politica

Interrogazione alla Giunta regionale: "“Occorre dar seguito al tavolo per la salvaguardia delle risorse idriche del territorio e coinvolgere le associazioni ambientaliste”

sabato 23 gennaio 2010

INTERROGAZIONE 
 
OGGETTO:  Emergenza acqua potabile inquinata nell'Orvietano 
 
PREMESSO
che dal 09/01/2010 il Comune di Orvieto e la Protezione Civile Intercomunale dell'Orvietano stanno gestendo una emergenza derivante dalla comunicazione che registra la presenza nell'acqua di valori preoccupanti di Alluminio e Ferro. Con apposita ordinanza cautelativa del Sindaco, in base alla comunicazione scritta del Servizio Idrico Integrato di Terni e della ASL n. 4 di Terni / sede di Orvieto, è stato disposto con effetto immediato il divieto all'uso dell'acqua potabile per scopo alimentare nel centro storico di Orvieto, Ciconia, Orvieto Scalo, Sferracavallo, Bardano, frazioni di Sugano e Canonica. A seguito di campionamenti effettuati presso i laboratori dei suddetti servizi per monitorare i limiti tabellari di potabilità relativi ai metalli disciolti nelle falde acquifere del comprensorio Orvietano, è stato riscontrato il superamento dei limiti di potabilità relativi alla presenza di Alluminio e Ferro nella falda idrica;
che per gli stessi motivi in data 10/01/2010 analoga ordinanza veniva emessa anche dal Sindaco di Porano;
che nella giornata del 15/01/2010, rappresentati del Servizio di Protezione civile Intercomunale hanno partecipato ad un incontro presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile al fine di conoscere situazioni analoghe sul territorio nazionale, dal quale è emerso che non esiste in tutta Italia un caso analogo a quanto si è verificato nell'Orvietano, tanto che essendo l'Orvietano il primo caso nazionale, si pensa alla possibilità di istituire un punto di ricerca per l'individuazione del fenomeno;
che nella seduta della Commissione Ambiente del Comune di Orvieto del 19.10.2010, presenti le locali associazioni ambientaliste, si è appreso che un ulteriore tavolo per l'analisi del problema è stato costituito presso la Provincia di Terni con il coordinamento della Prefettura e dell'assessore all'ambiente;
che i pozzi di approvvigionamento idrico che servono buona parte dell'Orvietano sono tutti posizionati sull'altopiano dell'Alfina nell'area dei monti Vulsini, il quale è formato da vulcaniti che sono limitate inferiormente dalla formazione flischoide argillosa-marnosa delle Liguridi, praticamente impermeabile. Le vulcaniti per le loro caratteristiche di porosità costituiscono un valido acquifero e pertanto sono sede di una importante falda idrica a carattere interregionale. Tale complesso geologico ricopre la formazione carbonatica. L'insieme di queste formazioni, per le caratteristiche geostrutturali della zona, costituisce una trappola geologica, bloccando le risalite di fluidi gassosi a prevalente componente di CO2 (anidride carbonica), prodotta da una residua anomalia geotermica profonda  legata al vulcanismo vulsino;

CONSIDERATO
che inizialmente le cause dell'emergenza erano state individuate nelle intense e continue precipitazioni atmosferiche dei giorni precedenti, mediante il dilavamento conseguente alle piogge persistenti, con la presenza in concentrazioni elevate soprattutto del parametro Alluminio;
che tale ipotesi si è rivelata non del tutto corretta in quanto il fenomeno non si è verificato su un vasto territorio, come sarebbe dovuto essere nel caso l'inquinamento fosse dovuto alle piogge, ma solo relativamente alla falda idrica dell'altopiano dell'Alfina;
che da analisi più approfondite e secondo il parere di numerosi esperti le cause andrebbero invece verosimilmente ricercate nel fatto che a seguito della recente scossa sismica registrata nelle vicinanze di Orvieto (Marsciano) si sia creata qualche nuova via preferenziale di risalita della CO2 che abbia sensibilmente acidificato il suolo dell'altopiano favorendo così l'alterazione di alcuni minerali. Le recenti piogge potrebbero quindi aver portato in soluzione nella falda idrica l'Alluminio e il Ferro;
che secondo il parere di autorevoli studiosi, si evince che l'altopiano dell'Alfina è un territorio a struttura complessa e di conseguenza estremamente fragile. Le circostanze che possono interagire con la falda idrica sono molteplici, sia quelle a livello naturale che quelle che possono derivare da una attività antropica. Pertanto è possibile che le cause derivino anche dalle attività estrattive delle cave presenti nel territorio dell'Alfina. Si ritiene infatti da parte di esperti minerari che la estrazione del basalto in cave del tipo "a fossa", così come oggi avviene, possa alterare l'equilibrio già fragile dell'altopiano ed al loro posto andrebbero utilizzate modalità di estrazione del materiale "in caverna" che produrrebbero minori alterazioni, oltre ad essere meno impattanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico;
che il Piano di tutela delle acque, recentemente approvato dal Consiglio regionale, tratta la zona dei monti Vulsini come zona di semplice protezione;

VALUTATO
che la zona dei monti Vulsini andrebbe trattata come zona di tutela assoluta;
che il fenomeno dell'inquinamento della falda e della conseguente emergenza è di estrema gravità e che i cittadini hanno diritto ad essere informati sulla situazione in merito alla piena comprensione delle cause che hanno determinato tale emergenza e ad avere adeguate garanzie sulla tutela di un bene comune fondamentale come l'acqua potabile affinché in futuro non si abbiano a ripetere situazioni analoghe;

TUTTO CIO' PREMESSO, CONSIDERATO E VALUTATO
SI INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE 

se non ritiene opportuno modificare tempestivamente il Piano Regionale di Tutela delle Acque prevedendo la classificazione dell'area dei monti Vulsini come zona di tutela assoluta;
se non ritiene opportuno, per la salvaguardia di questo territorio e delle riserve idriche, portare a compimento l'attività del Tavolo Istituzionale Interregionale (Umbria e Lazio) già attivato i mesi scorsi, su richiesta delle locali associazioni ambientaliste, dall'Assessorato Ambiente della Regione Umbria e inopinatamente abbandonato;

Perugia, 22 gennaio 2010
Olivier Bruno Dottorini


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Dottorini: "Gravissima l'emergenza acqua potabile nell'Orvietano. Necessaria la modifica del Piano di Tutela delle acque"