politica

Galanello (Pd): 'Si valuti il ricorso a un referendum contro la normativa di riordino'

martedì 10 settembre 2013

"In assenza di correttivi dell'ultimo momento da parte del Governo o del Parlamento, il Consiglio regionale valuti, come stanno facendo altre regioni, l'ipotesi di ricorso al referendum abrogativo della normativa di riordino delle sedi dei tribunali. La nuova organizzazione sta già provocando situazioni di difficoltà e preoccupazione in diverse città dell'Umbria, non solo ad Orvieto". Fausto Galanello, consigliere regionale del Partito democratico, nel giorno del sit in di protesta nei pressi del casello autostradale di Orvieto contro la chiusura del tribunale cittadino, accorpato agli uffici giudiziari di Terni, lancia l'ipotesi di "un'adesione della Regione Umbria alla richiesta di referendum abrogativo, già deliberata dall'Abruzzo, in procinto di approvazione in Liguria e pronta ad essere presentata anche in altre regioni".

Galanello si dice "disposto, in mancanza di modifiche al riordino, a prendere una propria iniziativa presso il Consiglio regionale per far sì che l'Umbria possa essere tra le Regioni intente a sollevare la richiesta di referendum. Con almeno cinque regioni impegnate a proporre un analogo quesito - spiega Galanello - l'attivazione dello strumento referendario sarebbe automatica, senza raccolta di firme. Un'azione, per cui c'è tempo fino al 30 settembre prossimo, che troverebbe larghe adesioni nelle nostre città, private da un presidio stabile di amministrazione giudiziaria".

Per il consigliere Pd "ad Orvieto si assiste alla situazione più grave. Un contesto - sottolinea - che mi ha convinto a partecipare al sit in di protesta organizzato con l'obiettivo di evitare il trasferimento in via definitiva del palazzo di giustizia e degli uffici ad esso connessi". In merito alla questione orvietana, Galanello apprezza e fa proprio "l'appello lanciato dalla presidente della Regione Catiuscia Marini al ministro di Giustizia e al presidente del Tribunale di Terni, ma - specifica l'esponente Pd - arrivati a questo punto appare necessario un intervento che incida direttamente sul piano legislativo, come appunto il sostegno dell'Umbria al referendum abrogativo di queste norme di riordino: si tratta - conclude - di provvedimenti a tratti illogici e contraddittori che generano nel loro insieme pesanti ricadute sociali, occupazionali ed economiche sui territori".


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