politica

Grande è la confusione sotto il cielo... ritirato per la seconda volta il PRG.O. Bene comune o bene di sé?

lunedì 8 febbraio 2010
di laura

Grande la confusione sotto il cielo, almeno nella situazione politica di Orvieto, ma contrariamente alla celebre visione di stampo maoista che trovava tutto ciò stupendo, forse nella nostra epoca di secondo millennio e nella nostra città non va affatto bene. Ennesima prova dell'aria ancora stagnante che non ce la fa a diradarsi, il ritiro, per la seconda volta, della pesante e discussa variante al Piano Regolatore Generale parte Operativa, zeppa di lottizzazioni che scontentano a destra e a sinistra per i numerosi piani che riguardano interessi vari dall'una e dall'altra parte, oltre che per il fatto - e qui scontentano solo le anime più nobili - che calano nuovo cemento e nuove costruzioni periferiche in una città che sembrerebbe invece votata alla riqualificazione urbana e abitativa delle zone già esistenti, prima fra tutte il centro storico.

Il punto, ritirato nel Consiglio comunale in cui era stato inserito per la prima volta a causa dei malumori provocati dalla bocciatura da parte del centro sinistra del Protocollo su Roma, è stato ritirato per la seconda volta nel Consiglio odierno dietro annuncio del sindaco Concina e rimandato, probabilmente, al Consiglio del prossimo lunedì insieme a una nuova riproposizione del Protocollo su Roma.

Ma nella grande confusione politica del momento, con le candidature alle Regionali non ancora chiuse, e in una situazione in cui quella eventuale di Olimpieri (PdL) sembra essere molto legata proprio all'approvazione del Patto con Roma, l'accostamento delle due pratiche e alcune dichiarazioni troppo concilianti di Concina su un accordo politico ormai raggiunto su tre punti chiave (Bilancio, Patto con Roma e Progetto Orvieto nel Futuro), che potrebbe far pensare a una vera e propria "merce di scambio" non sono piaciute al PD, che a Consiglio non ancora concluso si è affrettato a diramare un comunicato per riaffermare le sue posizioni, al momento meramente interlocutorie.

"Spiace dover notevolmente ridimensionare la portata dell'annuncio del Sindaco Concina il quale, durante il consiglio comunale di lunedì 8 febbraio, ha dato per definito l'accordo con il Partito Democratico sui temi del bilancio e del "patto con Roma" - afferma tra l'altro il PD. - Probabilmente, il sindaco si è fatto prendere la mano dalla retorica e ha trasformato la disponibilità del PD a ragionare su questi due temi (posizione arcinota e ripetuta sino alla noia) in un contratto già sottoscritto. Non è così. Non vorremmo che il pur necessario confronto tra le forze politiche serva da canovaccio ad una "commedia degli equivoci" in cui si perde tempo e non si conclude nulla... Il Sindaco ci dica piuttosto se la sua amministrazione ce la fa a costruire un'ipotesi di bilancio attorno a cui discutere alla luce del sole, nella trasparenza di un dibattito pubblico che riguarda tutta la città. Ripetiamo quindi a futura memoria: la disponibilità del PD non è una delega in bianco né può essere oggetto di una reiterata strumentalizzazione. Il sindaco ci dica cosa vuol fare e noi ragioneremo con lui con responsabilità e lealtà. Ma non ci chieda di essere comprimari di un'inutile balletto mentre la città sta soffrendo la mancanza di progetto e di governo. Infine, non si provi a costruire equazioni false che tengono insieme "patto con Roma" e approvazione della parte operativa del Piano Regolatore Generale, quasi a suggerire scambi e intese sotterranee. La decisione di portare all'approvazione del consiglio il PRGO è da attribuire infatti alla Giunta e al Sindaco".

Dunque ancora tutto da fare e da decidere, e quella che il primo cittadino ha definito un'importante data per la verifica in Consiglio del raggiunto accordo, il prossimo lunedì 15 febbraio, sembrerebbe una data fin troppo prossima per mettere in campo tutte le verifiche che il PD ha in mente.

Sul Protocollo con Roma, in ogni caso, il PD non ha mancato di dire la sua in un volantino consegnato domenica ai seggi delle primarie: volantino che ha tutto il valore di un impegno sottoscritto con gli elettori di cui, a scanso di "inciuci", gli elettori stessi chiederanno conto. Patto con Roma a condizione che si dica No a speculazioni edilizie, a Orvieto periferia di Roma, a centrali a biomasse dal ciclo dei rifiuti; Sì, invece, al decentramento su Orvieto di enti pubblici e privati compatibili con le vocazioni del territorio, all'apertura del mercato romano per le aziende artigiane di Orvieto, al miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari tra Roma e Orvieto.

Intanto, mentre ancora non si ha pubblica nozione di alcun documento certo per il futuro della città, se non da indiscrezioni "a destra e a manca", il brusio di fondo è quanto mai fitto e forte: tra chi spinge per l'accordo sul bene comune - sembrerebbe la maggioranza - e chi invece, pur non escludendolo, comincia a non considerare così peregrina e disdicevole l'ipotesi del commissariamento. A riprova, per quanto riguarda il centro destra, di un consenso un po' frammentato e disilluso sull'operato di Sindaco e Giunta e, in ogni caso, della crisi in cui è piombata da tempo, a destra e a manca, la forma partito.

In questo quadro di estrema fluidità, il patto civico sul bene comune potrebbe anche essere una buona strada, ma solo se non fosse così grande la confusione, se si avessero direttrici forti e concrete su cui procedere - forse quelle suggerite giornalisticamente dal consigliere Leoni? - e soprattutto se si sgombrasse il campo da quei giochi e giochetti che, almeno fino alla chiusura delle candidature alle Regionali, sembrano ancora forzare la mano in qualche direzione.

A dire il vero, ammesso che abbia importanza, se patto dovesse esserci lo vedrei più come lo prefigurano Tonelli e Gnagnarini: istituzionale e non a termine (che poi il termine andrebbe a coincidere con le elezioni politiche, e potrebbero esserci altri giochi e giochetti), con l'equilibrio assicurato dalle discussioni in commissione e con la città, ma anche dagli assessori delle forze politiche che concorrono al patto. Ma forse è troppo semplice, logico, efficiente, trasparente, lineare. E comunque, non amo e non ho mai amato dare consigli: l'esperienza si forma azzeccando o sbagliando da sé.

Nota del Partito Democratico di Orvieto sulle dichiarazioni del Sindaco Concina in Consiglio Comunale