politica

"Una che si è persa per strada". Cristina Calcagni risponde alle critiche sulle proprie dimissioni: "Quello che si è perso per strada è il progetto iniziale, non restano che le elezioni"

domenica 1 maggio 2011
"Una che si è persa per strada". Cristina Calcagni risponde alle critiche sulle proprie dimissioni: "Quello che si è perso per strada è il progetto iniziale, non restano che le elezioni"

Non è piaciuto affatto a Cristina Calcagni, attuale coordinatrice per Orvieto di Alleanza per l'Italia, l'invito del sindaco Concina a lavorare tutti per il bene della città. Attraverso un proprio comunicato stampa, l'ex assessore della Giunta Concina, ha precisato la propria posizione circa l'andamento di Governo di questa Amministrazione "dalla quale, - spiega, ancora una volta con grande determinazione, - ha preso le distanze non per 'perdere' ma per 'ritrovare' le linee politiche" sulle quali era nata la sua collaborazione con il sindaco e gli obiettivi su cui lavorare per il bene della città.

"Puntualmente e semestralmente, - afferma Cristina Calcagni nel suo comunicato, - assistiamo ad inviti del Sindaco ad abbandonare vecchi rancori del passato per lavorare tutti assieme (tutte le componenti politiche sedute in Consiglio Comunale) per l'amore di Orvieto, tra la pagherete cara e levateje il vino, con scuse al seguito tutto in diretta dal sito istituzionale del Comune.

Dopo sette mesi sento ancora qualche strascico polemico circa le mie dimissioni.
Non mi sento affatto perduta per strada, anzi semmai ho ritrovato, in questa nuova strada che ho intrapreso, parole dimenticate e che oggi suonano strane: bene comune ed interessi della collettività. Parole a cui ho cercato di dare seguito nel mio breve mandato da Assessore.

Quello che si è perso per strada è il progetto iniziale, chiaro, pulito scritto ed illustrato fin troppo bene alla città di Orvieto nel lontano periodo elettorale del 2009, che portò alla vittoria dell'attuale Sindaco, con ben 7111 voti, e successivamente dopo i 90 giorni dall'insediamento riproposto nelle linee programmatiche con l'approvazione all'unanimità dell'intera Assise (nonostante l'anatra zoppa!). Il Sindaco di tutti.

Ho assistito, perché priva di impegni di campagna elettorale in quella giornata, al consiglio comunale del 28 aprile u.s.. Sinceramente ero andata lì con lo spirito di capire se toni e modalità comportamentali fossero cambiati. Ho assistito ad un balletto, di basso profilo, dall'una e dall'altra parte con rimpalli di responsabilità di chi ha fatto che cosa, non ricordo bene se un secolo fa o dieci anni fa o cinque anni fa. Però il 28 aprile durante la seduta consiliare qualcosa di diverso ho notato: una bella maggioranza coesa. Maggioranza però, costituita da consiglieri che nella precedente gestione erano presenti o come assessori o come consiglieri nei citati rimpalli di responsabilità. Questa bella immagine mi ha profondamente colpita pietrificandomi nei passi successivi del dibattito. Alcuni consiglieri di maggioranza titolati anche da deleghe, la cui legittimità è tutta da dimostrare, hanno iniziato una plateale disquisizione contro coloro che puntualmente mandano avanti la macchina amministrativa e senza i quali i servizi resi dal Comune non ci sarebbero.

Ho altresì dovuto ascoltare epiteti, come donna disgustosi in bocca ad un pubblico ufficiale e come donna impegnata in politica retrogradi ed offensivi, con i quali venivano etichettati, senza il nome ovviamente, i dipendenti comunali che hanno partecipato alla manifestazione della CGIL contro le sforbiciate annunciate per il previsionale del 'Sindaco di tutti'. Forse andrebbe ricordato che siamo ancora in democrazia e che ognuno può partecipare alle manifestazioni che vuole; non avevamo forse condannato quelli di prima che si scrivevano il nome di coloro che partecipavano ad attività estranee al partito di appartenenza? Rinnovamento, copiato pure male.

Ho letto le conclusioni del Consiglio, - dice ancora la Calcagni, - ho letto gli articoli dei giornali di ieri e di oggi. Non trovo neppure una parola da parte di nessuno, se non il solito appello del Sindaco "al volemose bene, damose da fa, ecc."
Per correttezza devo dire che solo la Stopponi ha democraticamente e civilmente ribattuto in sede di Consiglio; ho colto in lei la stessa rabbia con la quale ho dovuto udire "oca giuliva" , questo il termine con il quale è stata apostrofata una donna lavoratrice. E il Sindaco di tutti? E l'Assessore alle Pari Opportunità? E il Presidente del Consiglio Comunale?

"Una nuova classe dirigente con competenze specifiche guidata da una personalità di spessore che avrebbe traghettato Orvieto nelle eccellenze Italiane, con un progetto di sviluppo, risollevandola dal torpore in cui era sprofondata". Questa la mozione del direttivo di OL, a cui appartenevo come Segretario/Tesoriere nonché socio fondatore, quando si decise di scendere in campo individuando nell'attuale Sindaco e nella squadra che lui avrebbe composto sotto l'egida del "miglior atleta nel giusto ruolo" coloro che avrebbero svolto tale mission.

Due esercizi finanziari non chiusi e rimandati, un previsionale che se verrà approvato ha già mangiato metà delle competenze dell'anno in corso, voci presumibilmente non verosimili, lievitate e sgonfiate, con tagli feroci solo sulla parte spesa, quindi sui servizi, dove l'unica speranza annunciata è quella dei proclami: "tra tre anni....."; una città divisa, da un lato da chi organizza grandi cerimonie per i 150 anni dell'Unità d'Italia e, dall'altro, da chi cerca di nascondere o di coprire che Orvieto, credo l'unica città, quest'anno non ha festeggiato il 25 aprile. Piazze chiuse al traffico da ordinanze per manifestazioni fasciste ed antifasciste insieme. Una cooperativa si ed una no. Gente espulsa e sospesa dai partiti di appartenenza. Divide et impera. Metodo.

Al Signor Sindaco rispondo, - conclude la nota, - ritornando al lei perché doveroso, che non mi sono perduta strada facendo, in fase di rodaggio; la strada resta quella del 2009 con gli stessi principi, con gli stessi contenuti e perfino con la stessa matrice politica, in contrapposizione a quella oggi intrapresa da Lei, con la sua rinnovata squadra distruggendo totalmente quel progetto qualitativamente alto e per il quale con le unghie e con i denti abbiamo lottato. Questa città aveva molto: servizi, asili, scuole, mense, trasporti , parcheggi, tranquillità, ed una straordinaria vicinanza a Roma. Vogliamo migliorarla non dividerla e punirla accusandola di aver vissuto al di sopra delle sue possibilità.

Elezioni. Questa è la parola d'ordine. Sia il voto popolare e democratico a stabilire chi deve governare la città con la maggioranza definita dal voto stesso; oggi è più semplice, i cittadini orvietani conoscono a tutto tondo tutte le forze politiche presenti. Se questo comporterà un passaggio esterno di competenze, che sia, appurando la verità e la giustizia verso coloro, vecchi e nuovi, che hanno sbagliato cagionando dei danni alla collettività."