politica

Amministrative a Orvieto, terza parte: il Pdl o il cavaliere dimezzato

sabato 27 giugno 2009
di jacopo

L'analisi politica su ciò che è successo ad Orvieto non può che continuare analizzando il voto che i partiti di centro destra hanno preso alle elezioni comunali, anche se parlare di partiti al plurale sembra sbagliato poiché Concina era appoggiato da un partito politico, il Pdl, e da una lista che si è dichiarata più volte e con forza civica, Orvieto Libera.

A livello regionale il Pdl diventa il primo partito, se pur di pochissimo, superando il Pd. Questo dato però deve tener conto che il Pd ha perso i voti dei radicali, diversi punti percentuali a favore della lista di Di Pietro e qualcosa anche verso Sinistra e Libertà. Nel campo del centro-sinistra per le votazioni alle europee le alternative al Pd, per dare voti di protesta o per convinzione, c'erano ed erano numerose. Nel campo del centro destra invece, se escludiamo la lega che anche in Umbria ha ottenuto un ottimo risultato, e UDC che in Umbria non sembra avere un peso specifico importante, l'unico partito di riferimento reale rimane il Pdl che in questo modo fa il pieno di voti.

A livello comunale però le cose cambiano notevolmente. Nel comune di Orvieto, al primo turno, il Pdl si attesta al 27,18%, la lista civica che appoggiava Concina all' 11,29%, in totale le due liste al primo turno hanno preso il 38,47%. Il dato politico che va analizzato è dunque questo, il centro-sinistra è ancora maggioranza tra i cittadini orvietani nonostante le molte difficoltà di governo di questi anni. La destra ad Orvieto, per il momento, non sfonda. Gli orvietani non si riconoscono molto nella classe dirigente del centro-destra locale, forse perché questo non ha mai governato o perché ad Orvieto è stata sempre presente sul territorio una componente più di destra, nello specifico di AN, e non una più moderata, di Forza Italia.

Il dato interessante è quello dei voti che prende la lista civica creata dall'avvocato Ranchino, "Orvieto Libera", che presentandosi per la prima volta e pur non avendo personalità strettamente legate alla vita politica orvietana, ottiene 1.435 voti, "solamente" 2019 in meno del Pdl. Sembrerebbe dunque che l'ala moderata dell'elettorato - probabilmente un numero significativo di persone che volevano un cambiamento ma che non votano Pdl a livello nazionale né volevano votarlo a livello locale - abbia optato per la lista civica.

Il terzo dato, importantissimo, è quello che riguarda il voto al candidato Sindaco. Concina, fin dal primo turno, era notevolmente al disopra della sua coalizione. Questo vuol dire che il malessere di coloro che hanno reputato male amministrata la città negli ultimi anni non era presente solamente nelle persone che si sentono di centro-destra, utilizzando in questo caso la difinizione in senso più lato, comprendendo cioè anche coloro che, a livello nazionale, votano UDC, Lega o altri partiti minori. Il malessere era un qualcosa di ben più diffuso, probabilmente anche in famiglie con altri ideali politici, ed è andato a sfociare in un voto non politico ma alla persona. Nello specifico a quel candidato a Sindaco che veniva da lontano, che non era intrigato con i giochi di potere locale e che, forse, poteva tentare di portare un cambiamento allo status quo della situazione sociale ed economica di Orvieto.

Il Pdl dunque sicuramente esce vincitore dalle elezioni comunali, ma in qualche modo come un vincitore dimezzato, poiché ha dovuto cercare il candidato a Sindaco al di fuori del proprio schieramento e fuori dal tessuto prettamente cittadino; ha dovuto accettare di legarsi ad una lista civica; non ha preso un numero di voti altissimo. Sicuramente, però, ora ha ampi margini di crescita, giacché governando la città potrà far cresce una classe dirigente che, in futuro, potrebbe essere reputata, con maggiore facilità, in grado di gestire la cosa pubblica.