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Sel Castel Giorgio: lo sviluppo (in)sostenibile e i falsi progetti, nella politica locale "c'è bisogno di un modello nuovo"

giovedì 25 ottobre 2012
Sel Castel Giorgio: lo sviluppo (in)sostenibile e i falsi progetti, nella politica locale "c'è bisogno di un modello nuovo"

"La condanna a 6 anni di reclusione (con interdizione perpetua dai pubblici uffici e considerevoli risarcimenti alle vittime del sisma che colpì L'Aquila nel 2009) della Commissione grandi rischi della Protezione Civile, ha aperto un grande fronte di riflessione riguardo il modello di sviluppo nel nostro Paese. Un sistema fin'ora che di sostenibile non ha avuto assolutamente niente. Lo stesso ministro dell'ambiente Corrado Clini, il 23/10 ha dichiarato: 'La politica deve prendersi questa responsabilità (...) ci sono aree del nostro paese che non vanno utilizzate'"

"Anche a Castel Giorgio - si legge in una nota stampa di Sinistra Ecologia e Libertà - la politica si assuma allora le sue responsabilità: faccia quanto in suo potere per bloccare, o quantomeno ridiscutere, il progetto di impianto geotermico previsto in loc. "La Torraccia".

Un progetto - dicono dal SEL - che darà poco o niente in termini occupazionali e di sviluppo al territorio dell'Alfina (anzi, con grande probabilità, creerà forti difficoltà per le attività economiche e produttive già avviate) ma che presenta invece elevatissimi rischi di natura geologica ed ambientale. Rischi che riguardano l'inquinamento delle falde acquifere e soprattutto la possibilità di aggravare il pericolo di sismicità di una zona già di suo ad elevato rischio sismico.

Si tratta di quei rischi che Franco Barberi in persona (che è "project supervisor" del progetto geotermia per ITW LKW Geotermia Italia) ha dichiarato non esistere. Lo stesso Barberi che era presidente vicario della Commissione grandi rischi, condannato, assieme ai suoi colleghi, per aver minimizzato e sottovalutato il rischio terremoto a L'Aquila nel 2009.

MA L'AMMINISTRAZIONE C'È? E SE C'È, COSA FA? - È qui, quindi, che la politica locale deve intervenire per proporre un modello di sviluppo alternativo, perché quello proposto, nonostante i proclami strombazzati dal Partito Democratico castelgiorgese, è assolutamente insostenibile. C'è bisogno di un modello nuovo, basato su turismo, agricoltura, trasformazione e servizi assistenziali, che valorizzi ed utilizzi in maniera intelligente e lungimirante le peculiarità del nostro paese.

C'è però da chiedersi quali interventi possa fare la politica locale quando c'è un'amministrazione che, dopo le recenti dimissioni del vicesindaco e di un assessore, oramai si regge in piedi per miracolo, senza la necessaria forza e fiducia per portare avanti un progetto di tale impatto, un progetto che rischia di deturpare per sempre il volto del nostro territorio e di quelli circostanti.

Che ci si fermi e si ridiscuta tutto quindi. Si abbia l'umiltà di ammettere che con una maggioranza risicatissima e piena di contrasti interni non si possono prendere certe decisioni così impegnative e poco rassicuranti. Perché di falsi profeti, che rassicurano quando invece c'è da allertare, ne abbiamo avuti fin troppi.

INVECE SI CONTINUA A FAR FINTA DI NIENTE - Si continua a far finta di niente, ma la maggioranza consiliare è frantumata; la giunta è dimezzata; chi dovrebbe ricomporla non vuole o non sa come fare; nel frattempo il Sindaco e gli assessori rimasti (uno solo eletto, l'altro è esterno) continuano a deliberare come se la situazione fosse di totale normalità. Quando vengono convocati i consigli comunali non c'è mai la certezza che possa essere raggiunto il numero legale.

Veramente questi amministratori pensano di gestire un comune permanentemente in seconda convocazione? Oppure andando ad elemosinare l'appoggio esterno di questo o quel consigliere dell'opposizione? Secondo noi non è cosa dignitosa e, soprattutto, non è nell'interesse dei cittadini.

Quindi - conclude la nota di SEL - anche l'unico partito rimasto a sostenere questa amministrazione sarebbe bene che assumesse ormai posizioni più critiche e meno imbarazzanti, pensando non solo all'immediato presente ma ad una strategia di più ampio respiro per il futuro di Castel Giorgio."