politica

Marco Sciarra dimissionario? L'assessore al Turismo sarebbe prossimo a lasciare la carica

sabato 27 marzo 2010
di laura
Marco Sciarra dimissionario? L'assessore al Turismo sarebbe prossimo a lasciare la carica

Proprio alla vigilia delle elezioni regionali, si fa sempre più complicata la situazione politica del Comune di Orvieto, in particolare all'interno della Giunta e della minoranza consiliare che, in virtù del trionfo del voto disgiunto che ha reso possibile il meccanismo dell'anatra zoppa, si trova a governare da una posizione del tutto atipica la città. Corre insistente la voce, da ieri sera sulla Rupe, che l'assessore al Turismo e al Commercio, Marco Sciarra, avrebbe rassegnato le dimissioni, al momento congelate dal Sindaco Antonio Concina. Nulla di ufficiale trapela, e lo stesso Sciarra si limita a dire, molto diplomaticamente, che se così fosse non mancherebbe un comunicato dell'Ufficio Stampa del Comune. Ma da Facebook, ieri, ha annunciato un suo grande, non meglio precisato sollievo: forse quello dalla pesante carica.

Pare che la decisione dell'assessore Sciarra dovrebbe maturare lunedì ma, quel che è certo, è che al di là di quanto sarà definitivamente deciso, la difficile situazione di bilancio e lo stress per la sua quadratura hanno accentuato le tensioni non solo all'interno della Giunta, ma anche dentro la stessa Orvieto Libera. Ci sarebbe infatti un asse privilegiato tra una parte di Ol e del PdL - Calcagni/Barberani (si prospetta che è a lui che potrebbe andare il Turismo) - che godrebbe della maggiore fiducia e considerazione del sindaco Concina, a discapito dell'asse Sciarra-Ranchino.

In contemporanea con tali rumors, l'avvocato capogruppo di Orvieto Libera ha preso, da parte sua, una dura posizione - con un lungo commento a un editoriale di Pier Luigi Leoni che da tempo scrive delle possibili (o impossibili) soluzioni del Bilancio del Comune di Orvieto - da un lato tornando sul riequilibrio di settembre e sollecitando l'intervento della magistratura per appurare la veridicità dei passati bilanci, dall'altro quasi suggerendo che solo il commissariamento può riportare Orvieto al pareggio tra entrate e uscite: i famosi 23 milioni e mezzo di euro che "la città sparametrata" (secondo la felice definizione linguistica di Maurizio Conticelli) da tempo non riesce più a rispettare. Salvo poi riaffermare, in un controcommento, che Orvieto Libera sta lavorando per "costruire nel modo tecnicamente e politicamente più corretto il bilancio cosicchè, uscita da questo momento di grave difficoltà, la città possa avviarsi ad un virtuoso percorso di risanamento sulla base dell'impostazione che oggi abbiamo l'onere di costruire".

Per lo spettro del commissariamento, ancora molto incombente, indipendentemente dalle dimissioni o meno di Sciarra sarà molto importante il risultato delle regionali. Se l'Orvietano dovesse ritrovare il suo rappresentante in Regione nel candidato del Partito Democratico, infatti, è chiaro che il PD vedrebbe aumentare, anche nel possibile accordo tecnico-politico sul bilancio, il proprio peso. L'ipotesi, in ogni caso, è quella di continuare a perseguire il piano di implemento delle entrate presentato alla commissione, in quanto la strada dei tagli indiscriminati e selvaggi non appare, al PD, perseguibile.

Ne scaturirà, molto probabilmente, un compromesso; e ne verranno, anche, alcuni mutamenti, sia nella vita cittadina che negli assetti politici, dove potrebbero determinarsi nuovi gruppi consiliari o, comunque, nuovi equilibri. E' chiaro che la città qualche sacrificio dovrà farlo, sia in termini di aumento di alcuni servizi e tariffe, sia rinunciando a qualche manifestazione di troppo o, almeno, ai canali soliti (il denaro pubblico) per finanziarla: chi è interessato dovrà aguzzare l'ingegno, come del resto per alcuni versanti si sta già facendo e si dovrà sempre più fare. Ma è chiaro, anche, che verranno ridimensionati - e già si stanno ridimensionando - i salvatori della patria. Chi sperava in un cambiamento radicale e felice è stato ampiamente disilluso.

Amministrare è un'arte difficile e un grande impegno, dove la gente, indipendentemente dai conti, ti chiede conto continuamente. E' anche un'arte oggettiva, che ha le sue regole e le sue leggi. Orvieto, duramente provata da anni che hanno alimentato un sogno fallace quanto impossibile di bugiarda megalopoli, non può tuttavia diventare il paesotto dormiente e privo di risorse - culturali, se non economiche - a cui una mera politica dei tagli vorrebbe ridurla. Come in ogni situazione si tratta di trovare il punto di equilibrio: togliere qualche ramo secco e far fiorire qualche nuovo, ben programmato germoglio; fare scelte anche impopolari, anche drastiche, ma compensarle con nuova linfa e nuova, moderna creatività; e anche ridimensionare, perché no?, ridimensionarci - il consumismo, in ogni senso, è ormai finito - senza perdere la sola cosa a cui non si deve rinunciare, la qualità.