontana da quello che è il concetto di famiglia a noi più caro. Noi richiamiamo una cosa molto semplice: il Codice Civile, una delle più alte e più importanti fonti legislative a cui tutte le norme amministrative e non solo si ispirano. La Costituzione parla di famiglia nel senso vero del concetto uomo e donna volto alla procreazione e al mantenimento dei figli, a questo punto ci ispiriamo noi, chiedendo semplicemente che inserisca nella programmazione finanziaria della Regione Umbria adeguate risorse per il sostegno della famiglia. Questo documento è stato protocollato il 31 agosto, quando non c’erano dibattiti in corso. Abbiamo ribadito i valori della famiglia. Secondo me siete fuori tempo voi, ma molto fuori tempo. Il nostro documento vuole ricondurre tutto a una normalità e nessuno dice di discriminare qualcun altro, parliamo semplicemente di famiglia nel suo concetto originario più autentico”.

SERGIO DE VINCENZI (Rp): “SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA GIÀ PREVISTO NELLO STATUTO DELLA REGIONE- Questa mozione è stata presentata in tempi non sospetti. La Regione già riconosce i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l’adempimento dei compiti che la Costituzione le affida, come previsto dallo Statuto. La mozione mette in evidenza l’ipocrisia che c’è e in questo consesso e nella Giunta ma in tante politiche che sono state portate avanti nel tempo dalla Regione. Il problema vero è che in realtà molti dei problemi che noi incontriamo nella nostra società derivano dal fatto che noi ci dimentichiamo che questa famiglia rappresenta il primo nucleo fondante sul quale si costruisce la convivenza, e questo fatto non è assolutamente secondario. Ormai si parla di individuo e non si parla più di persona, l’individuo è avulso dal contesto sociale e in tante situazioni pensa a se stesso, alle proprie necessità, quando parliamo di persona la vogliamo vedere inserita in un contesto relazionale molto più profondo.
Il riferimento alla famiglia naturale non è assolutamente regressivo perché al legislatore non compete l’adeguare le norme alle realtà che cambiano, ma indicare delle strade che servono al progresso complessivo”.

CATIUSCIA MARINI (presidente Giunta): “DALLA REGIONE UMBRIA VERI ATTI DI SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA. SERVE RISPETTO DEI VALORI DI TUTTI E DEL PAESE REALE - In tanti anni in cui il centrodestra ha controllato il Governo del Paese non ha mai approvato leggi di sostegno alla famiglia. La Regione Umbria invece lo fa. Le lezioni sull'ipocrisia dunque non possiamo accettarla. Abbiamo scelto di sostenere le famiglie non con leggi di principio ma sostenendole con un welfare robusto e serio, anche quando sono mancate le risorse nazionali. Abbiamo potenziato gli asili, il diritto allo studio, le famiglie unipersonali. Azioni concrete di sostegno reale. Il disegno di legge in discussione in Parlamento modificherà il codice civile in coerenza con il paese reale, fatto di coppie che contano le loro relazioni sull'affettività, senza discriminazioni. Il Parlamento dovrà anche rispondere a quello che l'Unione europea ci chiede, ossia il pluralismo e il rispetto dei valori. Le famiglie di fatto sono un terzo della famiglie italiane. Una su due tra i giovani. Il codice civile è aggiornabile ed emendabile anche nella sezione di diritti di famiglia”.