politica

"Nessun rinnovamento, ma sopratutto nessun metodo". Il centro sinistra denuncia la gestione "patronale" del mandato Concina

giovedì 23 giugno 2011
di Monica Riccio
"Nessun rinnovamento, ma sopratutto nessun metodo". Il centro sinistra denuncia la gestione "patronale" del mandato Concina

Dopo una serie di comunicati stampa, dopo un piccante botta e risposta che ha trovato ampio spazio nelle pagine della stampa locale, dopo aver abbandonato l'aula durante l'ultimo consiglio comunale poco prima di votare sulla risoluzione legata alla vicenda degli swap, il centro sinistra orvietano torna a metterci la faccia, e, mediante una conferenza stampa indetta presso la sede comunale, i capigruppo consiliari, Giuseppe Germani (PD), Evasio Gialletti (PSI) e Maria Cecilia Stopponi (RC) hanno messo in chiaro che "la misura è colma".

Sotto accusa c'è la "bizzarra" metodologia di gestione della attuale consiliatura, dalla Giunta al Consiglio, passando per delibere ritenute illegittime e consiglieri "tuttofare", insomma una sorta di gestione fai-da-te che il consigliere Gialletti ha bollato come "patronale".

Ma andiamo con ordine. "Per quanto riguarda la nostra uscita dall'aula durante l'ultimo consiglio comunale, - ha detto Germani, - sono pronto ad assumermi tutta la responsabilità di aver deciso, in quel momento, di mettere in campo un atto duro, di estrema gravità. Ci è stato chiesto di votare sugli swap dopo che l'atto da discutere era stato consegnato ai consiglieri solo alle 15.30, quindi a ridosso della seduta. Poi ci è stato chiesto di invertire l'ordine del giorno su alcuni punti e non abbiamo ancora capito il perché. La misura è colma. In quel momento non avremmo potuto decidere con serenità per cui abbiamo deciso di uscire dall'aula".

"La città è in grossa difficoltà, - dice ancora il capogruppo PD, - è in ginocchio, ferma. Anche le imprese che fino a poco tempo fa non registravano particolari problemi, ora sono in difficoltà. In questo generale clima difficile il Comune non deve fare solo quello che è chiamato a fare ma deve diventare protagonista di una rinascita che porti nuova vita al territorio. Per questo chiederemo un consiglio straordinario aperto. Con tutti questi problemi non siamo più disposti a correre dietro al sindaco o al presidente del consiglio comunale. Siamo al 30 giugno e il Bilancio ancora non c'è, quindi, - dice Germani, è possibile affermare che nei primi sei mesi del 2011, questa amministrazione ha lavorato "a braccio", senza sapere dove vuole andare. Questo toglie tempo all'approccio dei problemi veri. Insomma siamo stufi di dar credito alle esternazioni in cui si afferma che "ci sono dossier nel cassetto", "c'è gente interessata", "Bill Gates", insomma basta, vogliamo i fatti".

I consiglieri di centro sinistra non fanno sconti e sono numerosi i sassolini che saltano fuori dalle loro scarpe. "Ci è stato detto della estrema importanza, per il nostro territorio, del Patto su Roma, - dice ancora Germani, - quando a Roma, in consiglio comunale, questa pratica non l'hanno mai ancora nemmeno vista. Insomma siamo stanchi, prima non si poteva governare a causa dell'anatra zoppa, ora la maggioranza c'è, seppur poco omogenea, ma c'è, eppure non si muove nulla. Forse con meno cene e meno feste si potrebbe lavorare meglio ai tanti problemi del territorio."

E dalla parte del territorio il centro sinistra si sta muovendo: "stiamo cercando di riportare Orvieto negli interessi di Regione e Provincia, - continua Germani, - ma ci vogliono idee, progetti, iniziative."

Chiede scusa a tutti quelli che si sono sentiti traditi dall'uscita dell'aula nell'ultimo consiglio, Maria Cecilia Stopponi, e spiega che "ci sono momenti in cui la discussione non serve più, in cui la situazione non è più sostenibile. Occorre tornare a vivere la politica, - dice la consigliera Stopponi, - con etica, in modo pulito, spendendosi per la città e i cittadini dando il massimo impegno. Qua invece si parla solo di rivendicazioni, di schermaglie, di accuse, di colpe. Non si discute più nel merito delle cose, - spiega Stopponi, - ma si fa di tutto un braccio di ferro teso a decretare il vincitore che potrà dettare le sue regole. Forse il sindaco, bravissima persona, ha pensato, in modo troppo superficiale, di poter governare attraverso un sistema di amicizie, locali e nazionali. Certamente abbiamo fatto degli errori, ma il bilancio che si sta per varare non presenterà nessun tipo di risoluzione vera e propria, ma sarà semplicemente un rimando, nella speranza di un miracolo. I problemi quindi, - spiega la consigliera di Rifondazione, - sono gli stessi adesso come allora, noi non siamo stati bravi ma neanche l'attuale governo sta dimostrando di esserlo. Per cui non siamo più disponibili a discutere, non garantiremo più la copertura politica a questa amministrazione".

Insomma ce n'è per tutti e per tutti i gusti. Da una parte ci sono accuse di immobilità, di perdita di vista dei reali problemi della città, di incapacità politica a governare ma la questione di fondo è il metodo superficiale, pressappochista, di gestione, tema affrontato, anche per la passata esperienza come presidente del consiglio comunale, dal consigliere Gialletti.

"In questa consiliatura non c'è alcun metodo, - esordisce il consigliere del PSI, - stiamo assistendo ad una sorta di mala gestione, una gestione patronale che non rispetta le regole e anzi preferisce proprio andare avanti senza regole. E in questo mi sento di muovere una critica anche all'indirizzo del prefetto che, chiamato ad esprimersi più volte su alcune presunte irregolarità procedurali, non è stato in grado di garantire una sufficiente imparzialità, avallando, a nostro avviso, comportamenti fuori delle regole. Qua si parla di delibere illeggittime (il riferimento è alla questione bando parcheggi quando si assunse come impegno un semplice fax di interesse) e di sovversione delle regole. Nell'ultimo consiglio, come detto, ci è stata consegnata la relazioni sugli swap, sui quali avremmo dovuto votare di lì a poco, solo alle 15.30. Nel dossier mancava la relazione del ragioniere capo del comune, mancava il parere dei revisori dei conti, c'erano le relazioni di quattro avvocati che spediscono il loro parere al consigliere Pizzo e non all'assessore con delega al Bilancio. Siamo al ridicolo."

"Siamo l'unico comune che ha 9 consiglieri delegati dal sindaco. Ma allora la Giunta che ci sta a fare? - chiede Gialletti. Ammetto che è sempre possibile affidare ad uno o due consiglieri un mandato a termine per seguire una tal faccenda, rispondendo direttamente al sindaco, ma qua si parla di consiglieri che fanno gli assessori. I consiglieri dovrebbero essere coloro che controllano l'operato della Giunta ma se sono loro stessi ad operare in nome e per conto della Giunta, a nostro avviso non ci sono le condizioni di regolarità. Insomma quello che denunciamo è una gestione alla buona, senza regole, che non rispetta né i consiglieri comunali (si vocifera di un consiglio comunale fissato l'11 luglio quando la conferenza dei capigruppo, organo preposto ad indire i consigli, ancora non si è riunita, lo farà il 28 giugno), né i cittadini."

Il centro sinistra insomma sta per perdere la pazienza. La città però l'ha già persa. Da una parte una gestione senza dubbio "curiosa" delle regole, dall'altra la richiesta di tornare ad affrontare a muso duro i problemi della città. Condizione indispensabile per il quieto vivere: smettere di recriminare, accusare, rivangare, rinfacciare. E andare avanti. Sarebbe ora.